La vicenda dei Panama Papers ha tenuto banco nell’ultima settimana e, visto il grandissimo numero di persone coinvolte, in molti si saranno chiesti se aprire un conto corrente in un paradiso fiscale sia complicato, e quindi materia per pochi finanzieri, o meno.
In realtà l’operazione è più semplice di quanto la maggior parte di noi creda e ottenere un conto corrente in un altro Paese che garantisca gli stessi standard di privacy e bassa tassazione è piuttosto semplice, più o meno come aprire un conto in Italia o in qualunque altro Paese europeo. Vediamo in cinque passi come fare.
Scegliere dove aprire il conto
La scelta è ampia: a disposizione non c’è solo Panama, ma anche Belize, Antigua e Barbuda, St. Vincent e Grenadine, Turks & Caicos, Seychelles, Anguilla, Isola di Man, Jersey e Guernsey… Ognuno di questi Paesi è specializzato in un settore particolare: ad esempio, pare che Antigua e Barbuda siano le mete predilette di chi fa circolare denaro attraverso il commercio on-line, mentre a Panama sanno come trattare al meglio il patrimonio delle fondazioni.
Valutare se procedere da soli o attraverso un professionista
La procedura può essere completata di persona, oppure attraverso un intermediario, che può essere uno studio professionale specializzato, oppure un cittadino del luogo che svolga le funzioni di prestanome. Ovviamente, tutto dipende dallo scopo dell’apertura del conto, anche perché i servizi delle società specializzate possono avere costi molto elevati. Se l’obiettivo è semplicemente quello di tenere i propri soldi al sicuro da prelievi fiscali inattesi, le spese non saranno alte; se si vuole costruire uno schermo impenetrabile a qualsiasi controllo, sono invece destinate a salire, e non poco.
Un po’ di burocrazia
Se ci si limita ad aprire un conto, ci si troverà davanti un po’ di burocrazia da sbrigare, fornendo i propri dati personali per confermare di avere le caratteristiche idonee per fruire dei servizi bancari del Paese (in qualche caso i documenti italiani non basteranno e dovranno essere tradotti e avvalorati dalle autorità locali con la procedura dell’apposizione delle apostille). Alcuni Paesi, poi, chiedono un deposito minimo che può anche essere significativo (cinquantamila Euro per il Belize, ad esempio).
Dare garanzie di non essere criminali
I Paesi considerati paradisi fiscali non sono necessariamente pronti ad accogliere chiunque. Nella maggior parte delle situazioni, è necessario offrire garanzie che i fondi non provengano da attività illecite.
Organizzare ulteriori tutele del proprio conto
Se si vuole di più, i passaggi sono destinati a moltiplicarsi. Per creare una società che funga da intermediario e che abbia il reale intestatario come socio occulto, per mettere sotto contratto cittadini del posto che fungano da prestanome, per secretare completamente attraverso società locali le informazioni, occorrono molto lavoro e molti soldi. Non proprio procedure alla portata di tutti, soprattutto se non si ha nulla da nascondere.