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Economia

I 10 paesi con le aspettative di stipendio più alte e più basse del mondo

Ecco quanto contano di guadagnare i neo laureati in economia e ingegneria

La ricerca

E’ firmata da Universum, società svedese di consulenza per le risorse umane, la classifica che misura l’aspettativa di stipendio al primo impiego per i laureati in economia e ingegneria. Rilanciato da Forbes, il ranking è stato realizzato attraverso 580mila interviste a studenti di 57 paesi. L’elenco non tiene conto di variabili come il costo della vita, che è tendenzialmente più basso in paesi con una più contenuta aspettativa di guadagno, ma gli studenti si sono dimostrati particolarmente precisi nel valutare il proprio valore nel contesto in cui vivono. L'aspettativa sullo stipendio post laurea, in particolare, è un valore netto da cui sono escluse commissioni e bonus. Il gender gap, anche in questo caso, rimane: le donne che studiano economia si aspettano di guadagnare circa l’80% di quello che prevedono di portare a casa i loro colleghi e il dato sale al 90% nelle facoltà di ingegneria. Con circa 27mila dollari di media, l’Italia è in tredicesima posizione in Europa, dietro a Austria, Paesi Bassi e Belgio e davanti a Spagna, Portogallo e Turchia. Di seguito i primi cinque e gli ultimi cinque paesi in classifica.

 

1 - Svizzera: 79mila dollari

Stando ai dati della Banca Mondiale, il Paese ha il secondo più alto Pil procapite del mondo dopo il Lussemburgo ed è al 16° posto dell’elenco di migliori paesi per il business messo a punto da Forbes. Accanto al settore dei servizi finanziari, la Svizzera si fa notare per imprese che producono prodotti ad alta tecnologia. Laureati in economia e ingegneria hanno aspettative molto simili che superano la soglia dei 79mila dollari, con - rispettivamente - 79.435 dollari per gli studenti di economia e 79.243 dollari per quelli di ingegneria.

2 - Danimarca: 59mila dollari

Obiettivo da 61.235 dollari per i laureati in ingegneria e da 57.932 dollari per gli studenti di economia. 

 

3 - Stati Uniti: 57mila dollari

Fra tutti i paesi considerati, gli Stati Uniti si fanno notare per la più alta discrepanza fra gli studenti di una business school (che contano su uno stipendio di ingresso da 52.655 dollari) e quelli che frequentano una facoltà di ingegneria che ambiscono a un primo stipendio da 62.948 dollari. La differenza, con tutta probabilità, va attribuita al successo delle imprese tecnologiche e digitali della Silicon Valley.

4 - Norvegia: 53mila dollari

Gli studenti di ingegneria si aspettano uno stipendio da 54.350 dollari e quelli di economia ipotizzano un compenso nell’ordine dei 52.036 dollari.

5 - Germania: 48mila dollari

I laureati in economia aspirano a un primo stipendio nell’ordine di 46.578 mila dollari l’anno, contro il 49.238 dei laureati in ingegneria. La Germania si fa notare anche per un programma di tirocinio di successo che si traduce in uno fra i tassi di disoccupazione giovanile più basso del mondo.

6 - Indonesia: 8.380 dollari

Al lato opposto della classifica, fra i paesi con la più bassa aspettativa di guadagnano, in quintultima posizione figura l’Indonesia. I suoi laureati in economia puntano a uno stipendio iniziale da 7.568 dollari, contro i 9.200 di chi studia ingegneria.

7 - Filippine: 8.350 dollari

Nella parte bassa della classifica, i laureati in ingegneria filippini si aspettano di guadagnare 9.336 dollari e quelli di economia si fermano a 7.375 dollari.

8 - Romania: 7.600 dollari

Chi segue un corso di business punta a un primo stipendio da settemila dollari, mentre nelle facoltà di ingegneria l’aspettativa supera di poco gli ottomila dollari.

9 - Egitto: 6.900 dollari

Ci sono mille dollari di differenza nelle aspettative di studenti di business e ingegneria: i primi contano su un primo stipendio da 6.453 dollari e i secondi da 7.458.

10 - Vietnam: 6.200 dollari

All’ultimo posto della classifica globale, gli studenti di business del Vietnam aspirano a uno stipendio da seimila dollari, mentre quelli di ingegneria ipotizzano di portare a casa 6.397.

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Stefania Medetti

Sociologa e giornalista, ho barattato la quotidianità di Milano per il frenetico divenire dell'Asia. Mi piace conoscere il dietro le quinte, individuare relazioni, interpretare i segnali, captare fenomeni nascenti. È per tutte queste ragioni che oggi faccio quello che molte persone faranno in futuro, cioè usare la tecnologia per lavorare e vivere in qualsiasi angolo del villaggio globale. Immersa in un'estate perenne, mi occupo di economia, tecnologia, bellezza e società. And the world is my home.

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