Mario Draghi
(Ansa)
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Il nuovo governo Draghi per metà è vecchio

Sciolta la riserva, domani il giuramento ma chi si aspettava una svolta totale è rimasto deluso trovando nell'esecutivo mezzo Conte-Bis

Speranza, Lamorgese, Franceschini, Di Maio, D'Incà… quando Mario Draghi ha letto la lista dei ministri del suo governo una domanda è comparsa spontanea nella mente di chi lo ascoltava: dov'è finita la discontinuità? Alla fine infatti ci ritroviamo una fetta importante del Conte Bis in questo nuovo esecutivo. E non certo in posti di secondo piano.

Prendiamo ad esempio Roberto Speranza, il Ministro della Salute. Nella sua lotta in primo piano con la pandemia di certo non è stato esente da errori, anche gravi. In ultimo il cattivo funzionamento della prima fase della campagna vaccinale, un vero fallimento. Ecco, se proprio (parole del Presidente del consiglio e del Quirinale) la vaccinazione di tutto il paese è una delle tre grandi sfide per cui è nato questo esecutivo ci saremmo attesi (anzi, meritati) una discontinuità, insomma qualcuno con capacità superiori. Invece nulla.


Il Presidente Mario Draghi legge la lista dei ministri per il nuovo Governowww.youtube.com


Il resto delle conferme ricalcano il mero gioco del bilancino politico, delicato, su cui sta in piedi questo governo.

È evidente che Mattarella e forse anche Draghi non se la sono sentita di forzare troppo la mano con una lista di soli tecnici nel Consiglio dei Ministri (come qualcuno sperava e si aspettava), sarebbe stata una punizione severissima per la politica nazionale. Così ecco l'equilibrio.

Al Movimento 5 Stelle (in frantumi) che resta maggioranza relativa del Parlamento ecco 4 ministeri. Tre invece per il Pd, con Draghi capace anche di accontentare le varie anime esistenti al Nazareno, tre a Forza Italia e tre anche alla Lega dove Salvini alla fine conquista il Mise ed il Turismo (ministeri di peso e grossi bacini di voti) oltre a quello sulla Disabilità un vero pallino del leader del Carroccio. A Renzi resta solo il ministero della famiglia con la Bonetti, ma, come ha sempre ribadito lui, le poltrone non gli interessano.

Diciamo la verità. Tutto questo toglie un po' del fascino, dell'entusiasmo e delle aspettative su cui era nato questo governo. L'unica speranza per sperare in un lavoro davvero positivo, in una svolta per l'Italia è che alla fine sarà lui, Mario Draghi in prima persona a muoversi al di sopra di tutti i ministeri e dei giochi della politica.

Adesso resta solo da lavorare, la cosa che da sempre gli è riuscita meglio. La cosa su cui verrà giudicato

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Andrea Soglio