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Condannate Berlusconi! E così fu

In un saggio di Eugenio Cipolla la prima storia completa della grande caccia giudiziaria all'uomo (politico) più processato di tutti i tempi

Il paragone è impietoso, ma efficace: Totò Riina, il capo dei capi di Cosa nostra, il mafioso accusato di alcuni fra i più atroci delitti nella storia italiana, ha subito 19 processi penali in 25 anni (e ha ottenuto 19 condanne definitive, con altrettanti ergastoli). Silvio Berlusconi, da quando è leader di Forza Italia, e cioè dal 1994, è stato processato almeno 60 volte, ma probabilmente anche di più. Ecco: 60 processi possono bastare, per sostenere l'ipotesi dell'esistenza di una caccia giudiziaria contro un leader politico scomodo?

È quel che fa Eugenio Cipolla, cronista classe 1988, nel saggio Condannate Berlusconi (Eclectica edizioni, 151 pagine, 15 euro: in vendita su tutte le principali piattaforme online, da Amazon in giù).

A partire dalla prima inchiesta per la presunta corruzione della Guardia di finanza, con l'invito a comparire spedito via Corriere della sera che nel 1994 obbligò l'allora premier all'abbandono precoce e ingiusto di Palazzo Chigi (il processo poi terminò in nulla), e fino al Rubygate (anch'esso finito con un'assoluzione piena in Cassazione, ma capace di "gemmare" continuamente nuovi processi, come un videogioco impazzito) il libro ricostruisce tutte le vicende giudiziarie berlusconiane. Scava nei documenti e nelle cronache del tempo. E individua le molte illogicità e incoerenze nelle tante accuse mosse contro il Cavaliere.

In ordine alfabetico, ecco le 20 ipotesi di reato (ma probabilmente ce ne sono altre) mosse in 23 anni contro Silvio Berlusconi: abuso d'ufficio, aggiotaggio, appropriazione indebita, associazione per delinquere, concorso esterno in associazione mafiosa, consorso in strage, conncussione, corruzione semplice, corruzione giudiziaria, insider trading, falso in bilancio, favoreggiamento, finanziamento illecito dei partiti, frode fiscale, peculato, prostituzione minorile, ricettazione, riciclaggio, rivelazione di segreto d'ufficio, vilipendio dell'ordine giudiziario. 

Di fronte a quel che è accaduto, Cipolla usa la logica e pone una semplice questione: "Si è passati dalla totale indifferenza verso il Berlusconi imprenditore" scrive "a un'attenzione totale, quasi morbosa, per il Berlusconi politico". È una verità incontrovertibile, è indubbiamente stato così. Ed è vero che fra molte assoluzioni e tanti proscioglimenti (pochi dei quali per la prescrizione del reato) nell'agosto 2013 si è arrivati anche a una condanna definitiva, quella per la frode fiscale sui diritti televisivi Mediaset. Ma anche su questo procedimento gravano molti dubbi, e sono tante le anomalie che Cipolla riesce a individuare. 

Un saggio da leggere: per chi creda nell'innocenza del leader di Forza Italia. Ma anche per i suoi oppositori, convinti della sua colpevolezza al di là dei risultati in tribunale, perché il materiale elaborato è davvero tanto. E sulla materia non s'era ancora visto un testo così completo. 

Il libro sarà prossimamente presentato in molte città. Il primo appuntamento è previsto a Roma per giovedì 16 marzo 2017, alle ore 17, presso la Sala Aldo Moro della camera dei deputati, a Montecitorio. 

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Maurizio Tortorella

Maurizio Tortorella è vicedirettore del settimanale Panorama. Da inviato speciale, a partire dai primi anni Novanta ha seguito tutte le grandi inchieste di Mani pulite e i principali processi che ne sono derivati. Ha iniziato nel 1981 al Sole 24 Ore. È stato anche caporedattore centrale del settimanale Mondo Economico e del mensile Fortune Italia, nonché condirettore del settimanale Panorama Economy. Ha pubblicato L’ultimo dei Gucci, con Angelo Pergolini (Marco Tropea Editore, 1997, Mondadori, 2005), Rapita dalla Giustizia, con Angela Lucanto e Caterina Guarneri (Rizzoli, 2009), e La Gogna: come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli editore, 2011). Il suo accounto twitter è @mautortorella

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