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Metallica: 72 Seasons tra luci e ombre – La recensione

Metallica: 72 Seasons tra luci e ombre – La recensione

Il nuovo album dei giganti del metal avrebbe potuto essere un capolavoro. Invece, è solo un buon album con qualche pezzo memorabile

È stata una storia tormentata quella dei Metallica: lutti, cambi di formazione dipendenze varie e rapporti tesissimi nella band. Una storia che ritorna in 72 Seasons, un disco che parla di come quello che succede entro i vent’anni condizioni il futuro della vita di ogni essere umano. Evidenti anche i riferimenti ai vari ricoveri in rehab del frontman James Hetfield, alla New Wave of British Metal e ai gruppi meno noti di quella scena, come i Diamond Head, spesso citati dai Metallica come una delle principali fonti di ispirazione nei primi anni Ottanta.

Detto questo, il nuovo disco dei quattro ha un pregio indiscusso, quello di aver fissato la rotta. E cioè. tornare indietro, guardare al sound delle origini senza troppi esperimenti o fughe in avanti. In questo senso 72 Seasons è uno degli album meglio riusciti ai Metallica negli ultimi anni. Senza indulgere troppo sulla velocità, ma con calcolata potenza le canzoni del disco sono indiscutibilmente nelle corde della larghissima fan base del gruppo. I riff di chitarra sono convincenti, la batteria ha finalmente un suono rotondo e potente e il groove generale funziona a dovere. Soprattutto in pezzi come Shadows Follow, Screaming Suicide o Chasing Light, zeppi di echi lontani e gloriosi.

La carica di Ride The Lightning e Master of Puppets rivive in parte in Lux Aeterna, la canzone più efficace e “catchy” del disco insieme a Room of Mirrors. A chiudere l’album, gli undici minuti di Inamorata, un pò troppo dilatata, ma arricchita da cambi e variazioni che mancano nel resto dell’album. Volendo individuare i difetti di 72 Seasons, ce ne sono due abbastanza evidenti: la lunghezza dei brani, in buona parte dei casi immotivata, e poi una certa uniformità sonora di fondo. In un disco così non avrebbero sfigurato una ballad, genere in cui Metallica eccellono come pochi, e qualche cambio d’atmosfera in più. Se così fosse stato questo sarebbe stato il primo album-capolavoro dei Metallica dopo tanti anni. Invece, 72 Seasons è “solo” un buon disco. Ma anche un’occasione mancata. Voto: 7

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