Si chiama così il trabocchetto sessual-sentimentale organizzato da un servizio segreto. E nel Qatargate ci sarebbe pure un filone d’inchiesta sui rapporti tra un parlamentare italiano a Bruxelles e una diplomatica del Marocco vicina all’intelligence di quel Paese…
Su un uomo solo una cosa esercita più attrazione dei soldi. Il sesso. E nel retrobottega del Qatargate, dove servizi segreti europei e arabi mercanteggiano su indizi e dossier da far affiorare alla superficie dell’opinione pubblica, per la prima volta si inizia a parlare di una relazione sentimentale scottante: quella tra un eurodeputato italiano e una diplomatica di alto rango di Rabat, presumibilmente legata al Dged, l’agenzia di intelligence marocchina. Una love story confermata al nostro giornale da più ambienti nonostante sia stata tenuta, in passato e oggi ancor di più, sotto traccia.
L’uomo non è indagato dalla Procura di Bruxelles ma risulta nell’elenco dei nuovi politici sospettati di aver fatto parte della rete di fiancheggiatori che ha operato all’interno delle istituzioni comunitarie per favorire gli «interessi del regno, la sua sicurezza energetica e le sue ambizioni geopolitiche» nel Sahara occidentale; così come ricostruito da una recente nota degli 007 belgi dello State security service (Vssa). La donna, invece, è una funzionaria statale che da pochi anni sarebbe stata destinata a operare nell’area dell’Europa del Nord per occuparsi in particolare delle problematiche del Maghreb. Tema che viene trattato quasi esclusivamente da chi fa parte dei servizi segreti del Marocco o ne è stato esplicitamente delegato. I due si sarebbero conosciuti tra Bruxelles e Strasburgo e, incontro dopo incontro, sarebbe scoccata la scintilla. Una passione bruciante che avrebbe fatto dimenticare al politico la tormentata gestione della separazione dalla ex moglie. Esponendolo però, secondo alcuni osservatori, al rischio di una manovra di ricatto classica negli ambienti delle barbe finte. «Il sesso è tra gli strumenti più antichi e validi dello spionaggio» ci spiega una fonte qualificata con un passato nel servizio segreto militare. «Si seduce un bersaglio con una tecnica definita “honey trap”, ossia “trappola al miele”, e lo si manovra sia esplicitamente sia in maniera occulta».
Nel mondo delle spie non ci sono regole, si sa. E per poter acquisire informazioni vitali o semplicemente per reclutare un nuovo informatore la strada più facile, quando non è possibile corrompere con il denaro, è fare leva sulla debolezza della carne. «La persona viene coinvolta in una relazione sessuale di breve, media o lunga durata» continua il nostro informatore «e gestito a seconda delle esigenze». Se l’obiettivo della trappola è bruciare la credibilità della vittima, basterà diffondere o anche solo minacciare di diffondere i video degli incontri clandestini per ottenerne il ritiro dalla scena. Come accaduto a un intraprendente diplomatico della Moldova, in servizio a Bucarest (Romania), che ha visto disintegrata la propria carriera per una registrazione di 15 minuti con una prostituta assoldata da un servizio segreto straniero.
La microcamera era stata installata nel battiscopa della stanza d’albergo, e il video caricato su un portale porno. Dopo qualche giorno, il malcapitato ha dovuto rassegnare le dimissioni dall’incarico. Ancor prima James Hudson, il viceconsole britannico a Ekaterinburg, in Russia, era stato fatto saltare con una clip di quattro minuti e 18 secondi intitolata, appunto, Le avventure del signor Hudson, su una serata bollente con due avvenenti signore bionde in una camera d’hotel opportunamente microfonata e dotata di indiscreti occhi elettronici. Un’operazione degna del miglior Kgb.
E se la storia d’amore tra l’eurodeputato e la diplomatica marocchina nascondesse un epilogo di questa natura? «Le trappole al miele coi politici funzionano in maniera diversa rispetto a quelle con il personale di ambasciata» sottolinea la fonte «perché pensionare anticipatamente un politico non si rivela quasi mai utile alla causa, a meno che non si tratti di profili dichiaratamente ostili; e in quel caso le difese sono più alte ed è complicato attirarli in un tranello». Più funzionale, invece, «tenerli sotto ricatto e sfruttarne le entrature e le capacità di lobbying».
Dove non sono arrivate le centinaia di migliaia di euro sequestrati ad Antonio Panzeri e a Francesco Giorgi potrebbe aver avuto successo un bacio. A sentire chi in questo sottobosco di intrighi e colpi bassi si muove con l’agilità di un’anguilla nel fango, spesso non è nemmeno il sesso l’elemento dominante, ma l’amore. «Un politico di successo ha un’esistenza apparentemente dorata ma vive, quasi sempre, profonde lacerazioni personali. Famiglie distrutte dai ritmi della carriera, mogli abbandonate o lontane, figli irriconoscenti e amicizie interessate. Incontrare una nuova compagna che riattacca i cocci di una vita in frantumi può essere una motivazione potente». Anche di fronte al pericolo di un’accusa di intelligenza col nemico.
