Perché i sauditi hanno interrotto i raid nello Yemen

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Yemen: la città di Sana'a dopo i bombardamenti dell'aviazione saudita, 26 marzo 2015 EPA/YAHYA ARHAB

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26 marzo 2015. L'Arabia Aaudita entra in guerra e comincia a bombardare lo Yemen per indebolire le forze Houthi alleate con l'Iran. Nella foto, la città di Sana'a dopo i primi bombardamenti dell'aviazione saudita.

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Yemen: la città di Sana'a dopo i bombardamenti dell'aviazione saudita, 26 marzo 2015 EPA/YAHYA ARHAB

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Yemen: la città di Sana'a dopo i bombardamenti dell'aviazione saudita, 26 marzo 2015 EPA/YAHYA ARHAB

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Yemen: la città di Sana'a dopo i bombardamenti dell'aviazione saudita, 26 marzo 2015 EPA/YAHYA ARHAB

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Yemen: la città di Sana'a dopo i bombardamenti dell'aviazione saudita, 26 marzo 2015 EPA/YAHYA ARHAB

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Yemen: la città di Sana'a dopo i bombardamenti dell'aviazione saudita, 26 marzo 2015 EPA/YAHYA ARHAB

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Yemen: la città di Sana'a dopo i bombardamenti dell'aviazione saudita, 26 marzo 2015 EPA/YAHYA ARHAB

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Yemen: la città di Sana'a dopo i bombardamenti dell'aviazione saudita, 26 marzo 2015 EPA/YAHYA ARHAB

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Yemen: la città di Sana'a dopo i bombardamenti dell'aviazione saudita, 26 marzo 2015 EPA/YAHYA ARHAB

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Yemen: la città di Sana'a dopo i bombardamenti dell'aviazione saudita, 26 marzo 2015 EPA/YAHYA ARHAB

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Yemen, le macerie di una casa a Sana'a, dopo i bombardamenti dell'aviazione saudita EPA/YAHYA ARHAB

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Una delle macchine distrutte dall'esplosione nella moschea di Sanaa in Yemen

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Membri della milizia Houthi sulla scena degli attacchi in Yemen

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Una delle macchine distrutte dall'esplosione nella moschea di Sanaa in Yemen

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Alcune delle vittime del triplo attacco suicida nelle due moschee Houthi nell'ospedale di Sanaa in Yemen

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Il corpo di un uomo ucciso nell'attentato suicida in Yemen

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Due o tre attentati nelle moschee di Saana, Yemen, frequentati dagli sciiti del movimento Huthi, hanno provocato decine di morti, 20 marzo 2015

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Due o tre attentati nelle moschee di Saana, Yemen, frequentati dagli sciiti del movimento Huthi, hanno provocato decine di morti, 20 marzo 2015

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Donne yemenite esprimono solidarietà all'esercito dopo che i ribelli sciiti Huthi hanno esteso il loro controllo sulla città di Amran, nel nord del paese

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Shiite Huthi fighters loyal to the Republican Guard forces supporting former Yemeni president Ali Abdullah Saleh's stand near armed vehicles in the Al-Bayda province, south of Sanaa, on February 10, 2015 as they clash with armed militiamen. Yemen, which is riven by tribal divisions and awash with weapons, has been engulfed in crisis since veteran strongman Ali Abdullah Saleh was forced from power in 2012 following a bloody year-long uprising against his rule. AFP PHOTO / STR (Photo credit should read STR/AFP/Getty Images)

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I ribelli sciiti a Saana

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Un ribelle yemenita di religione sciita spara contro un checkpoint dell'esercito

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Un fermo immagine tratto dal video postato il 14 gennaio 2015 su Youtube in cui uno dei leader di Al Qaida nello Yemen, Nasr al-Ansi, rivendica l'attacco a Charlie Hebdo. ANSA/ AL MALAHEM MEDIA/ YOUTUBE

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11 novembre 2014. Un medico somministra un vaccino contro il morbillo a uno studente, in una scuola di San'a', in Yemen, dove le autorità hanno lanciato una campagna nazionale di vaccinazioni contro la poliomielite e il morbillo, coinvolgendo oltre 11,6 milioni di bambini e adolescenti.

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Stephanie Sinclair
Stephanie Sinclair, Troppo giovani per dire si

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Stephanie Sinclair
Stephanie Sinclair, Yemen, i giorni del Giudizio

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20 gennaio 2015. A Sana'a, nello Yemen, un soldato dell'esercito nazionale fedele al movimento dei ribelli sciiti Houthi partecipa a una manifestazione per celebrare la sconfitta dei rivali sunniti.

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A San’a’, in Yemen, un gruppo di ribelli sciiti Houthi grida slogan antigovernativi dopo che il loro movimento ha preso il controllo di importanti edifici governativi. Asserragliatisi da inizio agosto alle porte della capitale, dopo la conquista di questi luoghi simbolici, i ribelli hanno ottenuto un negoziato con il governo yemenita: quest’ultimo avrà un ruolo di garanzia per un mese, fino alla nomina di un nuovo esecutivo preceduto dalla consultazione di tutti i partiti politici.

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20 agosto 2014. Presso Hamdan, alla periferia di San'a', in Yemen, sciiti armati aderenti alle milizie Houthi urlano slogan nel corso di un raduno tribale, chiedendo le dimissioni del governo. La protesta, legata anche ad un recente aumento dei prezzi del carburante, è stata lanciata domenica dal capo di Ansaruallah, Abdel Malek al-Houthi, che ha ordinato ai suoi sostenitori di marciare sulla capitale per affrettare "la caduta del governo che ha fallito". Per cercare di fermare l'escalation, il presidente Abd Rabbo Mansour Hadi ha teso la mano ai ribelli, invitandoli al dialogo e a partecipare al governo. L'offerta e' stata formulata dopo un incontro tra il presidente e i rappresentanti di partiti, società civile e esercito. 


