Panorama ha scoperto che nella commissione che ha permesso al presidente dell’Inps di diventare ordinario sedeva il sodale Francesco Aiello. Anche lui accademico e candidato Cinque stelle alla poltrona di governatore in Calabria.
Ordinari si nasce. E gli esimi professori Giuseppe Conte e Pasquale Tridico, modestamente, lo nacquero. Due gemelli diversi: figli del Sud, illustri accademici, membri del primo fantaesecutivo pentastellato. Panorama ha scoperto l’ennesima comunanza. Nella commissione che, nel 2002, nominò il premier ordinario di Diritto privato c’era il suo mentore: Guido Alpa. E tra i docenti che, nel 2018, hanno permesso al presidente dell’Inps di raggiungere l’empireo della carriera universitaria c’era un amico e corregionale: Francesco Aiello. Professore di Politica economica come Tridico. Ma soprattutto candidato governatore in Calabria per i Cinque stelle lo scorso gennaio.
Insomma, due tra gli accademici più attigui al Movimento si sono ritrovati insieme nell’esame che ha promosso il capo dell’ente previdenziale. Ovvero, l’uomo da mesi sotto accusa: dai clamorosi ritardi nella cassa integrazione fino allo stipendio aumentato retroattivamente.
Torniamo, però, ai giorni del concorso. Il 13 settembre 2018 viene dunque nominata la commissione per una cattedra da ordinario di Politica economica. Il posto è bandito dall’Università Roma tre, dove Tridico insegna da oltre un decennio. E la selezione è riservata proprio agli associati in servizio nell’ateneo. Gli esaminatori sono: Fabrizio De Filippis, il membro interno; Marcello Signorelli, che insegna a Perugia; e, appunto, Francesco Aiello dell’Università della Calabria. Si riuniscono per la prima volta l’8 novembre 2018. E scoprono che c’è un unico candidato: Pasquale Tridico. Quarantatre anni, autore di oltre 90 pubblicazioni, esperto di disuguaglianze. A fine febbraio 2018 è stato perfino presentato da Luigi Di Maio come futuro ministro del Lavoro. Supercompagine di cui fa parte anche Conte, destinato alla Pubblica amministrazione.
Ma la nascita del governo gialloverde rimescola le carte. Il giurista di Volturara Appula diventa addirittura presidente del Consiglio. Mentre l’economista di Scala Coeli è costretto a saltare il giro, aspettando la sua poltronissima. Il posto che gli spettava, alla fine, se lo accaparra proprio Di Maio. Tridico, invece, diventa suo consulente. Compenso: 35 mila euro.
Si capisce subito, però, che il prescelto è ben più di un tecnico prestato alla politica. Nell’autunno 2018 viene già considerato l’indiscusso padre del Reddito di cittadinanza. Intanto, il suo concorso si trasforma in una corsa con un solo atleta che taglia in surplace il traguardo e lancia baci al pubblico dietro le transenne. La mattina del 10 novembre 2018 si svolge la prova finale «in forma telematica», insomma a distanza, nonostante la pandemia sia ancora lontana.
I tre commissari sono quindi costretti a constatare, annota il verbale, che «l’unico candidato da valutare ai fini della procedura è il seguente: Pasquale Tridico». Si prosegue comunque con l’analisi di curriculum, titoli e pubblicazioni. E come finirà questa disfida accademica senza esclusione di colpi? A spuntarla, sorpresa sorpresa, è il consigliori del leader pentastellato. Con il collega Aiello che verga, in suo onore, righe entusiastiche: «La produzione scientifica del candidato è caratterizzata, nel suo insieme, da un ottimo livello di originalità e innovatività, da un elevato rigore metodologico ed è sviluppata con continuità temporale». Per non parlare dei lavori di ricerca, che «dimostrano la maturità scientifica raggiunta». Valutazione complessiva: «Ottima». Conclusione: «Si esprime parere favorevole alla chiamata».
