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(Ansa)
Economia

La crisi delle materie prime durerà fino al 2023

È una delle grandi difficoltà del mercato globale di queste settimane e, purtroppo, per la normalità dovremo attendere ancora

Eccessiva richiesta per il mercato globale riesploso dopo lo stop per la pandemia e scarsità delle materie prima. Il mondo sta facendo i conti con una nuova, grande difficoltà. per certi versi inaspettata. Una difficoltà che rischia di mettere in ginocchio diversi settori, anzi, diversi grandi settori dell'economia globale. come ad esempio quello delle 4 ruote.

Continua il periodo nero per il mercato auto italiano. Secondo i dati comunicati da UNRAE, a novembre 2021 sono state immatricolate in Italia 104.478 vetture contro le 138.612 unità del 2020. Si tratta di un calo del 24,6%. Volendo fare un confronto con il 2019, la contrazione è addirittura del 30,8%. Guardando ai dati dei primi 11 mesi dell'anno, rispetto al periodo pre-pandemia (2019) si sono perse oltre 400.000 immatricolazioni, pari ad una flessione del 22,8%. A livello globale per il 2021 sono previsto a consuntivo 5, 2 milioni di auto vendute in meno.

A condizionare questo risultato, sicuramente sia gli effetti della pandemia e sia la crisi dei chip che sta limitando la disponibilità di nuove vetture sul mercato. Secondo la società di consulenza AlixPartners, la carenza di microchip e di materie prime, come metallo, alluminio e rame determinerà un danno, in termini di ricavi, di circa 210 miliardi di dollari per il settore e l'indotto. Ma il discorso potrebbe allargarsi anche a tutto il settore del manifatturiero, che mette a serio rischio la ripresa economica post pandemia. “Purtroppo in base a quelli che sono i dati che abbiamo a disposizione, questa situazione, che non è certo iniziata con la pandemia- dice Roberto Spagnolo, Account Executive responsabile settore automotive e manufacturing di Jaggaer società leader a livello globale nell’ambito dell’eProcurement - si dovrebbe protrarre ancora almeno fino alla prima metà del 2023, con probabili pesanti ricadute negative facilmente immaginabili sulla ripresa economica mondiale.”

Jaggaer, da oltre 25 anni leader con oltre 1700 clienti nel mondo e oltre 200 in Italia, tra cui Rolls-Royce, illycaffé, Enel, Grohe, Durr, Gruppo Fedrigoni, Comau, Siram, Università Cattolica, solo per citarne alcuni, è provider di una piattaforma per la gestione di tutto il processo di acquisto delle aziende, dalla scelta del fornitore alla gestione dell’ordine. E’ attivo in oltre 70 paesi nel mondo e quindi un interlocutore tra i più affidabili per cercare di capire come le aziende possano reagire ad una situazione che fra tensioni geopolitiche, pandemia, scarsità di microchip, aumento dei prezzi delle materie prime, rischia di creare un corto circuito devastante per la ripresa economica globale.

Come agisce la digitalizzazione nel processo di fornitura delle aziende?

Il processo di acquisto e di gestione dei fornitori fino a non molti anni fa era considerato a torto come un’attività poco strategica nel processo produttivo di una azienda. Si pensava molto a come tagliare i costi legati alle forniture e si prestava meno attenzione alle dinamiche di quello che invece nel tempo è diventata una attività fondamentale della vita aziendale ed un volano di innovazione e crescita. Con la nostra piattaforma Jaggaer one, le aziende possono gestire in cloud, in completa autonomia e in totale sicurezza, tutto il processo dell’acquisto dalla scelta del fornitore giusto fino alla gestione degli ordini. Grazie alle funzionalità della nostra piattaforma le aziende possono ad esempio selezionare i fornitori sulla base di parametri di valutazione indicativi di affidabilità e costi, avendo preventivamente una valutazione dei rischi legati a questa scelta, sulla base sia di uno storico del fornitore e sia sulla base di contingenti fattori geografici, politici od economici che lo possono riguardare. Questo grazie all’integrazione della piattaforma non solo con gli ERP aziendali ma, anche con fonti dati esterne, specializzate ad esempio su informazioni finanziarie o geopolitiche. Una completa digitalizzazione dei processi di acquisto può dunque aiutare a gestire il rischio anche in situazioni assai complicate come quella attuale.

