euro europa economia
Istock/erhui1979
Economia

Perché l'euro si rafforza

I rischi politici sono diminuiti (tranne l'incognita italiana) e l'economia è tornata a viaggiare

Il primo semestre del 2017 ha premiato l'euro, che si è apprezzato nei confronti del dollaro di circa il 10 per cento, portandosi la scorsa settimana dopo il meeting della Bce a quota 1,16, un livello non lontano dal massimo toccato due anni fa contro i biglietto verde.

Ma cosa ha spinto in questi mesi gli investitori a comprare euro e vendere dollari?

LEGGI ANCHE: Perché Draghi ha salvato l'euro

LEGGI ANCHE: Yuan, perché la valuta cinese è sempre più importante

Cosa pensano gli esperti

Le ragioni sembrano essere in parte economiche e politiche. A detta di molti esperti, a differenza del dollaro, sul cui indebolimento pesa oggi anche lo scandalo Russiagate che rischia di travolgere il neopresidente Donald Trump, oggi l’euro politicamente è più forte di prima, dopo le elezioni francesi che hanno visto la vittoria di Macron.

"Draghi come Ercole ha dimostrato di vincere tutte le sue fatiche, 11 su 12. La dodicesima sarà l’elezione italiana. Draghi pensa che sia presto per diminuire il tapering (la diminuzione degli acquisti di bond sul mercato,ndr) e il mercato sembra scommettere che abbia ragione: prendere più tempo potrebbe essere la tattica giusta se in cambio avverranno riforme strutturali del sistema. Così è in gran parte già avvenuto e adesso la strada sembra finalmente in discesa" spiega Massimo Siano, responsabile per il Sud Europa di Etf Securities.

Siano ha una visione rialzista sulla divisa comune, che - a suo avviso - entro la fine del 2017 potrebbe arrivare a un livello di 1,20 nei confronti del dollaro.

"Credo che il mercato comprerà euro - sottolinea - e continuerà a dargli fiducia. Nessuno si aspetta la fine del QE nel 2017, ma il mercato non sta comprando la valuta comune per questo. Il mercato sta comprando euro perché sono diminuiti i rischi e la macchina pubblica assieme a quella privata appare più efficiente".

LEGGI ANCHE: Perché l'economia europea sta meglio (secondo la Bce)

Il trend rialzista

Del resto i movimenti no euro in Europa sono stati tutti sconfitti, ottenendo paradossalmente un effetto contrario, e i politici eletti nelle elezioni sembrano essere addirittura tutti più europeisti rispetto ai predecessori.

Non solo. "La bilancia commerciale dei due paesi più industrializzati, Germania e Italia, è al record storico assoluto dal dopoguerra - prosegue Siano - e le prospettive di crescita con bassa inflazione per l’Eurozona sono davvero ottime. Se i dati saranno così sostenuti, ritengo che l’euro abbia iniziato un forte trend rialzista di lungo periodo contro il dollaro. Tra qualche anno non mi stupirei di vedere il cambio attorno a 1,50 vista la bilancia commerciale europea, molto forte, e quella americana, molto debole".

Più cauto è invece Brendan Lardner, gestore di fondi di State Street Global Advisors, secondo cui il recente rafforzamente della divisa comune potrebbe subire nel breve termine una qualche correzione.

"La Bce - sottolinea Lardner - sarà stata anche cosciente del fatto che il continuo rialzo dell’euro potrebbe avere una certa pressione al ribasso sui dati sull’inflazione" e il permanere dei prezzi a livelli bassi e al di sotto del target del 2 per cento (il recente calo è legato prevalentemente all'energia) resta la principale insoddisfazione dell'Eurotower, che prevede resti stabile nei prossimi mesi e in rialzo graduale solo nel medio termine.

LEGGI ANCHE: Petrolio, perché il prezzo fatica a risalire sopra i 50 dollari

I prossimi appuntamenti

Francoforte non vede rischi di deflazione all'orizzonte e continua a monitorare le condizioni finanziarie, definite ora "molto di supporto", cercando di evitare inasprimenti non desiderati.

 
Anche il cambio con il dollaro viene seguito con molta attenzione ai piani alti dell'Eurotower, seppure non sia un obiettivo diretto.

"Il riferimento fatto da Draghi al recente apprezzamento dell'euro, definito non preoccupante, ha probabilmente tranquillizzato gli operatori sul livello di cambio sopportabile dalla Bce. Ciò ha spinto a un ulteriore incremento delle posizioni lunghe in attesa dell'intervento di Draghi a Jackson Hole il prossimo 25 agosto e del successivo meeting Bce del 7 settembre" conclude Marco Vailati, responsabile ricerca e investimenti di Cassa Lombarda.

Ulteriori apprezzamenti dell'euro, insomma, potrebbero diventare più semplici - come ha scritto in una nota anche Bank of America Merrill Lynch - "visto che la Bce sembra non aver intenzione di contenere la valuta".

I più letti

avatar-icon

Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

Read More