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Quello che ha fatto (e quanto ha speso) il commissario Arcuri

Quello che ha fatto (e quanto ha speso) il commissario Arcuri

Il 18 marzo scorso il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nominava Domenico Arcuri commissario straordinario dell’emergenza Covid-19.

Sono passati quattro mesi: le terapie intensive si sono svuotate, il coronavirus sembra essere almeno da noi sotto controllo. E’ il momento quindi dei bilanci per capire nel dettaglio quale sia stato il lavoro del commissario straordinario e i relativi costi.


I compiti di Arcuri

Come scritto sul sito del governo compito del Commissario Arcuri è “l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19”. Di fatto doveva occuparsi del reperimento di mascherine, guanti, disinfettante, attrezzature medico ospedaliere (ad esempio i famosi respiratori) potendo persino decidere la creazione di aziende e fabbriche per la realizzazione di questo materiale sanitario che scarseggiava.

Inoltre il commissario secondo il Decreto Semplificazioni dovrà anche provvedere all’acquisizione e distribuzione delle apparecchiature e dei dispositivi di protezione individuale, nonché di ogni necessario bene strumentale, compresi gli arredi scolastici, utile a garantire l’ordinato avvio dell’anno scolastico 2020-2021.

Arcuri ha creato attorno a se una squadra composta da ben 39 persone e, seppur il suo operato fosse in stretto collegamento e collaborazione con la Protezione Civile (con cui però non sono mancate le tensioni) di fatto dipendeva direttamente dalla Presidenza del Consiglio

I Bandi

Sul sito del governo non è possibile recuperare i numerosi procedimenti, bandi, appalti attivati da Arcuri; non esiste un registro specifico. Confrontando però le singole banche dati di Regioni, Anac, ed altri enti pubblici si scopre che il numero di bandi realizzati dalla squadra del Commissario Straordinario sia notevole.

Sarebbero almeno 4.775 i bandi di cui è possibile recuperare la documentazione (il totale complessivo è impossibile ricostruirlo) così divisi:

  • 1970 dedicati a mascherine e altre protezioni
  • 961 per terapia intensiva, rianimazione e farmaci,
  • 823 per prodotti/servizi di analisi (tamponi, test, sistemi diagnostici),
  • 361 di interventi su infrastrutture,
  • 216 di sanificazione e pulizia,
  • 109 di trasporto e movimentazione
  • 361 alla voce altro emessi da 516 stazioni appaltanti.

I soldi spesi

A fare i conti in tasca al lavoro del commissario Arcuri ci ha pensato OpenPolis.

I numeri emersi dalla loro banca dati parlano di una notevole somma di denaro a disposizione del Commissario, circa 10 miliardi messi a bando per lo stato di emergenza, di cui la maggior parte con procedure negoziali e affidamenti diretti. Di questi ben 8 miliardi erano destinasti per mascherine e dispositivi di protezione, 700 milioni per apparecchiature mediche per la terapia intensiva, circa 600 milioni per tamponi, test e sistemi diagnostici, per un valore complessivo di 9,65 miliardi di euro di importi a base d’asta.

Tra i più onerosi c’è il bando aggiudicato nell’area di Napoli per la terapia intensiva, la rianimazione e i farmaci per l’Ospedale del mare del valore Importo:€ 10.300.000

Quello della Sardegna per le mascherine ed altri dispositivi di protezione € 15.110.000

Quattro bandi da € 4.900.000 nel territorio della Toscana per mascherine, tute e camici ed uno da € 19.000.000 sempre per dispositivi di protezione nella stessa regione.

“Camici per visitatori” nel Lazio da € 5.600.000 ed un Super Bando aggiudicato di tute Shangai, per intendersi quelle protettive e totalmente coprenti utilizzate da medici ed infermieri, del valore di € 36.827.740,69 in Lombardia.

“Di circa la metà dei lotti sappiamo con certezza che è già stato aggiudicato, e sono le aziende vincitrici censite finora. Paradossalmente, siamo riusciti a risalire a molte più informazioni dalla banca dati sui contratti pubblici tenuta da Anac, un ente che in questi mesi – causa emergenza – opera in un contesto normativo di deroghe e sospensioni dei termini. Gli unici veri spazi di trasparenza oggi disponibili, quindi sono quelli resi obbligatori dalle leggi precedenti la crisi, e rimasti indenni dalla normativa d’eccezione, dichiara Vincenzo Smaldore responsabile editoriale Openpolis

Arcuri aveva a disposizione le risorse del fondo nazionale per le emergenze come previsto nel decreto legge del 23 febbraio 2020 e nello specifico con delibera del consiglio dei ministri del 31 gennaio sono stati stanziati sul fondo i primi milioni di euro, mentre con le delibere del 6 e del 20 aprile sono stati previsti rispettivamente 450 milioni di euro e 950 milioni. Successivamente l’art. 18.3 del D.L. del 18/2020 incrementato per l’anno di 1650 milioni di euro. L’art 14 co.1 del

D.L. 34/2029 ha incrementato di 1,5 mld il fondo di cui 1000 milioni saranno destinati agli interventi di competenza del commissario, da trasferire sull’apposita contabilità speciale a lui intestata-come riporta il decreto semplificazioni

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