Milan, la vittoria e poco altro
Rossoneri di nuovo di rimonta, contro il Como tre punti fondamentali nella rincorsa alla zona Champions League. Ma le indicazioni per Conceicao non sono tutte positive...
Il Milan esce dal Sinigallia di Como con tre punti pesantissimi, strappati usando l'arma Conceicao che funziona meglio: la resilienza. Era successo due volte in Arabia Saudita e i rossoneri si sono ripetuti quando sembravano sull'orlo del precipizio, messi sotto nel gioco e nel punteggio dai ragazzi terribili di Fabregas. I colpi di stiletto della rimonta hanno le firme di Theo Hernandez (casuale) e Leao (marchio di fabbrica della fuga centrale a difesa aperta). E hanno il sigillo del tecnico portoghese che, sconsolato per come i suoi si stavano buttando via in riva al lago, ha ridisegnato tutto trasformando in trionfale una serata che rischiava di diventare la tomba di tutti i sogni di risalita.
Le buone notizie finiscono qui. Sia chiaro, non è poco perché nel girone di ritorno i punti sono tutto e il Milan deve colmare un gap preoccupante con la zona Champions League. Quindi è giusto che Conceicao incarti e porti tutto nel laboratorio di Milanello da dove dovrà uscire, però, qualcosa di diverso e migliore già a partire dall’incrocio di sabato con la Juventus di Thiago Motta che non vince mai ma nemmeno perde. E che ha la stessa angosciosa urgenza di dare una sterzata alla sua classifica.
I segnali negativi o su cui riflettere, invece, sono tanti e rispediscono il Milan più o meno al punto di partenza che è quanto mostrato nei limiti nel corso della gestione Fonseca. In rapida sequenza:
1 – L’approccio al match è stato molle, svogliato e privo di qualsiasi aggressività che è comparsa solo una volta preso lo schiaffo di Diao. Se Conceicao aveva poco gradito quello con il Cagliari, figuriamoci cosa deve aver pensato a metà partita…
2 – Tanti errori dai giocatori che dovrebbero essere trascinanti. Reijnders si è divorato un gol enorme e su quello del Como c’è la gentile collaborazione di Theo Hernandez e Maignan. Il ravvedimento operoso successivo di entrambi limita i danni, non la sensazione di smarrimento;
3 – Pulisic e Thiaw fuori per infortunio muscolare, Morata squalificato perché ammonito – ingiustamente – da diffidato. A Torino sarà difficile e anche nelle settimane successive perché c’è un Milan con Pulisic e uno senza;
4 – Tenere fuori Jimenez è un errore da non ripetere. Il suo ingresso ha prodotto una scossa che non è poco visto il tran-tran precedente;
5 – Morata è stato tolto nell’intervallo dopo un primo tempo da ‘Chi l’ha visto’ alla voce attaccante d’area di rigore. Lo spagnolo non la riempie e non è un caso che il Milan abbia fatto meglio dopo quando SC ha messo due punte in verticale una dietro l’altra.
La vittoria darà coraggio e una prospettiva nuova, oltre ad aumentare la presa del tecnico su uno spogliatoio senza leader. I rossoneri nel nuovo corso viaggiano sul filo dei nervi, condizione che può aiutare spalle al muro ma che non può diventare una costante. A Como hanno chiuso con sei ammonizioni di cui una sola imputabile a errore dell’arbitro. Più zuffa a fine gara con i comaschi. Tutto troppo anche se è certamente meglio così piuttosto che la piattezza iniziale.
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