L'album del giorno: George Michael, Older
George Michael, Older
Musica

L'album del giorno: George Michael, Older

Il capolavoro del 1996, lanciato dalla commovente Jesus to a child, ha un'atmosfera cupa e fumosa da jazz club degli anni Sessanta, ravvivato da elettronica, samples di batteria e sintetizzatori

Per un crudele gioco del destino, George Michael, una delle più belle voci nella storia del pop, è morto quattro anni fa proprio il giorno di Natale, quella festività che da 35 anni è legata a filo doppio alla sua Last Christmas, un brano iconico che è ormai l'imprescindibile colonna sonora delle vacanze invernali.

Prima con gli Wham, poi come solista, George Michael, che in carriera ha venduto oltre 100 milioni di dischi, ha inciso numerose canzoni memorabili, evolvendo nel corso degli anni verso un pop-jazz maturo e raffinato, senza però rinunciare a irresistibili brani dance anche nell'ultimo album Patience del 2004. George è stato un cantautore completo, in grado di scrivere da solo la musica e le parole della maggior parte delle sue canzoni, un dotato polistrumentista e un uomo che ha condiviso la sua fortuna con le persone più bisognose, grazie non solo a munifiche donazioni, ma anche attraverso il volontariato svolto in prima persona, lontano dalle telecamere e dai flash.

Troppo spesso, però, si associa George Michael agli Wham! e agli anni Ottanta, dimenticandosi che i suoi capolavori, Listen Without Prejudice Vol. 1 e Older, appartengono entrambi al decennio successivo. Via il ciuffo mechato, l'orecchino a forma di croce e l'inseparabile giubbotto di pelle con le maniche jeans, nel 1990 Georgios Kyriacos Panayiotou, meglio conosciuto come George Michael, si presentò in una nuova veste con lo splendida canzone di denuncia sociale Prayin' for time, corredata da un video in cui non veniva mai inquadrato

Se c'è un album in cui emerge ancora di più tutta la statura artistica di George Michael, quello è Older del 1996 (oltre 8 milioni di copie vendute in tutto il mondo), il primo realizzato per la Virgin Records dopo la traumatica rottura con la Sony, un ulteriore passo in avanti rispetto al già eccellente Listen without prejudice realizzato sei anni prima.


George Michael - Older (Official Video)www.youtube.com


Anticipato dalla commovente bossa nova Jesus to a child, sei minuti di brividi caldi dedicati al compagno Anselmo Feleppa morto di AIDS nel 1993, Older è un album straordinariamente coeso, denso, pervaso da un'atmosfera cupa e fumosa da jazz club degli anni Sessanta, ravvivato da elettronica, samples di batteria, sintetizzatori e programmazioni che conferiscono al disco un sound che risulta ancora oggi fresco e contemporaneo. Sarebbe davvero riduttivo bollare semplicemente come pop canzoni del livello di The Strangest Thing, To be forgiven, Older e la splendida You have been loved.

Quest'ultima è una struggente ballad che racconta l'incontro onirico al cimitero con la madre del suo compagno Anselmo Feleppa, morto pochi anni prima. Mentre il cantante è arrabbiato con Dio per la morte prematura di un ragazzo così giovane, lei lo conforta e "gli asciuga le lacrime con le ali di un angelo, piene d'amore, che farebbero piangere anche un diavolo". In Older troviamo anche brani più movimentati, come l'irresistibile Fastlove, un inno all'edonismo e agli amori effimeri di una notte, in grado di galvanizzare ogni dancefloor con il suo perfetto mix tra tradizione funk e modernità.

Star People, in perfetto equilibrio tra tropicalismo e gospel, conferma l'idiosincrasia di George verso l'effimero mondo dello star system, da cui si è sempre tenuto scientemente lontano. Free, l'unico brano strumentale dell'album, è una sorta di reprise di The Strangest Thing, sebbene con alcune leggere variazioni. Le straordinarie qualità di crooner e l'amore per il jazz dell'artista anglo-cipriota emergono compiutamente nella notturna Spinning the wheel, ammodernata da samples di batteria e scratch, e nella swingante Move on, un coinvolgente invito ad andare sempre avanti, nonostante tutte le difficoltà, perché "la vita è così breve".

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Gabriele Antonucci