Ha fatto grande scalpore la dichiarazione di Papa Francesco «Quello che dobbiamo fare è una legge sulle unioni civili. In questo modo (gli omosessuali) sono coperti legalmente», parole pronunciate dal Papa all’interno di un documentario a lui dedicato dal regista russo Evgeny Afineevsky. Monsignor Bruno Forte, arcivescovo che fu segretario speciale del Sinodo dei vescovi sulla famiglia, ha cercato di spiegare che «Papa Francesco ha sempre ribadito che non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio, che è l’unione tra un uomo e una donna aperta alla procreazione, ed ogni altro tipo di unione». D’altronde l’autore russo ha inserito uno spezzone inedito dell’intervista esclusiva concessa dal papa nel 2019 a Televisa. In quell’occasione Bergoglio aveva detto che «le persone omosessuali hanno diritto a stare nella famiglia» e anche che «questo non vuol dire approvare gli atti omosessuali, tutt’altro». In quella intervista il Papa disse anche ai giornalisti di non decontestualizzare «quella parolina per annullare il contesto».
Comunque, quale che fosse l’intenzione del Papa, la dottrina della Chiesa non cambia. Una breve frase in un’intervista non rappresenta il Magistero. Le persone hanno tutte la stessa dignità, a immagine e somiglianza di Dio, e tutti siamo feriti dal peccato e dalla concupiscenza. Abbiamo tutti “tendenze” a compiere atti disordinati. È peccato assecondare tali tendenze e quindi compiere atti contrari alla morale sessuale, compresi gli atti omosessuali, che sono intrinsecamente disordinati e contrari alla legge naturale.
Infatti al numero 2358 il Catechismo spiega: «Questa inclinazione (omosessuale), oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione».
La posizione del Magistero sulle unioni civili gay è stata ribadita nel 2003 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede guidata dall’allora cardinale prefetto Joseph Ratzinger che, nel documento «Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali» approvato da san Giovanni Paolo II di cui proprio oggi, 22 ottobre, ricorre la memoria liturgica, chiariva che «in presenza del riconoscimento legale delle unioni omosessuali, oppure dell’equiparazione legale delle medesime al matrimonio con accesso ai diritti che sono propri di quest’ultimo, è doveroso opporsi in forma chiara e incisiva. Ci si deve astenere da qualsiasi tipo di cooperazione formale alla promulgazione o all’applicazione di leggi così gravemente ingiuste nonché, per quanto è possibile, dalla cooperazione materiale sul piano applicativo. In questa materia ognuno può rivendicare il diritto all’obiezione di coscienza».
A parte il fatto che in Italia una legge sulle unioni civili esiste già dal 2016, come al solito, le parole di Francesco sono state strumentalizzate e riprese fuori contesto. È sufficiente vedere i commenti entusiastici della Monica Cirinnà e di Alessandro Zan: quest’ultimo arriva ad affermare che queste parole del Papa sono un incoraggiamento ai parlamentari ad approvare il suo disegno di legge, che invece è stato criticato varie volte dai vescovi. Per ultimo, pochi giorni fa, il cardinal Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha ribadito che «La libertà di pensiero, ben diversa dall’istigazione e dalla violenza, non può essere discriminata perché ritenuta discriminante. Si creerebbe un pericoloso ribaltamento di democrazia. Il nostro ordinamento giuridico punisce già efficacemente ogni tipo di attacco alla dignità personale e ogni aggressione».
Insomma, assistiamo ancora una volta ad una manipolazione ideologica della verità operata dai mass media, che ignorano o attaccano Bergoglio quando condanna l’indottrinamento gender e l’aborto, o quando dice che non si possono “approvare gli atti omosessuali, tutt’altro”.
D’altro lato, anche se il papa fosse stato in passato promotore delle unioni civili, le sue parole non possono cambiare né la dottrina della Chiesa né il fatto oggettivo e chiaro che il ddl Zan sia una legge inutile, non necessaria ed ingiusta.
Gli insegnamenti di Cristo non cambiano, non è Gesù che si deve adattare ai desideri e piaceri degli uomini ma sono gli uomini che devono seguire quello che Lui ci ha insegnato.
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