I 10 film americani più belli del 2013
Lucky Red, Sony Pictures
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I 10 film americani più belli del 2013

Western in salsa pulp, drammi intensi, biopic a tutta velocità. Domina Django Unchained seguito da...

Western in salsa pulp e drammi che abbracciano estetismo e profondità. Biopic a tutta velocità e ritagli di Storia portati sul grande schermo. Ecco i 10 film americani che più mi hanno colpito nel 2013. Vogliamo vivere! (To be or not to be) di Ernst Lubitsch, anche se è tornato in sala restaurato e rimasterizzato nell'anno grazie a Teodora, è comunque da ascrivere al 1942: nel caso contrario, ancora oggi dominerebbe incontrastato la top ten.

Ecco i 10 film americani più belli del 2013 (secondo me). 

1) Django Unchained di Quentin Tarantino

Nessun dubbio sul primo posto del podio: il western pulp che rivisita lo schiavismo e il mito di Django introdotto dal nostro Sergio Corbucci è un capolavoro da tanti punti di vista: colonna sonora spettacolare, sceneggiatura che lascia senza fiato, interpretazioni magistrali (Christoph Waltz su tutti), fotografia croccante che è una gioia per gli occhi. Quentin non sbaglia un colpo. 

2) Come un tuono di Derek Cianfrance

È la sorpresa dell'anno. È un film che buca il cuore e che rimane dentro a lungo. È il terzo lavoro del regista trentanovenne (anche l'opera seconda Blue Valentine è arrivata in Italia nell'anno) dalla cifra stilistica ricercata e riflessiva. Cianfrance gioca coi silenzi, con le inquadrature pregnanti. Affidandosi a un magistrale Ryan Gosling e agli ottimi Bradley Cooper, Eva Mendes e Dane DeHaan, suddividendo la narrazione in tre quadri, racconta come il destino umano sia inevitabilmente segnato e ispirato dal passato e dagli errori o dagli amori dei propri genitori. 

3) Captain Phillips - Attacco in mare aperto di Paul Greengrass

Teso e solidissimo è il racconto cinematografico del dirottamento della nave mercantile statunitense MV Maersk Alabama, subito nel 2009 per mano di quattro pirati somali. Greengrass ci porta a bordo facendoci vedere i dettagli dell'aggressione e l'astuzia del capitano americano che cercò di salvare in primis l'equipaggio. Tom Hanks esprime nel suo viso tutta la forza dei calmi. Intanto emerge inesorabile il confronto tra chi sulla faccia della Terra ha tutto e chi non ha nulla.

4) Rush di Ron Howard

La ricostruzione del duello a colpi di acceleratore tra Niki Lauda (Daniel Brühl) e James Hunt (Chris Hemsworth) è adrenalinica ed esaltante. A livello di costumi, trucco, auto e acconciature le somiglianze tra film e realtà passata sono impressionanti. La sceneggiatura è ben ritmata, seppur si lasci andare alla spettacolarizzazione. 

5) Il Lato Positivo - Silver Linings Playbook di David O. Russell

Il regista di The Fighter in questa occasione riesce a parlare di malattia mentale sotto forma di commedia, in buon equilibrio tra humour e tatto. I due interpreti principali sono Jennifer Lawrence e Bradley Cooper, e allora certo che la sua impresa è facilitata. Le tante pieghe "positive" prese dalla narrazione inducono a vedere nel film più una favola che un ritaglio di vita vera, ma... è bello pensare che pure nella malattia ci siano speranza e spazio per momenti di gioia.

6) Zero Dark Thirty di Kathryn Bigelow

Tra attentati e sangue, tra interrogatori compromettenti e ricerche spesso senza esito, tensione e frustrazione si alternano nella ricostruzione delle operazioni che portarono all'uccisione del nemico pubblico numero uno per gli Stati Uniti, Osama Bin Laden. Jessica Chastain nel ruolo dell'agente della Cia Maya è come sempre splendida.

7) Il grande Gatsby di Baz Luhrmann

È stato aspramente criticato e ancora fatico a capire il perché: sono convinta che a Francis Scott Fitzgerald non sarebbe per nulla dispiaciuto l'adattamento fragoroso ed esuberante del regista australiano. La colonna sonora modernizzata è intrigante. Leonardo DiCaprio è un Gatsby ora elegante e inafferrabile, ora vulnerabile e impacciato, ora temibile. Lo scrittore americano narrava la vacuità e la decadenza della generazione degli anni Venti, e cosa c'è di più futile di riempire un film di sfarzo, fuochi di artificio, alcol a fiumi?

8) Blue Jasmine  di Woody Allen

Non sono rimasta fatalmente colpita del dramma tagliente del maestro americano, ma c'è da riconoscere che l'instancabile Woody ha saputo fotografare abilmente tutta la maniacale ostinazione di chi è incapace di staccarsi dall'immagine che vuole per se stesso. Non si può neanche non notare, però, che la visione che Allen ha delle donne in questo film (totalmente dipendenti dalla presenza maschile) è abbastanza fastidiosa. 

9) Dietro i candelabri di Steven Soderbergh

È interessante muoversi dietro le quinte della vita dello stravagante e talentuoso pianista Valentino Liberace, uno dei primi showman americani, che ha sempre rinnegato di essere gay, a differenza di quanto i suoi amanti abbiano raccontato. Michael Douglas lo interpreta con solare entusiasmo. Il trucco su Matt Damon, prima ringiovanito, poi mutato nei connotati, è esemplare. 

10) Noi siamo infinito di Stephen Chbosky

Ho riflettuto a lungo se concludere la mia top ten con Gravity di Alfonso Cuarón o no. Ma... anche se riconosco la portata epocale che per molti ha avuto questo sci-fi minimalista, io non ne sono rimasta avvinta. Nello spazio infinito mi è mancato il silenzio totale, rotto dalla musica di sottofondo. Non ho vibrato di tensione. Per questo chiudo invece con un film che inaspettatamente mi ha rubato il cuore: Chbosky è riuscito a rendere universale una delicata e difficile storia adolescenziale. E i tre interpreti principali (Logan Lerman, Emma Watson, Ezra Miller) sono stati stupendi. 

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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