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Giappone-Cina, nuovi radar accendono lo scontro: tensione alta tra Tokyo e Pechino

Giappone-Cina, nuovi radar accendono lo scontro: tensione alta tra Tokyo e Pechino

Tokyo accusa Pechino di manovre pericolose nei cieli di Okinawa. Sullo sfondo Taiwan, Trump e l’equilibrio sempre più fragile del Pacifico

Torna a crescere la fibrillazione tra Tokyo e Pechino. Domenica, il ministro della Difesa giapponese, Shinjiro Koizumi, ha protestato con la Repubblica popolare, affermando che i caccia cinesi avrebbero puntato i radar contro alcuni jet nipponici nei pressi delle isole di Okinawa. “Queste illuminazioni radar sono andate oltre quanto necessario per la sicurezza del volo degli aerei”, ha dichiarato il ministro di Tokyo, per poi aggiungere: “Il verificarsi di un simile incidente è estremamente deplorevole”.

Dura la replica del ministero della Difesa di Pechino. “I jet giapponesi si sono avvicinati ripetutamente allo spazio aereo e marittimo di addestramento della Marina dell’Esercito popolare di liberazione e hanno compiuto azioni moleste, interferendo seriamente con le normali attività di addestramento della Cina e rappresentando una grave minaccia per la sicurezza dei voli”, ha affermato. “Abbiamo chiesto solennemente alla parte giapponese di cessare immediatamente di diffamare e denigrare, e di limitare rigorosamente le sue azioni in prima linea. La Marina cinese adotterà le misure necessarie, in conformità con la legge, per salvaguardare con risolutezza la propria sicurezza e i propri legittimi diritti e interessi”, ha proseguito.  

Queste nuove tensioni vengono a inserirsi in un quadro complessivo già di per sé problematico. Nelle ultime settimane, Tokyo e Pechino sono venute ai ferri corti soprattutto per la questione di Taiwan. La Repubblica popolare si è notevolmente risentita dopo che, a novembre, la nuova premier nipponica, Sanae Takaichi, ha lasciato intendere che Tokyo sarebbe potuta intervenire militarmente in caso d’invasione cinese dell’isola. Pechino ha quindi tacciato la Takaichi di aver violato “le norme fondamentali che regolano le relazioni internazionali”. Un’accusa che, giovedì, in una lettera al segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, l’ambasciatore giapponese presso le Nazioni Unite, Kazuyuki Yamazaki, ha rispedito al mittente, definendo le affermazioni di Pechino “incoerenti con i fatti, infondate e categoricamente inaccettabili”.

D’altronde, le tensioni tra la Takaichi e la Cina erano cominciate già a fine ottobre. In occasione della visita di Donald Trump nel Paese del Sol Levante, la premier aveva dichiarato: “Il Giappone è impegnato a rafforzare radicalmente le sue capacità di difesa ed è pronto a contribuire in modo ancora più proattivo alla pace e alla stabilità della regione”. Parole che avevano innescato la dura replica del Dragone. “A causa della storia di aggressione militarista del Giappone nei tempi moderni, le sue azioni militari e di sicurezza sono state a lungo attentamente osservate dai Paesi asiatici vicini e dalla comunità internazionale”, aveva tuonato il ministero degli Esteri cinese, che aveva inoltre invitato polemicamente Tokyo a “riflettere profondamente sulle sue azioni passate”.

Insomma, le relazioni tra Giappone e Cina si stanno facendo sempre più tese. Eppure, secondo il Financial Times, il governo nipponico non sarebbe contento del suo attuale rapporto con Washington. “Il Giappone ha esortato gli Stati Uniti a dare maggiore sostegno pubblico al primo ministro Sanae Takaichi, dopo aver espresso frustrazione per il livello di sostegno ricevuto in seguito ai commenti su Taiwan che hanno fatto infuriare la Cina”, ha riportato, domenica, il quotidiano britannico. Trump ha recentemente raggiunto una tregua commerciale con Pechino. Dall’altra parte, il presidente americano non ha però rinunciato a portare avanti la competizione geopolitica con il Dragone. Bisognerà quindi vedere come questa situazione andrà a riverberarsi sulle relazioni tra Washington e Tokyo nei prossimi mesi.

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