Watergate, 45 anni fa lo scandalo

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Aprile, 1974. Dalla Casa Bianca Richard Nixon annuncia l'intenzione di consegnare alla commissione di inchiesta le registrazioni realizzate nel suo ufficio dal 1970 al 1974. Inizialmente Nixon si rifiutò di consegnare i nastri, arrivando persino a licenziare il pubblico ministero Archibald Cox. Sarà obbligato alla consegna dalla furia della stampa e dell'opinione pubblica

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Nixon ritratto alla Casa Bianca assieme ai suoi consiglieri durante una seduta pre-elettorale.



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Pechino, febbraio 1972. Il presidente Nixon brinda con il premier cinese Zhou-En-Lai durante il suo viaggio ufficiale in Cina.


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Nixon in visita alle truppe statunitensi in Vietnam. Il presidente repubblicano attuerà tra il 1970 e il 1973 una duplice azione politico-strategica nel conflitto: da una parte tratterà per la "vietnamizzazione" della guerra, ossia per il ritiro graduale dei soldati USA. Dall'altra procederà ad una sensibile escalation dei bombardamenti sul Vietnam del Nord, che gli procurerà una dura opposizione dell'opinione pubblica internazionale.


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Il senatore democratico George McGovern era il principale antagonista di Nixon alle presidenziali del 1972. Nonostante già dal giugno di quell'anno fossero emersi i primi legami di Nixon e del suo comitato elettorale nello scandalo Watergate, il debole senatore del South Dakota non fu in grado di influenzare sufficientemente l'opinione pubblica. Nel novembre 1972 Richard Nixon conquista il suo secondo mandato alla Casa Bianca con oltre il 60% dei voti. 


Nixon in volo con i suoi più stretti collaboratori durante la campagna per la sua rielezione nel 1972.


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L'impianto di registrazione sul quale furono incisi i nastri registrati presso la stanza ovale occupata allora da Nixon, oggi conservato presso il Gerald R. Ford Presidential Museum.


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Uno degli apparecchi di ascolto sequestrato dalle autorità ai cinque membri del gruppo che il 17 giugno 1972 si erano introdotti illegalmente nella sede del Congresso Democratico (DNC) presso il complesso Watergate di Washington D.C.


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Primavera 1974. Lo scandalo Watergate porta i dimostranti fino alle porte della Casa Bianca, che chiedono a gran voce la procedura di impeachment per il 37° Presidente degli Stati Uniti.


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27 aprile 1972. Due mesi prima dell'irruzione al Watergate, l'immagine della decisa opposizione alla politica di Nixon in Vietnam. In questo caso la manifestazione si svolse a New York.


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Sit-in e digiuno dei sostenitori di Richard Nixon alla vigilia delle dimissioni del presidente. E'il 29 luglio 1974.


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Membri del Senato degli Stati Uniti durante la deposizione di uno dei 5 membri del gruppo coinvolti nell'irruzione al Watergate, James McCord. 


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Washington, giugno 1973. John Ehrlichman, consigliere di Nixon per gli affari interni. Fu una delle figure chiave dello scandalo Watergate. Principale organizzatore del colpo del 17 giugno 1972, usò la sua influenza per depistare le indagini dell'FBI. Sarà condannato per cospirazione, ostruzione e spergiuro e passerà 18 mesi in carcere.


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Il viso contratto in una smorfia di uno dei membri del commando che irruppe negli uffici del Watergate, James McCord. Fu il primo a collaborare con la giustizia per ottenere uno sconto di pena.


Due pagine dell'agenda di Bernard Barker, uno dei membri del gruppo dei cinque incursori del Watergate rinvenuta dagli inquirenti in una stanza del Watergate Hotel il giorno seguente al loro arresto.


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Ron Ziegler, il portavoce di Richard Nixon all'epoca del Watergate. Rimase famoso per aver definito l'episodio dell'introduzione nella sede dei Democratici "un furterello di terz'ordine".


Uno degli innumerevoli quotidiani americani a riportare la notizia della volontà collaborativa di James McCord, uno dei principali imputati nello scandalo Watergate.


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Sera dell' 8 agosto 1974. Richard Nixon annuncia le proprie dimissioni dalla carica di presidente di fronte a milioni di telespettatori. Lo scandalo Watergate è al suo epilogo. Le dimissioni di Nixon non hanno precedenti nella storia degli Stati Uniti.


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"Perdonami, Gerald!" riporta questa vignetta satirica apparsa in seguito al perdono pubblico promosso dal successore di Nixon, Gerald Ford.


Tra il 17 giugno 1972 e il 9 agosto 1974, ci consumò il più grande scandalo politico del XX secolo, noto come Watergate. L'esito portò alle dimissioni del presidente degli Stati Uniti Richard Nixon e all'incriminazione di alcuni dei suoi più stretti collaboratori. 

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Nel novembre 1972, Nixon era stato rieletto con un ampio margine di voto popolare avendo sconfitto nettamente il suo debole opponente, il senatore democratico George McGovern. Nello stesso anno, Nixon aveva compiuto il suo famoso viaggio in Cina, nel segno della distensione e aveva varato la politica della "vietnamizzazione", ossia del ritiro graduale delle truppe americane dal Vietnam.

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Lo scandalo prende forma

Ma il 17 giugno 1972 accadde qualcosa che cambiò il corso del mandato di Nixon. Quel giorno furono arrestati cinque uomini che erano penetrati illegalmente nella sede del Partito Democratico nel complesso residenziale Watergate, a Washington.

I cinque, sorpresi nell'intento di installare apparecchiature di ascolto, erano tutti legati al comitato per la rielezione del presidente Nixon. 

Se inizialmente Nixon si dichiarò estraneo e il suo oppositore George McGovern fallì nello sfruttare lo scandalo, alcuni dei collaboratori arrestati cominciarono a parlare.

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Il coinvolgimento della Cia

La stampa nazionale iniziò una serie di inchieste dalle quali emersero le complicità della Cia e dove risultarono sempre più chiaramente gli abusi di potere di Nixon, il quale aveva sistematicamente lavorato per insabbiare l'episodio del 17 giugno. 

Alla fine del 1973 fu richiesta dal pubblico ministero Archibald Cox la consegna dei nastri registrati presso la Casa Bianca dal 1970 in poi.

Nixon non soltanto rifiutò la consegna, ma rimosse d'autorità il giudice. L'opinione pubblica e la stampa non gradirono. Nell'aprile 1973 Nixon consegnò i nastri. Seppur in parte cancellati e nonostante non dimostrassero direttamente il coinvolgimento del presidente nell'affare Watergate, i nastri resero pubblici i suoi atteggiamenti autoritari, vendicativi e il suo linguaggio volgare.

Le dimissioni in diretta tv

Intanto i giornali pubblicavano altri misfatti del presidente Nixon, come la frode fiscale e l'utilizzo di denaro pubblico a scopo personale. A questo punto quasi tutti i suoi sostenitori al Congresso lo abbandonarono e, sicuro di essere condannato, Nixon si presenterà in televisione di fronte agli americani, annunciando le sue dimissioni incondizionate.

Gli succederà il vice presidente Gerald Ford, che si produsse poco dopo nel perdono pubblico per Nixon. Questa azione, poco apprezzata dall'opinione pubblica, condizionò notevolmente il suo mandato. Tanto da cedere il passo ai Democratici con l'elezione dell'ex governatore della Georgia Jimmy Carter il 2 novembre 1976. 

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