
Fabrizio Corona

Fabrizio Corona

Fabrizio Corona
Dopo circa tre anni Fabrizio Corona ha trascorso la sua prima notte a casa, in quell’appartamento in zona Moscova, a Milano, dal quale, in piena Vallettopoli, lanciava mutande dalla finestra con Belén che lo aspettava sul divano.
Da allora le cose sono cambiate parecchio, ma per Fabrizio oggi è l’alba di un nuovo capitolo della sua vita: non più re dei paparazzi, non più galeotto, non più in comunità, ma affidato ai servizi sociali sul territorio.
La decisione è stata presa ieri dal Tribunale di Sorveglianza di Milano che ha accolto l’istanza presentata dai legali di Corona, Ivano Chiesa e Antonella Calcaterra.
Fabrizio potrà uscire di casa dalle 6 alle 23 dal lunedì al venerdì per lavorare. Sabato e domenica si dorme e ci si può concedere una pizza tra amici con un orario “libero” che va dalle 10.00 alle 00.00.
Per i prossimi 5 anni (fino a fine pena, nel 2021) non potrà, però, lasciare l’Italia, anzi la Lombardia; potrà usare il telefono solo per esigenze di lavoro e per sentire la sua famiglia e non potrà usare i social network.
Niente interviste televisive o ai giornali, ma sì al lavoro presso la sua agenzia di comunicazione che, al grido “Si puede” non lo ha mai abbandonato.
Dovrà, inoltre, frequentare il Sert, il servizio nazionale per le tossicodipendenze e dimostrare di essere meritevole della seconda opportunità che il giudice estensore Giovanna Di Rosa ha deciso di concedergli considerando la sua non pericolosità sociale, il passato da tossicodipendente e il percorso di mutazione avviato lo scorso giugno grazie all’affidamento alla comunità Exodus di Don Mazzi.
“I giudici – hanno dichiarato al termine dell’udienza presso il Tribunale di Sorveglianza – hanno stabilito che è cambiato, che è meritevole di questa opportunità e che ha diritto di lavorare come tutti gli altri e questo è un grande risultato”.