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Sergio Oliverio / Imagoeconomica
Economia

Premi di produzione, tasse a zero con i voucher

Il governo pronto ad approvare un decreto che detassa la parte di salario collegata alla produttività

Nei prossimi giorni il governo dovrebbe approvare un decreto che punta a rilanciare la produttività delle imprese grazie ad alcune interessanti agevolazioni fiscali. Un problema questo non da poco visto che gli ultimi dati disponibili sugli incrementi della produttività vedono l’Italia nel periodo che va dal 1998 al 2011 in una triste posizione da fanalino di coda. A fronte infatti di una crescita del livello produttivo che nel nostro Paese è stata appena del 3,6%, si deve registrare un +17% in Francia e in Germania, e addirittura valori superiori al 20% in Giappone, Usa e Gran Bretagna. Da qui l’idea dunque di introdurre delle agevolazioni che possano permettere a aziende e lavoratori di pagare meno tasse sulla parte di salario che copre appunto i premi di risultato. Ma vediamo nel dettaglio come dovrebbe funzionare il meccanismo previsto dal governo.

1 - Valori della detassazione

Secondo le intenzioni dell’esecutivo, il reddito maturato grazie a incrementi di produttività, subirà una tassazione unica e secca del 10%, in maniera dunque del tutto indipendente dai classici scaglioni Irpef. Se poi invece il lavoratore deciderà di incassare i premi di risultato attraverso voucher da destinare a servizi di welfare, allora la tassazione scenderà addirittura a zero.

2 - Cosa fare con i voucher

Il lavoratore che decidesse di accettare i voucher con imposte nulle, potrà spenderli ad esempio per servizi di asili nido, di baby sitter, per una badante, oppure ancora per andare ad implementare una sanità integrativa o servizi previdenziali complementari. Da notare inoltre che l’azienda potrà anche distribuire gli utili come premio di risultato e anche in questo caso si applicherà il regime fiscale agevolato.

3 - Chi potrà beneficiare dei premi agevolati

I destinatari delle misure programmate dal governo sono tutti i lavoratori che percepiscono un reddito lordo annuo al di sotto dei 50mila euro. A differenza quindi di quanto avvenuto in passato per operazioni analoghe, quando il limite era stato fissato invece a 25mila euro, si è voluto allargare la platea dei potenziali utilizzatori anche ai quadri impiegatizi e non solo più agli operai.

4 - Limiti massimi di premi non tassabili

Nel decreto che a breve dovrebbe essere promulgato dal governo si prevede che le agevolazioni fiscali sopra ricordate saranno applicabili su premi di risultato fino un massimo di 2mila euro all’anno. Il totale dei premi in questione potrà salire invece fino a 2.500 euro nelle imprese che sottoscriveranno accordi con i sindacati con il coinvolgimento dei lavoratori nell'organizzazione del lavoro.

5 - Risorse a disposizione

Nei rendiconti di bilancio approvati nella Legge di stabilità, all’incremento della produttività attraverso misure di fiscalità agevolata sui premi, sarà destinato per quest’anno un fondo pari a 483 milioni di euro. Una cifra che salirà a quota 520 milioni rispettivamente nel 2017 e nel 2018.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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