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Tecnologia

WannaCry: i consigli di Microsoft per difendersi

WannaCry, WannaCrypt, WannaCryptor, Wcry, Wcrypt: chiamatelo come vi pare, la sostanza non cambia. Di mezzo c’è sempre lo stesso attacco informatico che da qualche giorno sta scatenando il panico fra utenti, aziende e istituzioni di mezzo mondo.

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Che non fosse il solito ramsoware, lo si era capito subito. Già da quando (era venerdì) i computer degli ospedali del National Health Service (il sistema sanitario nazionale britannico) sono andati in tilt, mostrando solo una pagina di richiesta di riscatto.

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Ad aggravare la faccenda ci si è messa la velocità di propagazione della minaccia, che nel giro di poche ore è riuscita a contagiare molte realtà, soprattutto del Vecchhio Continente.


Microsoft: 5 consigli per difendersi da WannaCry

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Utilizzare, se possibile, le versioni più recenti di WIndows, che significa Windows 10 per i client e Windows Server 2016 per i server.

Microsoft: 5 consigli per difendersi da WannaCry

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L’attività anomala del codice worm che tenta l’automatica propagazione tramite la rete è una tipica attività rilevabile dalle moderne soluzioni di endpoint protection di tipo anti-APT: per l’ambito Microsoft questo si traduce nella soluzione di Windows Defender Advanced Threat Protection.

Microsoft: 5 consigli per difendersi da WannaCry

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Considerando le email di phishing con allegati infetti e link pericolosi come vettore di attacco primario, la soluzione principe è quella che si propone di proteggere e rilevare attacchi 0-day che giungono proprio attraverso le email: Office 365 Advanced Threat Protection.

Microsoft: 5 consigli per difendersi da WannaCry

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Le soluzioni antimalware più tradizionali si sono ovviamente mosse a valle dell’analisi e relativa produzione di firme in grado di rilevare la minaccia una volta nota, per l’ambito Microsoft questo è stato indirizzato da Windows Defender già da venerdì 12 maggio.

Microsoft: 5 consigli per difendersi da WannaCry

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Le caratteristiche delle soluzioni di archiviazione documentale basate sul cloud computing possono essere d’aiuto nella possibilità di mantenere lo storico delle versioni dei file e quindi di poter recuperare la versione originale del file prima che venga cifrato dal ransomware: per Microsoft questo si traduce in OneDrive for Business come parte di Office 365.

Le responsabilità di governi e istituzioni
Con una metafora presa in prestito dal mondo militare, Brad Smith, presidente e Chief Legal Officer di Microsoft, ha voluto paragonare quanto successo venerdì al furto di missili Tomahawk. Ciò per sottolineare la periocolosità della minaccia, ma anche le precise responsabilità dei governi e delle isitituzioni, colpevoli a suo dire di non aver preso le giuste contromisure.

Ben un mese prima della scoperta di WannaCry - spiega Smith - Microsoft aveva rilasciato una patch di sicurezza. Che ha evidentemente protetto i nuovi sistemi Windows e i computer abilitati a ricevere gli aggiornamenti di Windows Update, ma non tutti gli altri. Con i risultati ormai noti a tutti.

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Cosa si rischia ora
Tutto finito? No, perché come spesso accade in casi come questi c'è il rischio di varianti più evolute, capaci cioé di aggirare le patch di sicurezza.

Feliciano Intini, Technical Specialist di Microsoft, fa sapere che la pericolosità di questa minaccia risiede nell’aver combinato in un solo attacco due tipologie di malware: un codice di tipo ransomware encryption che agisce in modo classico nel cifrare i file del PC della vittima e chiedere il riscatto relativo, ed un codice di tipo worm che ha la capacità di propagarsi automaticamente all’interno di una rete (tipicamente aziendale) permettendo al primo codice di essere copiato e quindi infettare tutti i PC che riesce a contattare se scoperti rispetto alla vulnerabilità di rete utilizzata.

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Detto in altre parole, WannaCry riesce essere al tempo stesso efficace e altamente contagioso. La classica combinazione che fa in modo che la minaccia si estenda rapidamenta da un singolo utente a una rete di migliaia o centinaia di migliaia di computer infetti.

Meglio passare a WIndows 10
A detta di Microsoft chi adotta Windows 10 ha meno probabilità di essere compromesso. Questo per via del codice utilizzato nel malware, che - spiega lo stesso Intini - prende di mira versioni di Windows precedenti.

Il motivo è duplice: da un lato la possibilità di sfruttare exploit già collaudati ed efficaci, dall’altro quella di "bucare" versioni più datate e presumibilmente meno aggiornate, come in effetti si è dimostrato. Inoltre Windows 10 è strutturalmente più robusto e sfrutta una modalità di aggiornamento che di fatto obbliga gli utenti a installare le patch quando vengono rilasciate il secondo martedì di ogni mese.

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