Si riferisce allo shortage dei microchip e delle materie prime

Sicuramente con Jaggaer One i nostri clienti hanno a disposizione uno strumento in più per valutare in anticipo le difficoltà e i colli di bottiglia che si possono creare affidandosi ad un fornitore piuttosto che ad un altro, ad esempio a causa della posizione geografica del fornitore stesso o delle sue performance storiche. Inoltre la nostra soluzione specifica per il mondo manufatturiero permette a buyer e fornitori di interagire in tempo reale via web condividendo stato delle scorte e delle capacità produttive, agevolando la pianificazione e la gestione del rischio.

Ma sulla base della esperienza dei vostri clienti quale problematica preoccupa maggiormente

Senza dubbio la carenza di microchip, che si è venuta a creare a causa soprattutto della decisione di delocalizzare in grande parte la produzione in estremo oriente e questo ha determinato colli di bottiglia e una forte dipendenza da fornitori come Taiwan, Cina e Corea del sud. Tesla sta pensando, per restare nel settore automotive, di ovviare a questo producendo in proprio microchip. Ma certamente questo processo non può essere immediato. Intel sarebbe in procinto di annunciare un progetto di una fabbrica di microchip europea, probabilmente in Germania, insieme ad altri impegni collaterali che potrebbero riguardare anche altri Paesi, come l'Italia. Così come sembra che la taiwanese TSMC abbia intenzione di aprire un impianto investendo 12 miliardi di dollari. Ci vogliono anni per realizzare simili progetti, ma il problema per le aziende è ora.”

Come la tecnologia digitale può aiutare le aziende ad affrontare queste sfide nell’immediato

Soluzioni come la nostra possono aiutare sicuramente nella selezione e gestione della relazione con i fornitori in quelle componenti strettamente legate al fenomeno dello shortage. L’innovazione tecnologica in questo offre un supporto fondamentale nelle scelte aziendali, soprattutto in momenti di grave difficoltà come quello attuale, perchè permette di prendere decisioni informate, basate sui dati, coinvolgendo in un processo tracciato e strutturato tutti i dipartimenti necessari, dagli acquisti alla qualità, dal finance al legal. La pandemia ha sicuramente accelerato il processo di digitalizzazione delle imprese, che in Italia è ancora troppo basso. L’emergenza, che ha visto la quasi totalità delle aziende manifatturiere bloccate sia nell’importazione sia nell’export, ha costretto a riflettere sull’importanza di una qualificazione attenta dei propri fornitori, con particolare attenzione alla gestione dei rischi. Le soluzioni di e-procurement, come la nostra Jaggaer One, sono sempre più sofisticate e vocate anche ad analisi predittive e offrono un aiuto proprio su questo fronte. Inoltre i processi in digitale agevolano lo smart working, riducendo il rischio di interruzioni dell’operatività”.

Ma come diceva lei sulla digitalizzazione siamo ancora indietro

L’indice DESI (Digital Economy and Society Index) colloca purtroppo l’Italia tra i paesi meno digitalizzati a livello Europeo. Ma confidiamo che il PNNR possa dare una spinta verso una sempre maggiore digitalizzazione, che si tradurrà in maggiore efficienza del sistema produttivo. Pensi che sulla base della nostra esperienza la PA, dove noi siamo presenti sia su aziende partecipate sia istituzioni pubbliche, è più avanti del privato sulla gestione in digitale del processo di acquisto, reso obbligatorio per legge già dal 2018 con il decreto legislativo n. 50 del 2016. Si spera che con i nuovi fondi del PNNR dedicati all’innovazione e alla digitalizzazione si possa arrivare ad un grado adeguato di digitalizzazione anche per le piccole e medie imprese, così da renderle più competitive nel panorama internazionale.”

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Vincenzo Caccioppoli