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Migranti, via il Trattato di Dublino: che cosa cambia per l’Italia

Migranti, via il Trattato di Dublino: che cosa cambia per l’Italia

Il “Financial Times” anticipa la decisione europea: non saranno più i Paesi di arrivo a prendersi carico delle richieste d’asilo dei rifugiati

Presto il Paese d’ingresso dei rifugiati non sarà più responsabile delle loro delle richieste di asilo: lo scrive oggi il quotidiano britannico Financial Times, secondo cui la Commissione europea ritiene che questo sistema finora adottato (frutto del Trattato di Dublino) sia “datato” e “ingiusto”. Il Trattato di Dublino, firmato dai paesi europei nel 1990, stabilisce che il paese che si deve prendere carico della richiesta di asilo sia quello in cui il migrante arriva.

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Rivedendo i principi del trattato, invece, l’onere, spiega il giornale, passerebbe ai Paesi “più ricchi” dell’Unione, ovvero quelli a Nord. Il Financial Times cita funzionari bene informati e sostiene che la regola verrà abolita con una proposta che verrà presentata a marzo. Se così fosse, commenta il giornale nella notizia di apertura, si tratterebbe di una “vittoria per Matteo Renzi”, secondo il quale questa “legge è ingiusta e gli altri Stati membri dovrebbero fare di più per aiutare nella crisi dei rifugiati”.

Ma sarà “difficile” eliminare questa regola, avverte il giornale, poiché gli Stati nord europei – incluso il Regno Unito – beneficiano dello status quo in quanto riescono a rispedire i richiedenti asilo in altri Paesi.

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