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Il mio collega è un pessimista cronico!

Il pessimismo è una patologia? No. E’ in grado di rovinarci la vita? Si.

A tutti coloro affamati di patologie: oggi cascate male!

Ci risiamo – non sto parlando di patologie. Se pensate che per rovinarci la vita dobbiamo necessariamente ricorrere ad una malattia siete in alto mare! Ho visto una quantità infinita di persone giustificare la loro infelicità grazie a questa o quella psicopatologia: “ci credo che ho un carattere di merda: sono depresso!” , “non vedi che non posso affrontare questo argomento, sono una persona ansiosa!”. Gli esempi si possono sprecare, ma il significato è sempre lo stesso: non cambio perché sto male! Giustificare l’insoddisfazione celandosi dietro una diagnosi o una psicopatologia è molte volte una bella paraculata!

Ma a nessuno è mai venuto in mente che noi NON siamo le nostre patologie? Un po’ di colpa l’avremo anche noi o sbaglio? Forse qualcuno dovrebbe assumersi più la responsabilità della propria infelicità. Subire passivamente una vera (o presunta) psicopatologia significa che mi arrendo. Legittimo … ma tossico … anzi – psicotossico!-

Il pessimismo cronico non necessariamente è legato ad una patologia (anche se alcune patologie lo alimentano a dismisura) ma sicuramente ha il magico potere di rovinarci la vita.

Non mi è facile descrivere il pessimismo; ho tuttavia un aneddoto che potrebbe semplificarmi la faccenda. Quando ero un giovane psicologo (circa 28 anni) ebbi occasione di confrontarmi con un conoscente che era convinto di essere affetto dalla “fobia del rosso”. Io ignoravo cosa fosse in realtà questa fobia – come cazzo si può avere una repulsione verso un semplice semaforo rosso? Al massimo ci può far girare le palle quando siamo in ritardo! Lui mi disse (convintissimo) che quando andava in giro con il suo motorino prendeva solo semafori rossi.

Decisi di fare una cosa che uno psicologo non dovrebbe fare mai nella vita (e infatti non l’ho più fatto): andai dietro con lui. In realtà ero molto curioso di saperne di più di questa curiosa maledizione – l’anatema del rosso mi mancava proprio! Di quel viaggio non ricordo molto se non che questo disgraziato guidava come un macaco. Finita la corsa con fare pomposo il tizio scese dal suo motorino e mi disse: “visto che abbiamo preso solo rossi?”. Gli risposi con molta calma che la sua impressione era sbagliata: su undici semafori sette erano rossi e cinque verdi. Lui trasalii, non se l’aspettava proprio, ma era la verità.

Non c’era nessuna maledizione o fobia (come la chiamava erroneamente lui). Quando Pippo (nome di fantasia) incontrava un rosso si fermava (e bestemmiava) quando incontrava un verde tirava a dritto senza neanche accorgersene. Il meccanismo alla base di ciò è definito “percezione selettiva” e ciascuno di noi ne fa uso. A seconda delle nostre esigenze, delle nostre idee, del nostro stato mentale  (o anche del nostro umore) la nostra percezione del mondo cambia radicalmente. Facciamo qualche esempio:

  • Mi serve una macchina nuova? Farò più caso alle pubblicità di auto!
  • Mi girano le palle? Noterò più probabilmente i cassonetti pieni che gli alberi in fiore!
  • Ce l’ho più con una categoria di professionisti? (ad esempio i commercialisti). Sarò severo e giudicante verso tutti gli errori che commettono i commercialisti mentre sarò più blando e clemente verso i geometri.

Il mondo che noi percepiamo, in virtù di questo meccanismo è molto diverso da ciò che è veramente.

I pessimisti applicano un filtro negativo al mondo, e quindi è ovvio che notino solo ciò che di brutto c’è sulla Terra. In effetti non abitiamo a nel mondo dei teletubbies  dove tutto è buono e perfetto … ma ciò che caratterizza un pessimista è che l’attenzione sarà sempre concentrata sugli aspetti negativi della sua vita (i rossi), mentre quelli positivi (i verdi) non saranno proprio notati.

Diversi esperimenti confermano che i pessimisti hanno talento nel:

–          Non sfruttare le occasioni che la vita gli porge (non le vedono)

–          Lamentarsi molto spesso dei problemi senza apprezzare gli aspetti positivi

–          Essere cronicamente scazzati della vita che non offre loro mai niente di buono

–          Non assumersi mai le responsabilità dei fallimenti ma attribuirla ad un mondo “brutto e cattivo”

–          Sentirsi cronicamente minacciati dal prossimo

Il mondo non è come lo vediamo, la percezione del nostro ambiente è soggettiva e ciò che decidiamo (o vogliamo) percepire rende il mondo un posto orrendo oppure accogliente.

Intendiamoci, il pianeta Terra continuerà ad essere un luogo popolato anche da stronzi … ma se non siamo pessimisti avremo almeno la consolazione di non vedere solo loro!

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