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Altro che Brexit, Roma e Londra sempre più unite nella Difesa

Altro che Brexit, Roma e Londra sempre più unite nella Difesa

Altro che perfida Albione, il Regno Unito traina la nostra industria della Difesa. Ma il governo “dimentica” il caccia Tempest. Occasioni industriali da sostenere per l’Italia nel Regno Unito. Negli ultimi giorni il comparto italiano ha dimostrato una serie di attività avanzate che confermano le nostre capacità tecnologiche e che possono, entro qualche mese, creare posti di lavoro e ricadute industriali di grande importanza.


Leonardo, proprietaria dell’unica fabbrica di elicotteri del regno di Sua Maestà, a Yeovil, ha reso noto le capacità operative del suo AW159 Wildcat facendolo operare insieme con un sistema aereo a pilotaggio remoto. Le operazioni, definite Manned-Unmanned Teaming (Mumt) e che nel linguaggio militare si definiscono di “Livello di interoperabilità 4” si sono svolte in terra inglese nel corso di un ciclo di prove che hanno coinvolto lo AW159 Wildcat e uno Uav semi-autonomo fornito da Callen-Lenz Associates.


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Operativamente esse prevedono che l’equipaggio dell’elicottero controlli lo Uav dal cockpit durante la missione in modo analogo a quello che avviene normalmente per uno qualsiasi dei sensori installati a bordo. In questo modo le possibilità date dai sensori dello Uav sono in grado di ridurre il carico di lavoro dei piloti mettendoli in condizione di concentrarsi di più sulla missione, mantenendo al contempo il pieno controllo del velivolo a pilotaggio remoto che vola insieme al mezzo che li trasporta.

E’ la prima volta che tale capacità viene dimostrata nel Regno Unito su un velivolo militare: Callen-Lenz Associates ha fornito il processore di tipo ‘Gateway’ usato come interfaccia con il velivolo semi-autonomo, mentre la soluzione sviluppata da Leonardo permette all’equipaggio dello Wildcat di controllare sia la rotta sia il carico dell’Uav. Concretamente i sistemi Mumt incrementano la consapevolezza dello scenario operativo, i tempi con cui si compiono tutte azioni e le manovre, l’efficacia operativa, la sicurezza, la composizione delle forze aeree. E lo fanno sia in ambiente terrestre sia marittimo. La dimostrazione faceva parte del programma Army Warfighting Experiment (Awe) 19 dell’Esercito britannico ed è stata pianificata e svolta dal Laboratorio di Scienza e Tecnologia della Difesa (Dstl) a Salisbury Plain, alla fine di settembre ma è stata resa nota soltanto ora per questioni di sicurezza.



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Nick Whitney, Managing Director di Leonardo Helicopters in UK, ha dichiarato: “Il successo di queste prove evidenzia come Leonardo e il Ministero della Difesa britannico stiano investendo insieme nel futuro dell’ingegneria nel campo dell’ala rotante”, mentre Bryan Finaly, Technical Partner presso il Dstl, ha aggiunto: “Leonardo e Callen-Lenz hanno eseguito una dimostrazione straordinaria integrando i controlli di un Uav nel sistema di missione dell’elicottero Wildcat. Si tratta di un passo fondamentale nella realizzazione di una capacità operativa MUMT efficace”. Il Maggiore Benjamin Thomas, Military Adviser Platform Systems Division presso il Dstl, ha commentato: “Le capacità Mumt rappresentano uno degli elementi chiave del Piano Strategico BeTomorrow 2030 di Leonardo”.

Sempre in Inghilterra prosegue il progetto per il nuovo velivolo di sesta generazione Tempest, per il quale la Difesa inglese ha stanziato due miliardi di sterline (2.2 miliardi di euro) fino al 2025, mentre l’Italia nel settembre 2019 sottoscrisse un protocollo d’intesa proprio con lo stesso Ministero che ha consentito finora il nostro coinvolgimento nel nuovo programma. Prima dell’Italia, nel luglio dello stesso anno, la Svezia aveva già sottoscritto un accordo bilaterale per partecipare al programma attraverso uno stanziamento iniziale. I lavori procedono regolarmente anche grazie all’accordo di coordinamento delle attività per la definizione dell’aerodinamica dell’aereo, del motore, dei sistemi di bordo e dell’armamento. Il problema è che ad oggi il Governo italiano non ha ancora definito quanti soldi stanziare e, di conseguenza, non ha ancora tirato fuori un euro. A parte la brutta figura, non porre una cifra rende impossibile decidere con gli altri partner il livello di partecipazione e neppure definire il contenuto della cooperazione. Peraltro si tratterebbe di investimenti di circa 300 milioni di euro da erogare in sette anni, quindi affrontabili dall’Italia senza particolari problemi. Pare invece che una parte del governo non riesca a comprendere quanto sia necessario precorrere i tempi con una visione di lungo periodo anche di 25-30 anni, esattamente i tempi che furono necessari per creare i velivoli di oggi come l’Eurofighter Typhoon, annunciato nel 1983, collaudato dal 1994 e operativo nel 2003, oppure come lo F-35, su carta nel 1996, collaudato dal 2006 e operativo dal 2016. E’ quindi il tempo di decidere, oppure le nostre aziende, insieme a questo progetto, perderà anche competitività tecnologica e capacità produttiva. Dopo il Tornado, il Tempest sarebbe il primo caccia di sesta generazione completamente europeo, e fa sorridere che sia realizzato su proposta dell’unica nazione che dall’Europa Unta ha deciso di uscire ma che, evidentemente, mai potrà farlo da quella geografica e quindi strategica.

Infine, in occasione di Euronaval-Online, kermesse in salsa francese dedicata alla Difesa navale (18-25 ottobre), Mbda (37,5% Airbus, 37,5% Bae Systems e 25% Leonardo), ha annunciato il lancio sul mercato del nuovo sistema Vl-Mica-ng, integrazione nel sistema esistente Vl-Mica del missile antiaereo NG (da New Generation), sviluppato a partire dal 2018 per equipaggiare i velivoli imbarcati Dassault Rafale ma non soltanto, considerando che questa famiglia di sistemi è adottata dalle forze armate di 15 nazioni. Il sistema Vl-Mica-ng offre ora sia la possibilità di colpire bersagli più piccoli come gli Uav, caratterizzati da obiettivi con una traccia all’infrarosso ridotta o deboli campi di radiofrequenza difficili da identificare e localizzare, sia di intercettare bersagli convenzionali a distanze maggiori, come elicotteri, missili antinave e da crociera. Il ceo di Mbda Eric Béranger ha dichiarato: “Dopo due anni di sviluppo sul Mica di nuova generazione abbiamo acquisito una profonda comprensione delle prestazioni di questo nuovissimo missile aria-aria che ci consente di commercializzare con fiducia la sua integrazione nei sistemi di difesa terra-aria o terra. La compatibilità tra le due generazioni di missili consentirà alle forze armate di combinarli con i loro sistemi esistenti, massimizzando il ritorno degli investimenti”.

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