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Macron apre a Putin, dopo il no all’uso degli asset russi Parigi vuole riprendere il dialogo con Mosca

Macron apre a Putin, dopo il no all’uso degli asset russi Parigi vuole riprendere il dialogo con Mosca

Al consiglio europeo di giovedì il “no” di Macron all’uso degli asset russi è stato decisivo, ora la Francia vuole riaprire il dialogo con Putin. Terminato un altro round di colloqui di pace a Miami, mentre l’Ue rinnova le sanzioni a Mosca

Il consiglio europeo di giovedì, che avrebbe dovuto approvare l’utilizzo degli asset russi a favore di Kiev, ha invece rotto l’asse franco-tedesco. E mentre la Germania del cancelliere Friedrich Merz si è completamente accodata ai Paesi più intransigenti nella loro linea anti-russa (Polonia, Paesi Baltici e Scandinavi), Emmanuel Macron tenta di ricucire i rapporti diplomatici col Cremlino.

La rottura dell’asse franco-tedesco

Come riportato dal Financial Times, mentre giovedì scorso il cancelliere tedesco Merz stava compiendo un ultimo tentativo per convincere i leader dell’Ue a utilizzare 210 miliardi di euro di beni sovrani russi per implementare un “prestito di riparazione” in favore di Kiev, si è reso conto di non avere un alleato fondamentale: Emmanuel Macron.

«Macron ha tradito Merz», ha tuonato una fonte citata dal giornale britannico, con il Presidente francese che si è invece allineato alla posizione italiana, favorendo l’opzione del prestito comune.

Quanto sostenuto dalla premier Giorgia Meloni, evidentemente condiviso anche da Macron, è tuttavia semplice buon senso. Non si può sequestrare senza alcuna base giuridica asset sovrani senza rischiare di perdere la fiducia dei mercati. Da qui lo scacco a Berlino.

Prove di disgelo tra Parigi e Mosca

A pochi giorni dal consiglio europeo, non possono certo dirsi casuali le prove di disgelo iniziate da Parigi verso Mosca, con quest’ultima che ieri si è detta “pronta al dialogo” con Parigi.

Dichiarazioni a cui l’Eliseo ha subito risposto, affermando che “ora è il momento di parlare con Putin”, aggiungendo che “nei prossimi giorni” deciderà il modo in cui questo dialogo dovrà declinarsi.

Non c’è nessuna svolta filo-putiniana da parte di Macron, ma, come nel caso degli asset, una constatazione dell’ovvio: per contare qualcosa nei negoziati di pace occorre parlare con tutte le parti in causa, non solo con Kiev.

È fuor di dubbio che il contributo europeo ai tentativi di risoluzione del conflitto sia stato sin qui pari a zero. L’Unione Europea sembra aver dimenticato che la diplomazia si fa anche e soprattutto con gli avversari. Parigi sta ora tentando di ovviare a questo problema.

L’Eliseo ha auspicato che ci sia “una volontà politica reciproca” e che l’eventuale colloquio sia un reale “tentativo di capirsi a vicenda” e non “una serie di moniti”.

Non bisogna infatti dimenticare che prima dell’invasione russa dell’Ucraina, Macron è stato tra gli ultimi leader europei a chiudere il dialogo con Mosca. Il 7 febbraio il presidente francese di reca al Cremlino, il bilaterale tra i due dura cinque ore. Scarsi, però, i risultati, visto che due settimane dopo Moca darà il via all’invasione.

I negoziati di Miami

Nel frattempo, però, le trattative di pace continuano. Dopo quarantotto ore di negoziazioni a Miami l’inviato speciale russo Kirill Dmitriev ha annunciato di aver concluso la sua visita.

Nel messaggio pubblicato, Dmitriev si è limitato a dire «grazie Miami, la prossima volta a Mosca».

I risultati di tali colloqui non sono stati però annunciati. Il negoziatore americano Steve Witkoff si è limitato a Dmitriev, affermando che «la Russia rimane pienamente impegnata nel raggiungimento della pace in Ucraina».

In merito ai negoziati con la parte ucraina, invece, le discussioni hanno riguardato «quattro documenti chiave: l’ulteriore sviluppo di un piano in 20 punti, l’allineamento delle posizioni su un quadro multilaterale di garanzie di sicurezza, l’allineamento delle posizioni su un quadro di garanzie di sicurezza degli Stati Uniti per l’Ucraina e l’ulteriore sviluppo di un piano economico e di prosperità».

L’Ue rinnova le sanzioni a Mosca

Oggi è arrivato anche il via libera del Consiglio Ue al rinnovo semestrale delle sanzioni economiche nei confronti della Russia, con la nuova scadenza delle misure posticipato al 31 luglio 2026.

Tra le innumerevoli misure contenute nel pacchetto c’è il divieto di importazione o trasferimento di petrolio trasportato via mare e di determinati prodotti petroliferi dalla Russia all’Ue, l’esclusione delle principali banche russe dal sistema Swift e la sospensione delle attività di trasmissione e delle licenze nell’Ue di diversi media sostenuti dal Cremlino. 

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