Ian Curtis: 40 anni fa moriva il frontman dei Joy Division
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Ian Curtis: 40 anni fa moriva il frontman dei Joy Division

ll cantante, dopo il successo dell'iconico album Unknown Pleasures, si suicidò nella sua casa di Macclesfield il 18 maggio 1980, lasciando un'impareggiabile eredità artistica

Dopo i fasti della Swingin' London degli anni Sessanta, la piovosa e grigia Manchester è diventata, negli anni Ottanta, la capitale della musica inglese, grazie a gruppi del calibro di Joy Division, New Order, The Smiths, Happy Mondays e Stone Roses. I primi due sono strettamente collegati tra loro, in quanto i quattro componenti dei Joy Division, Ian Curtis, Peter Hook, Bernard Sumner e Stephen Morris, strinsero tra loro un patto solenne: se uno di loro fosse uscito dal gruppo, per qualsiasi motivo, gli altri tre avrebbero dovuto cambiare nome e genere musicale.

Nessuno poteva immaginare allora che, dopo un solo album di grande successo come Unknown Pleasures del 1979, con una delle copertine più iconiche della storia del rock, Ian Curtis si sarebbe impiccato il 18 maggio 1980, quarant'anni fa, nella sua casa al numero 77 di Barton Street a Macclesfield. Curtis lasciò la moglie Deborah, ex compagna di scuola dalla quale si era ormai separato, e la figlia Nathalie. Sembra che, prima di compiere quel gesto estremo, il cantante guardò il film La ballata di Stroszek di Werner Herzog e ascoltò l'album The Idiot di Iggy Pop. Il 18 luglio 1980, due mesi dopo l'improvviso lutto, la Factory Records pubblicò Closer, secondo e ultimo album dei Joy Division, che raggiunse il sesto posto nella classifica UK e fu scelto da NME come "album dell'anno".

Dopo un anno di pausa, in cui più volte agli ex componenti della band balenò l'idea di smettere di lavorare insieme, nacquero nel 1981 i New Order, con la new entry della tastierista Gillian Gilbert (moglie di Morris), che diventeranno in poco tempo, grazie soprattutto al successo epocale di Blue Monday, uno dei più importanti gruppi di musica elettronica di sempre. Alto, magro, sguardo a volte assente, Curtis alternava pose quasi annoiate a scatenati balli sghembi davanti al microfono. Malato di epilessia fotosensibile e negli ultimi anni anche di depressione, il frontman dei Joy Division, pur non dotato di una grande estensione vocale, è stato un artista di straordinaria sensibilità, carisma e spessore, grazie al suo amore per scrittori come Burroughs, Kafka e Dostoevskkij, mentre i suoi numi tutelari erano David Bowie, Jim Morrison e Iggy Pop. I Joy Division sono stati uno dei gruppi più influenti della new wave e del post punk, osannati dai Nirvana e dai Radiohead, una band imprescindibile per capire l'evoluzione del rock a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. Gli U2 dedicarono a Curtis la canzone A Day Without Me dal loro primo album Boy, che venne pubblicato poco dopo la sua morte, il 20 ottobre 1980, mentre i Cure dedicarono al cantante suicidaThe Holy Hour, il primo brano del loro terzo album Faith. Nel 2002 Michael Winterbottom ha diretto il film 24 Hour Party People, che racconta la turbolenta storia della Factory Records, la casa discografica dei Joy Division, passando per la morte di Ian e la trasformazione nel nuovo gruppo in New Order.


Joy Division - Love Will Tear Us Apart [OFFICIAL MUSIC VIDEO]www.youtube.com


Nel 2007 la storia di Ian Curtis è stata portata al cinema dal regista e fotografo olandese Anton Corbijn nel suo film d'esordio Control, presentato al Festival di Cannes.

Stasera si terràun evento in streaming dedicato alla memoria del cantante, Moving Through The Silence: Celebrating The Life And The Legacy Of Ian Curtis, che servirà a raccogliere fondi per il centro di salute mentale di Manchester. Il tributo si potrà seguire in diretta sul sito ufficiale di United We Stream, oppure sulla pagina Facebook della piattaforma. Si esibiranno dal vivo gli Elbow, i Kodaline, i LoneLady e i Lottery Winners, mentre i suoi ex compagni di gruppo Bernard Sumner e Stephen Morris, oltre al frontman dei Killer Brandon Flowers, ricorderanno la sua fondamentale eredità artistica. Sulla lapide di Ian Curtis, a Macclesfield, è riportato il titolo del suo capolavoro: Love Will Tear Us Apart (L'amore ci farà a pezzi). La musica dei Joy Divison, invece, riesce a restituirci ogni volta quella singolare sensazione della gioia di essere tristi.

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Gabriele Antonucci