​Meghan Markle
Ansa
Lifestyle

Niente Met per Meg

Meghan Markle, moglie del principe Harry, duca di Sussex, non è stata invitata al Met Gala di New York, l’evento mondano-benefico del Costume Institute del Metropolitan Museum of Art.

Snobbati. L’invito non è arrivato e non per colpa delle poste. Lo smacco più amaro. Meghan e Harry non sono stati richiesti per il Met Gala, l’evento must del per ogni celebrità che voglia dirsi tale. E lei, che pensava di passare il resto della vita tra un red carpet e l’altro, pare che non l’abbia presa bene. Tutta colpa del marito e di Spare, il suo libro contro la monarchia.

Così sembra che il tapino si sia beccato una scenataccia dalla furibonda consorte. «Core ingrato» verso il piccolo principe che con generosità ha regalato al mondo 530 pagine di lamentazioni e aneddoti inquietanti. Il pene congelato, la droga (per cui rischia di perdere il visto americano), la prima volta in un cespuglio. E quella serata di Meghan passata sulla tazza del cesso a vomitare per i molluschi. Una lunghissima seduta terapeutica, ingenua e a tratti teneramente naïf che però gli sta costando la Season. Infatti non solo nessun invito è arrivato da Anna Wintour, ma neanche un’apparizione agli Oscar. A chi tocca nun se ’ngrugna si dice a Roma, ma la duchessa di Sussex è avvelenata.

Tanta fatica per nulla? La fuga in America, le interviste lacrimevoli, la docuserie su Netflix, e poi le voltano le spalle così. E non solo le spalle, alla notizie che non erano sulla lista, tutti quelli che almeno una volta nella vita non sono stati sulla lista giusta l’hanno pugnalata sui social insieme al consorte-riserva: «Non li vuole più nessuno e da nessuna parte», «Patetici e insignificanti», «Sono sempre più isolati», «È solo colpa loro e delle loro insopportabili lagne». Di lamentazioni Meghan ha campato fin dall’inizio, toccando anche il ridicolo, quando si è arrabbiata per il cartone cult South Park colpevole di averli presi in giro. Dove apparivano in tour mondiale della privacy, proprio loro la invocano sempre mentre sono due prezzemoloni.

«È una narcisista», «Il suo ego abnorme è ridicolo», «Arrogante e manipolatrice», «Ossessionati da loro stessi», «Sono il re e la regina del dramma». Ormai sul web li chiamano «Mr&Mrs Netflix», pure la cara Oprah sembra essere svanita, mentre i malevoli sussurrano che la potente direttrice di Vogue non l’abbia mai amata. Eppure ci fu un «Meghan moment», quell’istante fulgente dove sembrò essere la grande promessa della monarchia. Poi volle diventare la Wallis Simpson del nuovo Millennio. Ma quella donna, che ne sapeva una più del diavolo, era saggia. Per avere una vita lunga e felice: «Riempi ciò che è vuoto, svuota ciò che è pieno e grattati dove ti pare». Puro genio. Lei invece ci ha riempito di noioso vittimismo.

Ora alla Duchessa di Sussex resta una carta, un appuntamento dove non sfigurare: l’incoronazione di Re Carlo III, il 6 maggio. Sarà a fianco del tanto vituperato parentame. Alla fine, gira e rigira sempre lì si va a finire. Per evitare tutto questo bastava leggere con attenzione la frase con cui Harry ha aperto il memoir: «Il passato non muore mai. Non è nemmeno passato».

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Terry Marocco