Lapo Elkann: il procuratore di NY fa cadere le accuse e chiude il caso
L'imprenditore rischiava il carcere per simulazione di sequestro per aver chiesto 10 mila dollari di riscatto alla famiglia
Cadono le accuse nei confronti di Lapo Elkann. Era stata fissata infatti per oggi, 25 gennaio, l'udienza nella quale il rampollo di casa Agnelli doveva rispondere dell'accusa di finto sequestro di cui si era reso protagonista.
Un arresto, il suo, che aveva fatto subito notizia tanto da riempire le prime pagine dei quotidiani e le aperture dei principali siti di informazione del mondo: dopo essere stato rilasciato, l'imprenditore avrebbe dovuto rispondere in aula per le accuse di "falsa denuncia" ma, visto lo sviluppo del procedimento, non si è dovuto neanche presentare in tribunale a Manhattan.
L'avvocato Randy Zelin ha spiegato che il suo ufficio legale ha condotto un'inchiesta e ha presentato le sue conclusioni al procuratore, il quale ha
determinato che la vicenda non costituiva un reato penale per Lapo Elkann che adesso "è sollevato e molto felice". Quindi, caso chiuso.
Lapo Elkann rischiava il carcere
Rischiavano di costare care a Lapo Elkann le 48 ore di eccessi trascorse a New York, dal giorno del Ringraziamento. Alla vigilia della partenza aveva raccontato via Instagram di essere in procinto di volare negli States per impegni di lavoro legati alla sua impresa, la Italia Independent, ma una volta arrivato a Manhattan Elkann avrebbe contattato una escort con la quale ha poi trascorso due notti tra alcol e droga. E poche ore dopo l'evento, il New York Daily News e altri quotidiani americani avevano rivelato l'identità della transgender con cui il rampollo si sarebbe incontrato: si trattava di Curtis McKinstry, una escort di 29 anni che vive sulla 28esima strada, nella zona di Kips Bay nota alle forze dell'ordine perché frequentata da spacciatori e criminali.
E mentre alla notizia le azioni della società di Elkann avevano subìto un crollo in Borsa, sulla testa del nipote di Agnelli rischiava di cadere un'altra pesante tegola. Dopo l'arresto lampo e il successivo rilacio, a causa della denuncia per falso sequestro l'imprenditore avrebbe dovuto comparire in tribunale, essendo stato citato davanti ad una corte americana: secondo la giurisprudenza statunitense, per questo genere di reato rischiava fino a due anni di carcere. Scampato pericolo vista, però, la decisione del procuratore nei confronti dell'imprenditore italiano.
Il momento buio e il messaggio della ex
Secondo quanto riportato in questi giorni da Il corriere della sera, negli ultimi mesi Lapo Elkann avrebbe confessato agli amici di vivere un periodo complicato, soprattutto a causa del lavoro: la società che gestisce sta risentendo pesantemente della crisi, l'apertura di Garage Italia (in cui è coinvolto anche lo chef Carlo Cracco), a Milano, è rallentata dalla burocrazia e anche a livello personale non riesce a trovare una stabilità sentimentale.
Proprio nelle ore successive all'arresto la sua ultima fidanzata ufficiale, la modella tedesca di origine mediorientale Shermine Shahrivar, aveva postato su Instagram un messaggio che sembra proprio rivolto al suo ex: "Non sai di cosa sei fatto finché non finisci in pezzi. Questo ti dà la capacità di ricostruirti ancora, ma più forte di sempre". I due avevano fatto coppia fissa per qualche mese e, nel maggio scorso, erano stati avvistati avvistati in Costa Azzurra. Nonostante i rumors parlassero di un imminente fidanzamento dopo l'estate, a settembre Lapo e Shermine poi si erano lasciati.
Il falso sequestro a New York
Questi i fatti. Elkann era stato fermato e poi rilasciato dalla polizia di New York per avere inscenato il suo finto sequestro allo scopo di ottenere dalla famiglia un riscatto di 10.000 dollari. Si tratta della cifra di cui Lapo avrebbe avuto bisogno per proseguire un presunto festino a base di sesso e droga che si protraeva già da due giorni e che fa correre la memoria alla notte torinese del 2005, quando in circostanze analoghe Elkann rischiò l'overdose.
La ricostruzione era arrivata dalla stampa Usa in particolare dal New York Daily News, dal Daily Beast e da Hollywwod reporter e in poche ore la notizia aveva fatto il giro del mondo. Secondo i magazine, l'imprenditore nipote dell'avvocato Agnelli sarebbe arrivato a New York a novembre del 2016 per trascorrere il giorno del Ringraziamento insieme agli amici americani e per degli impegni di lavoro. Da quanto riportato dai media Usa, però, Lapo a New York aveva poi contattato la escort transgender di 29 anni, con cui avava passato 48 ore tra sesso, alcol e droga (cocaina e marijuana).
L'intervento della polizia
I contanti a disposizione di Lapo, però, sarebbero presto finiti ed Elkann avrebbe chiesto un prestito all'escort per comprare altra droga in attesa di chiedere un aiuto alla famiglia. Da qui, sempre secondo quanto scritto dai reporter americani e citato dall'Ansa, l'idea di inscenare un sequestro. Lapo avrebbe chiamato casa dicendo di essere trattenuto contro la sua volontà da una donna che chiedeva 10 mila dollari per il rilascio. La famiglia, allertata, avrebbe avvisato la polizia che in breve sarebbe risalita al covo della coppia e avrebbe scoperto la verità verificando che l'idea sarebbe stata di Lapo, tanto che la escort è stata immediatamente rilasciata.
Un video pubblicato da Lapo Elkann Official (@lapoindependent) in data: