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Anche la scienza è una forma d’arte

Anche la scienza è una forma d’arte

Il mistero del Big Bang, l’evoluzione del cosmo, il fascino degli esperimenti: Maria Teresa Venturini Fendi, presidente della Carla Fendi Foundation, racconta perché partecipa a un importante progetto di divulgazione del Cern, a Ginevra.


Brillano gli occhi di Maria Teresa Venturini Fendi quando parla dell’ambizioso progetto Back to the Big Bang, da lei fortemente voluto in qualità di presidente della Fondazione Carla Fendi, in collaborazione con il Cern di Ginevra.

Ci potrebbe spiegare di che cosa si tratta?

Tanto per cominciare, va detto che il Cern ha appena inaugurato Science Gateway, una straordinaria struttura, realizzata a Ginevra dall’architetto Renzo Piano, destinata all’educazione e alla divulgazione scientifica. All’interno di questo portale si inserisce Back to the Big Bang, uno spazio permanente di circa 200 metri quadrati che permetterà ai visitatori di ogni età di ripercorrere tutte le diverse epoche dell’universo in maniera cronologica. Attraverso una «timeline» tattile verrà illustrata l’evoluzione del cosmo, con proiezioni e un allestimento coinvolgente.

Una di quelle esperienze immersive di cui tanto si parla…

No, non proprio. Qui si potranno fare degli esperimenti, i fenomeni del cielo notturno si potranno osservare con veri telescopi. L’approccio è divulgativo, ma pur sempre scientifico come è nelle corde del Cern e della direttrice generale, Fabiola Gianotti, che per prima ci ha coinvolto in questo progetto. Lo scopo è avvicinare sempre più persone alla cultura scientifica e alla matematica.

Carla Fendi, donna di mondo e di moda, volle la Fondazione nel 2007, 15 anni fa, per promuovere la creatività, l’arte, la cultura. La sua presidenza è invece molto orientata verso la scienza. La fondatrice sarebbe stata d’accordo?

Carla era una donna molto curiosa, aperta alle novità e alla creatività applicata a ogni tipo di disciplina. Di sicuro sarebbe affascinata dagli sviluppi della scienza e della tecnologia che, in questo momento, ritengo siano discipline estremamente creative.

Oltre al ruolo scientifico del Cern, quale altro aspetto le piace di questa importante istituzione?

Mi affascina la capacità di chi è in grado di rendere accessibile a tutti la comprensione di cose complicate, al di là di barriere politiche ed economiche. Ho voluto supportare questo progetto anche perché il Cern è un esempio concreto di cooperazione tra scienziati, ricercatori, studenti, provenienti da Paesi diversi ma accomunati da uno stesso scopo. Ricordo ancora una festa in cui israeliani e palestinesi hanno ballato insieme… Mi piace il loro clima di affinità intellettuale.

Perché ha scelto proprio il Big Bang?

Chi non è affascinato dall’origine dell’universo e quindi della vita? L’idea di ripercorrere tutto dall’inizio è meravigliosa. Gli interrogativi e le risposte ai misteri della creazione hanno implicazioni filosofiche che toccano l’esistenza di ciascuno di noi e ci pongono davanti a continue riflessioni che mutano e si evolvono attraverso gli anni della nostra vita, spesso cambiando i nostri punti di vista.

E qual è il suo punto di vista religioso: si ritiene credente?

So di non esserlo, ma mi dispiace. Ho conosciuto diversi scienziati credenti e un po’ li invidio. La fede è un dono.

A quale altro progetto futuro la Carla Fendi Foundation sta lavorando?

Intanto apriremo finalmente una sede a Roma e poi vorrei che il nostro prossimo impegno fosse nel sociale, con l’infanzia e gli adolescenti. Viviamo tempi difficili, serve supporto per i più fragili.

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