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(Ansa)
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Conte passa alla Camera. La Polverini primo «costruttore»

Arriva la scontata fiducia a Montecitorio. Domani la vera battaglia al Senato (e le trattative di mercato continuano)

E alle 21.30 la giornata politica per Giuseppe Conte si conclude con l'esame superato alla Camera. Come previsto la fiducia è arrivata, sopra la maggioranza assoluta, 321 si e 26 astenuti. Da notare il voto a favore di Renata Polverini, ex governatore del Lazio per il centrodestra, eletta in Forza Italia e prima «costruttore» ufficiale del governo Conte-Ter.

Ma tutti sanno che la vera battaglia sarà al Senato, dove purtroppo i «costruttori» (oggi si chiamano così, alla Conte, in maniera elegante. Quando li cercava il centrodestra erano «voltagabbana») non sembrano essersi presentati in massa alla porta di Palazzo Chigi. Pochi, al massimo 155 voti, ha confidato un ministro ad i suoi uomini. Pochi per superare la maggioranza assoluta ma abbastanza per quella relativa visto che Italia Viva si asterrà, abbassando così l'asticella. Insomma, ci stiamo avvicinando alla nascita del primo Governo di minoranza della storia della Repubblica. Il Governo più debole nel momento più delicato, in piena pandemia, a 45 giorni dal via libera dei licenziamenti che sarà (prevedono commercianti ed industriali, piccoli e grandi) una «strage».

Basterà a salvare l'Avvocato del Popolo? Non lo sappiamo. E non lo sa nemmeno il Pd che, parole del suo segretario Zingaretti, spiega che «non si accettano tutti e tutto» e che «la strada è stretta». Al Nazareno quindi siamo passati dai tweet delle prime ore della crisi con l'hashtag #AvantiConConte a, forse sarebbe meglio pensare ad un piano B, soprattutto al posto di comando di Palazzo Chigi. Ma si prova ad allargarla. Più che soldi e poltrona sembra funzionare la promessa di una legge elettorale proporzionale (soprattutto su quelli che vengono definiti i «Tabacci Boys»). Insomma avanti con i micro partiti, unico modo per i movimenti de 2% di restare vivi. Cozzaglia.

Tutti poi si chiedono se basterà tutto questo all'arbitro di questa crisi: il Quirinale. Basterà a Mattarella? Il Colle aveva chiesto che i costruttori creassero un nuovo soggetto politico, in modo da avere almeno una forma dato che mancherà quella sicuro, la sostanza. Quello lo avrà ma si aspettava anche lui un gruppo più numeroso e sperava nella maggioranza assoluta. Non ci sarà nulla di tutto questo.

Non sono poi mancate le notizie di contro che raccontano una situazione politica pazzesca. La vicenda Mastella-Calenda si è arricchita di nuovi dettagli; alcuni giornali raccontano poi come ad aiutare il premier nella sua caccia al voto si sarebbero mossi: Cardinali, uomini dei «servizi», alti graduati delle Fiamme Gialle (tutti hanno smentito con fermezza). Qualcuno nei corridoi ha ricordato come «almeno Berlusconi li invitava a casa, personalmente e ci parlava faccia a faccia».Ormai il tempo delle trattative è finito (o quasi). Tra poche ore si vota. Ma sono sempre più quelli secondo cui come anche l'eventuale vittoria (in minoranza) di domani non basterà.

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Andrea Soglio