Ordinario di Politica economica, dunque. È il coronamento di una brillante carriera. Ma il futuro ha in serbo per Tridico una sorte ancor più luminosa. Dopo l’approvazione del «suo» reddito di cittadinanza, provvedimento simbolo dei grillini, il docente spicca il volo. Marzo 2019: a due mesi da quell’epico momento, festeggiato da Di Maio sul balcone di Palazzo Chigi con l’improvvido «abbiamo abolito la povertà», Tridico viene nominato presidente dell’Inps. Una poltrona strategica per qualsiasi governo. Che diventa vitale nel caso dei Cinque stelle, strenui fautori di assistenzialismo e sussidi.
Ma anche Aiello è destinato a guadagnarsi la fiducia del Movimento. Qualche mese più tardi, la sua candidatura alla presidenza della Calabria viene proposta dai parlamentari grillini con il beneplacito del leader, Di Maio.Del resto, il curriculum del prescelto è corposo. Insegna nell’ateneo cosentino. Nel 2005 ha pure fondato OpenCalabria: un sito dedicato allo sviluppo locale e all’economia regionale. E tra i collaboratori c’è lo stesso Tridico.
Ovvio, la designazione deve passare dall’allora strategica e oggi moribonda piattaforma Rousseau. Ma è la solita formalità. Il 28 novembre 2019 l’economista accetta di correre come governatore. I giornali locali e nazionali pescano dal suo passato le informazioni più significative. Molti annotano: «È amico di Pasquale Tridico». O, in alternativa: «È vicino al presidente dell’Inps». Che, nel frattempo, è diventato un nume tutelare dei grillini.
Ma la strada di Aiello, già impervia, si fa subito ostica. Il giorno dopo aver accettato la candidatura, lo accusano di uno di quegli arcitaliani reati sempre condannati dal Movimento. La sua villetta è stata dichiarata parzialmente abusiva. Eppure svetta ancora a Carlopoli, in provincia di Catanzaro. Lui derubrica, però la fiducia dei vertici del partito comincia a scricchiolare. Per poi crollare definitivamente quando si scopre la scomoda parentela: cugino di primo grado del boss di ‘ndrangheta Luigi Aiello, assassinato nel 2014 in un agguato mafioso. L’aspirante governatore si difende: «Non ho nulla a che vedere con lui. Non posso scegliere i parenti».
Giustissimo. Ma i giacobini pentastellati non perdonano. A partire dal calabrese Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia, che annuncia il suo disimpegno: «Non darò alcun sostegno alla lista. Mi sarei aspettato maggiore pubblicità e trasparenza sulle sue parentele». Qualche giorno più tardi, rincara: «Non possiamo accettare una candidatura del genere, perché sembrerebbe un messaggio di un certo tipo». Le urne fanno il resto. Il professore racimola un misero 7,3 per cento. E i Cinque stelle si fermano addirittura al 6,3. Nemmeno un consigliere regionale eletto.
Aiello, nonostante la disfatta, continua però il suo impegno in politica. Ma soprattutto è tornato in cattedra. Rimane un cardine nella vita accademica dell’ateneo cosentino. Durante il lockdown, per esempio, ha organizzato tre seminari online, dedicati alle ripercussioni dell’emergenza sanitaria sull’economia. Primo ospite d’onore, il 12 maggio 2020, è proprio l’amico Tridico.
Un sodalizio che nessuna avversità sembra scalfire. Lo stesso, d’altronde, capita tra Conte e Alpa. Pure loro, uniti indissolubilmente da un concorso. Nel 2002 il premier diventa ordinario grazie anche al voto del suo maestro, con cui condivide «da coinquilino» studio legale e incarichi professionali. Simile sorte, nel 2018, sembra essere toccata al gran capo dell’Inps: promosso da un amico e collega, stavolta dalle identiche simpatie politiche. Il premier e il presidente. Due uomini, un solo destino.