Modà, "Dimmelo", l'intervista per il nuovo singolo
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Modà, "Dimmelo", l'intervista per il nuovo singolo

Dialogo con Kekko Silvestre, dal successo alle critiche, dal progetto "Gioia" al videoclip del brano dell'estate con la modella Roxana Netea. In attesa del tour 2013 che tornerà a ottobre con nuove date

Mentre i Modà festeggiano in queste settimane le vendite multiplatino di "Gioia" con oltre 120 mila copie vendute, lanciano il 5 luglio 2013 il terzo singolo ufficiale, "Dimmelo", dopo "Se si potesse non morire" e "Come l'acqua dentro il mare", le canzoni presentate al Festival di Sanremo 2013 e "Gioia", secondo singolo ufficiale estratto dall'album omonimo.

Abbiamo chiesto a Kekko Silvestre (che ringraziamo davvero per la sua consueta disponibilità) di raccontarci tutto su questo brano e il videoclip che state vedendo in queste ore - quasi mezzo milione di visualizzazioni in meno di una settimana - e ci siamo fatti prendere la mano per toglierci alcune curiosità. Prima dell'estate, prima del ritorno in tour dopo le prime date nei palazzetti italiani.

Dove ha scritto "Dimmelo"?
"L'ho scritto in macchina, nel tour del 2011. Mi ricordo che tornavamo da Trento, la musica l'avevo già scritta, come sempre avviene nei nostri brani. Mi è venuto in mente questo testo e la particolarità è che forse uno dei pochissimi testi che non è mai stato scritto su un foglio di carta. La bozza iniziale è ancora tra le note del mio cellulare".

Come mai ha scelto "Dimmelo" come singolo?
"Più che per una scelta di suoni stagionali, avevamo bisogno di riportare in superficie una nostra identità più vicina a brani ormai molto noti come "Vittima". Nel percorso di questo disco vogliamo portare avanti alcuni obiettivi, e uno di questi era far conoscere al pubblico italiano questo brano, che ricalca dopo brani lenti e molto riflessivi, la nostra essenza più vicina al rock".

I fan, ma soprattutto le fan, stanno impazzendo per questo videoclip.
"Abbiamo cercato di raccontare la canzone nel modo migliore. Un brano passionale non poteva non avere una donna bellissima come Roxana Netea, una modella romena con la quale abbiamo un po' giocato a interpretare una nostra storia carnale, sempre nei limiti. Come avrete notato non ci sono nemmeno baci! L'idea iniziale è venuta a Gaetano Morbioli, il regista del video con il quale, nonostante fossimo al casinò di Lugano, abbiamo cucito una storia come se fossi un po' un agente 007 che alla fine non si mostra interessato al bottino prezioso. Mi rendo conto che a recitare sembro quasi Nino D'Angelo, ma alla fine penso sia venuto molto bene, siamo molto ironici e in linea con quello che è stato fatto nel tour, volevamo metterci in gioco in prima linea, come sempre.  

Ho visto il videoclip realizzato con Modà Cam per il tour. Ha sintetizzato in modo incredibile le emozioni non solo sue, personali, ma anche quelle del pubblico. Un video che ha commosso molte persone, lo sa vero?
"E non si è visto quanto pronunciare quelle parole abbia commosso me. Sono un uomo sensibile, può capitare che mi arrabbi ma anche che mi commuova con la stessa facilità. Era l'ultima tappa del tour, ero molto stanco, contento di tornare a casa, ma malinconico per questi mesi intensi passati insieme che arrivavano alla loro conclusione. Mi sono visto un po' di questi video che con la Vodafone hanno registrato tra la gente. Alle cinque del pomeriggio ero così emozionato che ho chiesto di poter ringraziare tutti con un video mio. Per mesi, durante il tour, mi sono isolato un po', avevo bisogno della massima concentrazione per dare il 100% durante ogni data. Me ne stavo andando, sentivo un grosso vuoto e ho risposto con le parole a tutto il loro affetto.

In questi giorni stiamo vedendo in tv Bianca Atzei, un progetto Ultrasuoni a cui tiene molto.
"Ci sono due artisti che ho incontrato nella carriera e a cui mi sono davvero affezionato. Una di queste è Alessandra Amoroso, a cui voglio un bene dell'anima. L'altra è Bianca Atzei, la vidi in televisione un giorno e la segnalai immediatamente perché è fortissima. Non l'avevano presa per Sanremo Lab e sentii di chiedere al mio discografico di darle un'opportunità. Ha un graffio intenso, ha un atteggiamento sul palco unico. Alla fine, oggi, non ho fatto altro che scrivere due canzoni per lei e dire che mi piace la sua voce. Ha grandi capacità e mai nascondo la passione per la musica che mi piace, anche se lontana dalla mia realtà discografica. Come Emma, perché "Schiena", il suo ultimo lavoro, è un album bellissimo.

A ottobre ci aspettiamo qualche novità nel tour?
"Qualcosa di nuovo ci sarà ma non ci distaccheremo dal tour principale anche per rispetto dei fan delle città nelle quali non siamo ancora arrivati. Quindi lo spettacolo sarà lo stesso, magari come sempre cambieranno un po' i brani, ma l'impianto scenico rimarrà identico. L'invito, anche per chi è già venuto, è quello di ritrovarci ancora".

Podio a Sanremo, disco multiplatino, singoli di successo: l'avventura dei Modà continua. Ma c'è chi esprime forti critiche nei vostri confronti, alla vostra musica, a voi come realtà di rilievo nel panorama musicale. 
"Partiamo dal presupposto che quando si è amati da molte persone, non piacere a qualcuno è normale e inevitabile. La mia visione delle cose parte un po' dalla stampa che dopo tutto questo tempo e i risultati ottenuti, ci vedono ancora come raccomandati che vanno avanti solo perché hanno dei network alle spalle. La verità è che per tre network che promuovono la nostra musica, ce ne sono altri cinque che non ci possono nemmeno sentir nominare. Mi viene da pensare, mi sbaglierò, che molte di queste persone non sono mai venute a vederci in concerto, per capire in modo evidente e inequivocabile chi siamo e cosa possiamo dare. Abbiamo un pubblico che va dai bambini piccolissimi alle persone più anziane, me ne sono sempre un po' fregato delle critiche gratuite. Noi, da sempre stiamo al gioco e di sicuro non ci arrabbiamo troppo per questo motivo. Essere attaccati ancora oggi dal 70% della stampa è un dato di fatto. Noi continuiamo a lavorare e fare tutto il nostro meglio per il pubblico. Il resto non può e non deve essere al centro delle nostre attenzioni".  

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Alessandro Alicandri