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Quelli che ci danno lezioni di populismo

Quelli che ci danno lezioni di populismo

L’editoriale del direttore

Il populismo ha molte facce. C’è quella di coloro che pensano di fermare l’immigrazione e quella di chi pensa che con la legge sulle discriminazioni avremo tanti bambini contenti di scegliere di che sesso essere.


Che cos’è il populismo? È la risposta semplice a problemi complessi, ti spiegano quelli che hanno studiato e si sentono in diritto di darti lezioni. È l’atteggiamento di chi cerca consensi tra le classi sociali meno evolute, usando a questo scopo luoghi comuni di facile presa, spiega il dizionario della lingua italiana. Traduco in parole semplici il concetto di studiosi e linguisti: il populismo è il modo con cui alcune persone si approfittano della poca competenza e della scarsa comprensione delle classi meno istruite. Ma siamo sicuri che sia così? Cioè: siamo proprio convinti che i populisti siano nell’ordine solo Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni? Non è possibile che invece i populisti siano professionisti e politici che passano per essere illuminati, progressisti e avanti con il pensiero? Ovvero, è possibile che i populisti non siano solo i Luigi Di Maio che dal balcone di Palazzo Chigi annunciano l’abolizione della povertà, ma magari anche i professori che ci informano dell’abolizione della follia e dei relativi manicomi o i grandi riformisti che vogliono farci credere che i sessi non sono due ma tre, quattro, cinque e forse anche sei?

Lo so, sto per sostenere una tesi che a qualcuno apparirà una bestemmia, ma in questi giorni alcuni fatti di cronaca mi hanno spinto a riflessioni paradossali e a conclusioni che potranno apparire «blasfeme» per il conformismo imperante. Cominciamo con i matti. Dal 1978, cioè da quando entrò in vigore la famosa legge Basaglia voluta dal fondatore di Psichiatria democratica, ovvero da una branca sinistra dello studio della psiche, i matti non esistono più e i manicomi sono stati chiusi. Il politicamente corretto ha abolito anche il sostantivo che indicava una persona affetta da problemi psichici. Così, per legge, i pazzi sono scomparsi, non esistono più. Certo, si sono creati centri di igiene mentale, gabinetti di assistenza, ambulatori di consulenza psichiatrica, ma i luoghi dove curare i malati di mente non ci sono. Panorama ha calcolato che nei reparti degli ospedali italiani ci sono solo 600 posti letto destinati ai pazzi. Tuttavia, nonostante per decreto siano stati aboliti i pazienti, i malati di mente esistono, e invece di essere curati o ricoverati in strutture protette, sono lasciati a loro stessi, alle loro famiglie, ai loro deliri. Risultato, benché siano stati aboliti, poi uccidono e si uccidono. Ad Ardea, uno squilibrato ha assassinato a colpi di pistola due bambini e un pensionato. A Treviso, un altro matto ha accoltellato una donna che prendeva il sole sulle rive di un fiume. A Bologna, un ragazzino ha ucciso una ragazzina solo perché una vocina nella sua testa gli ha chiesto di farlo. Ovvio, sarebbe bello dire che i matti si curano con una carezza, con un pensiero buono, con l’amore e la fratellanza. Ma non è così. Il disturbo mentale si cura con le medicine e se non bastano le medicine è necessario il ricovero. Mi spiego: a nessuno piace il manicomio, ma questo luogo non lo puoi abolire fingendo che la persona che hai davanti sia normale. Perché la tua semplificazione che assicura una vita normale a tutti è più populista e più pericolosa di quella di chi promette meno tasse per tutti, una pensione per tutti, un futuro per chiunque sia italiano.

Populista è anche colui che pensa di abolire per legge le differenze di genere, convinto che basti una legge per rendere felici persone che hanno problemi di identità di genere o una pillola per consentire a un minore di diventare una donna, un uomo o un altro. Su questo numero di Panorama trovate un’inchiesta realizzata sentendo i medici della clinica londinese specializzata nel cambio di sesso. Dopo anni di attività all’interno della Tavistock, i dottori si rendono conto di aver illuso, ingannato e traviato tanti ragazzi e ragazze, bambini e bambine che non volevano un corpo diverso da quello che gli aveva dato madre natura. Semplicemente erano ragazzi e ragazze, bambini e bambine, che avevano bisogno di essere aiutati, indirizzati, accompagnati verso la loro sessualità, senza bisogno di dargliene un’altra. Sì, dopo anni di follia populista e sessista, c’è chi si rende conto di aver sbagliato tutto e di aver trovato la soluzione semplice, ossia dare un’identità sessuale diversa a chi manifestava disagio per la propria, a un problema complesso. Aiutare un bambino o una bambina a crescere, a superare le difficoltà, ad accettarsi per ciò che è, ovviamente è infinitamente più difficile che distribuire una pillola che blocca di ormoni dello sviluppo. Drogare i bambini è molto più facile che aiutarli a superare i momenti di difficoltà e di incertezza, orientandoli verso una sessualità davvero libera, dalle pillole e dal conformismo gender.

Eh sì, il populismo ha molte facce. C’è quella di coloro che pensano di fermare l’immigrazione e quella di chi pensa che con la legge sulle discriminazioni avremo tanti bambini contenti di scegliere di che sesso essere. Un po’ come al negozio, quando si decide che vestito indossare. Una follia che nessuna legge Basaglia potrà mai curare.

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