Keith Jarrett festeggia 70 anni: i 5 album fondamentali
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Musica

Keith Jarrett festeggia 70 anni: i 5 album fondamentali

Il geniale pianista si esibirà il 18 maggio al Teatro San Carlo di Napoli nell'unica data italiana del tour

"The Köln Concert" ha venduto 4 milioni di copie, un record

“Il jazz è cercare che la luce brilli. Non tentare di accrescerla, lasciala essere”. Questa bellissima frase di Keith Jarrett, che oggi compie 70 anni, esemplifica il modo di concepire la musica da parte del più grande pianista jazz vivente. La ricorrenza viene celebrata con la pubblicazione in contemporanea di due nuovi album, Creation e Barber/Bartók/Jarrett, diversissimi tra loro e con un concerto in piano solo il 18 maggio al Teatro San Carlo di Napoli, unica tappa italiana del tour europeo. La parola chiave per capire la magia della sua musica è improvvisazione. Totale e assoluta, libera, ma al tempo stesso rigorosa. “E’ il modo più profondo, in musica, per mettersi in contatto con la realtà, nel momento stesso in cui essa accade”, ha spiegato Jarrett. I suoi celebri album di piano solo, tra cui il capolavoro assoluto The Köln Concert, sono come delle Polaroid che fotografano la musica nel momento stesso in cui prende vita attraverso i tasti del suo pianoforte. Altrettanto straordinarie sono le sue esibizioni con il trio delle meraviglie formato con il contrabbassista Gary Peacock e il batterista Jack De Johnette, la summa dell’interplay.

Vediamo insieme, cliccando le frecce laterali, i 5 album fondamentali della sua straordinaria carriera, una lista naturalmente parziale e soggettiva.

1) The Köln Concert

Il disco di piano solo più venduto di tutti i tempi, con oltre 4 milioni di copie. Jarrett ha dichiarato: “Non ho neanche un seme quando comincio. E’ come partire da zero”. La straordinarietà dell’album è proprio nella sua assoluta improvvisazione, che permette al pianista di dare libero sfogo a tutta la sua fantasia e alla sua capacità compositiva. Il disco ha un calore e una forza emotiva che è tanto più strabiliante se si pensa che il pianoforte col quale ha suonato era accordato male, tanto che Jarrett si oppose allora alla pubblicazione dell’album. La bellezza e la naturalezza del pianoforte, anche se la qualità della registrazione era piuttosto scadente, ha convinto Manfred Eicher, patron della ECM, a pubblicarlo integralmente, facendolo diventare uno dei più clamorosi successi della storia del jazz. Dopo il Köln Concert tutti i pianisti jazz devono qualcosa a Keith Jarrett.

2) Facing you

Siamo nel 1971 e la svolta elettrica di Bitches Brew di Miles Davis è ancora fresca, condizionando anche lavori apparentemente lontanissimi come Facing You di Keith Jarrett, primo album di piano solo inciso per la ECM. E’ il disco più amato dai puristi del jazz, che lo considerano tecnicamente superiore al più celebrato The Köln Concert.

3) At the Blue Note: The Complete Recordings

L’apice del trio Jarrett-Peacock-DeJohnette è rappresentato dal monumentale At the Blue Note. The complete recording del 1995, considerato il corrispettivo musicale di Alla ricerca del tempo perduto di Proust per la sua capacità poetica ed evocativa. Registrato per tre giorni consecutivi nello storico Blue Note di New York,  At the Blue Note suona al tempo stesso classico e moderno, rispettoso delle composizioni originali eppure liberissimo nella sua capacità di donare nuovi colori a brani già perfetti. Le sette ore di incisione testimoniano la straordinaria tecnica e l’affiatamento del trio, che Jarrett ha definito “mistico”.

4) Standards Live

L’esibizione dal vivo, registrata il 2 Luglio 1985 al Palais De Congrès, rivela un suono corposo e pieno come se ci si trovassimo davanti ad un'intera orchestra, trascinando l'ascoltatore in un vortice sonoro dove ogni strumento si incastra e si completa negli altri due. Il brano d’apertura, la sublime Stella By Starlight nella quale Peacock e Dejohnette si inseriscono in modo magistrale nella lunga intro di Jarrett, da sola vale il prezzo del disco.

5) Treasure Island

Considerato il migliore album del periodo Impulse, quando Jarrett era accompagnato dallo stellare quartetto americano con Dewey Redman, Charlie Haden e Paul Motian, oltre che dalla chitarra di Sam Brown e dalle percussioni di Danny Johnson e Guilherme Franco. Un disco solare, che alterna gustosi brani dalle cadenze rock, gospel, blues e free, perfetto per accostarsi per la prima volta all'arte di Jarrett.

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Gabriele Antonucci