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Il mio collega è ansioso!

Premetto: i disturbi legati all’ansia sono fra i più comuni. Tanto per cominciare cerchiamo di essere un po’ umili nello sputare sentenze (o diagnosi) improvvisate: non sempre è facile capire quando finisce l’ansia fisiologica (normale) e subentra quella patologica.…Leggi tutto

Premetto: i disturbi legati all’ansia sono fra i più comuni.

Tanto per cominciare cerchiamo di essere un po’ umili nello sputare sentenze (o diagnosi) improvvisate: non sempre è facile capire quando finisce l’ansia fisiologica (normale) e subentra quella patologica.
Come funziona il cervello di un soggetto ansioso? Premettiamo anzitutto che l’ansia non è di per sé patologica. Ci sono eventi che inevitabilmente ci scatenano una reazione ansiosa! (un incidente, un pericolo reale, l’attesa mentre si aspettano le analisi del sangue ecc.). Se tali eventi non ci danno reazioni emotive probabilmente siamo dei Terminator … o peggio ancora siamo miglia lontano dalla nostra dimensione emotiva!

Il problema del disturbo d’ansia è quando a metterci a disagio sono stimoli con un potenziale di pericolo basso o inesistente.

Se vado nei pazzi all’idea di una telefonata ad un collega, se tremo all’idea di non riuscire a lavare i piatti, se non mi sento capace di svolgere una normale mansione, se ho paura di guidare ecc. è giunto il momento di farsi qualche domandina!

Riprendendo quindi la diagnosi (molto comune) di ansia generalizzata potremmo dire che il cervello di un ansioso non si spegne proprio mai. Le preoccupazioni sono una presenza costante, il lavoro, la scuola, i soldi, lo sport … sono tutti elementi potenzialmente ansiogeni. E nel momento in cui se ne risolve uno altri prenderanno il suo posto!

Per capirsi. Un ansioso vive un problema medio come se fosse una catastrofe, un problema grave come se fosse l’apocalisse … e se non ci sono problemi se li crea.

L’ansia si esterna con una serie di sintomatologie:
- Cognitive (disattenzione, difficoltà di concentrazione, perenne indecisione)
- Dell’umore (umore ballerino, scatti d’ira)
- Fisiche (tremori, sguardo basso, tensioni muscolari, sudorazione eccessiva, insonnia, frequenti malattie, mal di testa ecc)

I trattamenti per l’ansia generalmente danno buoni risultati, se ovviamente trattati da un buon professionista.
Se invece siete voi stessi colleghi o amici di una persona ansiosa sappiate che discorsi del tipo: “ma non essere così ansioso!” o “calmati cazzo!” hanno un’efficacia inesistente!

Un buon ginecologo sa che l’effetto di una frase del tipo: “si rilassi, cazzo!” ad una donna che fa per la prima volta un pap-test è controproducente! (A volte capita di incontrare delle nutrie decisamente più empatiche di certi professionisti!)

Il comportamento di aiuto per un ansioso si basa su un approccio empatico. Mi spiego meglio, essere giudicanti con questi soggetti è stupido e lesivo: “ma che fifona che sei!”. Risulta opportuno invece ascoltare le loro paure e riportare il loro “occhio della mente” su conseguenze verosimili delle loro azioni.

Se ad esempio il bagno non è perfettamente pulito significa che dovrò pulirlo il giorno dopo, non che:
- tutti penseranno che sono un sudicio
- mi ammalerò di epatite dopo aver fatto pipì
- troverò nuove forme di vita aliene nello spazio fra le mattonelle.

In altre parole l’ansioso ha bisogno di essere sintonizzato sul pianeta Terra anziché sul pianeta “Ansia”.
Di più non credo sia possibile fare in contesti lavorativi o domestici. Ma vi assicuro che anche questi semplici gesti potrebbero cambiare la giornata dell’ansioso che vi sta accanto.

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Matteo Marini