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Soldati yemeniti nella regione di Maifaa, Yemen, 4 mag 2014


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Truppe yemenite in una base di Raida, nella provincia di Shabwa, sud dello Yemen. Il 1° maggio truppe yemenite supportati da aerei hanno ucciso 13 sospetti militanti di Al-Qaeda, tra cui un leader locale


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10 marzo 2014. Una donna yemenita cammina con un asino carico di bidoni riempiti d'acqua potabile in una baraccopoli della provincia di Ibb, 180 km a sud di San'a', in Yemen, uno dei Paesi del Medio Oriente con più grave carenza di acqua, a causa dell'uso eccessivo di risorse idriche non rinnovabili. Dei 24 milioni di abitanti, in Yemen solo 13 milioni hanno accesso diretto all'acqua potabile.


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8 gennaio 2014. Nuove reclute delle forze di polizia militari yemenite durante una sessione di allenamento nella capitale San'a'.


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Soldato yemenita di guardia in una strada principale di Sanaa, 26 novembre 2013


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 Mohammed Huwais /AFP /Getty Images

Forze di sicurezza yemenite e curiosi sul luogo dell'attentato a due consiglieri militari russi nel centro di Sanaa, 26 novembre 2013


di Rocco Bellantone per Lookoutnews

Nuovi sviluppi nel conflitto in corso in Yemen. Il 21 aprile, al termine una giornata di tensioni al largo delle coste del Paese per via dell’arrivo di una portaerei e un di cacciatorpediniere della marina americana, il governo saudita ha annunciato il termine dei raid aerei contro le postazioni dei ribelli sciiti Houthi.

 Riad ha comunicato che gli obiettivi della campagna militare condotta con il sostegno dei Paesi della coalizione araba “Firmness Storm” (“Tempesta decisiva”), vale a dire la distruzione dei missili balistici finiti nelle degli Houthi, sono stati raggiunti. Si passa perciò a una nuova missione denominata “Restauration of Hope” (“Ricostruire la speranza”), focalizzata sulla lotta al terrorismo, sulla salvaguardia dei confini sauditi confinanti con lo Yemen e sulla ricerca di una soluzione politica per superare la crisi. Una campagna formalmente in linea con quanto stabilito dalla risoluzione 2216 del Consiglio di sicurezza dell’ONU.

 “La coalizione continuerà a contrastare le offensive dei ribelli Houthi” ha affermato il portavoce dell’esercito saudita, il generale Ahmed Asseri, aggiungendo però che i bombardamenti riprenderanno se sarà necessario. Il che significa che non è stato dichiarato alcun cessate il fuoco, come dimostrerebbero i bombardamenti di questa notte sulla capitale Sanaa e sulla città portuale meridionale di Aden segnalati da Russia Today. Combattimenti sono in corso anche a Taez, Huta, la capitale della provincia di Lahj, e a Daleh.

 Eppure ufficialmente tutte le parti si sono dichiarate soddisfatte di questo annuncio. Da Riad, dove è stato costretto a fuggire dopo il golpe degli Houthi a fine gennaio, il deposto presidente yemenita Hadi ha ringraziato la coalizione per aver difeso la legittimità del suo governo e promesso di tornare preso in Yemen per ricostruire il Paese.

 Soddisfatta anche la Casa Bianca, che si dice pronta a sostenere la ripresa del dialogo politico tra le parti e ad agevolare l’arrivo di aiuti umanitari per le popolazioni colpite dal conflitto. Reazioni positive anche da Teheran, con il ministro degli Esteri Javad Zarif che attraverso un tweet ha chiesto che a questi sviluppi positivi segua adesso un piano di assistenza umanitaria e l’avvio del dialogo tra sciiti e governo.

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Si passa alla campagna antiterrorismo Restauration of Hope. L’Oman si propone per condurre i negoziati


Tutti contenti, insomma, anche se i dubbi sulle reali intenzioni dell’Arabia Saudita restano. L’annuncio del termine dell’operazione “Firmness Storm” è arrivato poche ore dopo che il Re Salman aveva ordinato il dispiegamento dei soldati della Guardia Nazionale per rafforzare i controlli lungo i confini con lo Yemen, a dimostrazione del fatto che il governo di Riad non considera affatto conclusa la guerra. Rimangono inoltre agitati i mari che costeggiano lo Yemen, con USA e Iran che schierano rispettivamente nove navi da guerra controllandosi a distanza ravvicinata. E poi ci sono gli Houthi. I ribelli sciiti, almeno per il momento, non sembrano intenzionati a lasciare i territori conquistati in questi mesi e annunciano per oggi 22 aprile una manifestazione a Sanaa.

 Un segnale in direzione delle trattative è arrivato dall’Oman. “Nella capitale Muscat – spiega l’agenzia AGI – sono in corso le consultazioni per concordare una serie di punti: il ritiro degli Houthi e delle forze dell’ex presidente Saleh da Sanaa, la restituzione delle attrezzature militari all’esercito; il ritorno dell’autorità legittima rappresentata dal presidente Hadi, nuove elezioni parlamentari e presidenziali, la formazione di un nuovo governo inclusivo, la trasformazione del gruppo Houthi in un partito politico e l’organizzazione di una conferenza internazionale dei donatori finalizzata ad aiutare l’economia yemenita”. Ma in queste condizioni, è difficile sperare nell’inizio dei negoziati senza altri spargimenti di sangue.

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