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Vuoi dormire a scuola? paghi 10 centesimi

Vuoi dormire a scuola? paghi 10 centesimi

Una scuola elementare cinese ha introdotto la tassa sulla pennichella dopo la pausa pranzo

Dormire a scuola non è reato. Soprattutto se non ci si appisola durante l’orario di lezione ma dopo il pranzo. Per riposarsi, e anche per ammazzare il tempo che separa le attività del mattino da quelle del pomeriggio. Attenzione però: se dal nostro punto divista a scuola dovrebbero dormire solo i bambini che frequentano l’asilo nido o la scuola materna a tempo pieno, in Cina capita spesso che siano i più grandi a sentire l’esigenza di appisolarsi subito dopo pranzo. E visto che tante scuole non sono ne’ possono attrezzarsi per offrire loro materassi e cuscini su cui riposare, ragazzi e ragazze si arrangiano, come possono, appoggiandosi ai banchi o addirittura addormentandosi per terra.

Ancora più curioso è però il fatto che dopo aver scoperto che le pennichelle nelle prime ore del pomeriggio sono comuni in molte scuole elementari e medie, i cinesi non discutano sulle ragioni che portano questi ragazzini a crollare dal sonno alla fine della mattinata, ma sull’opportunità di far pagare loro una “tassa” per poter utilizzare banchi e mattonelle come cuscini.

Nella scuola elementare di Zhuhai, nel Guangdong, la regione che confina con Hong Kong, la chiamano “tassa pausa pranzo“. E’ di appena uno yuan al giorno, l’equivalente di dieci centesimi di euro. Che i genitori pagano regolarmente dal 2010. Ovvero da quando i materassi che l’istituto metteva a disposizione (a fronte di un pagamento di due yuan al giorno) non sono più stati sufficienti per accogliere gli studenti nell’ora della pennichella.

Dieci centesimi di euro sono una cifra che, nella Repubblica popolare, non tutti possono permettersi di pagare. Eppure, i genitori degli alunni di Zhuhai lo fanno regolarmente dal 2010. Perché un rifiuto comporterebbe l’espulsione dei loro ragazzi per “uso improprio del banco“. Il che vuol dire: se si paga può diventare un appoggio per riposare, altrimenti no.

Il motivo? Il preside della scuola di Zhuhai si è giustificato sostenendo che l’abitudine di addormentarsi sui banchi ha reso necessaria l’assunzione di nuovo personale per controllare che gli alunni non cadano durante il sonno. E che nonostante la scuola dell’obbligo in Cina sia gratuita, le sovvenzioni percepite dallo stato non permettono di coprire anche questi costi. Da qui la necessità di chiedere un’integrazione alle famiglie.

Pura follia? Forse, ma per i cinesi la questione è importante. Per i genitori è fondamentale permettere ai figli di frequentare una scuola perché sono consapevoli che solo grazie all’istruzione potranno costruirsi un futuro migliore. E accettano di pagare questa ingiusta tassa. Quello che non sopportano, invece, è che le scuole facciano di tutto per far passare la notizia sotto silenzio. Convinti che alcuni presidi stiano approfittando della situazione. Perché il ruolo di sorveglianti potrebbe essere affidato agli stessi insegnanti che dovrebbero occuparsi degli alunni che restano svegli, e perché sanno che il giorno in cui i banchi saranno talmente rovinati da dover essere sostituiti, saranno i governi provinciali e regionali a finanziare l’acquisto di quelli nuovi, visto che non è mai stato chiesto alle scuole di trovare un modo per auto-sostenersi…

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