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Venezuela, perché Maduro ignorerà il referendum consultivo

Continua il crescendo delle proteste in Venezuela in vista del referendum costituzionale del 30 luglio, con il quale il presidente Maduro chiederà ai propri cittadini di approvare l'istituzione di un'assemblea costituente con lo scopo di rivedere e modificare la costituzione.

Le opposizioni interpretano l'istituzione di tale organo come un tentativo del governo di "bypassare" l'assemblea nazionale venezuelana, ossia il parlamento, dove detengono la maggioranza. Proprio per contrastare questa iniziativa legislativa la coalizione che si oppone al successore di Chavez e guidata dal leader Leopoldo Lopez, ha deciso di indire un "controreferendum" domenica 16 luglio, senza valenza legale, in cui si chiedeva, tra i tre quesiti, se si era d'accordo o no con la proposta di Maduro.

Cos'è successo domenica 16 luglio

Il risultato si è rivelato un plebiscito antigovernativo: dei 7,2 milioni di votanti il 98% ha votato contro la proposta del delfino di Chavez. Si tratta di un ulteriore messaggio di protesta verso il governo venezuelano, le cui politiche hanno portato a una vera e propria guerra civile. Il risultato, siamo pronti a scommetterci, verrà pero ignorato da Maduro, il quale continuerà imperterrito nel processo politico che porterà il Venezuela nella dittatura.


Un referendum destinato all'oblio

Sono mesi che l'esecutivo di Maduro non bada alle proteste che infiammano le strade di Caracas, e continuerà ad usare il pugno di ferro verso i protestanti anche con l'uso della forza, alla quale nemmeno chi ha avuto il coraggio di votare a questo referendum è riuscito a sottrarsi: il 16 luglio, infatti, un seggio è stato attaccato con colpi d'arma da fuoco da un gruppo armato chavista, e due persone sono rimaste uccise.

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16 luglio 2017. Una donna identificata in Xiomara Escort giace senza vita fuori da un seggio allestito per il referendum informale sulle politiche di Maduro a Caracas, in Venezuela. A colpirla a morte, un gruppo di paramilitari.
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16 luglio 2017. Lilian Tintori, moglie del leader dell'opposizione venezuelano agi arresti domiciliari, Leopoldo Lopez, vota sul referendum informale riguardante le politiche del contestato presidente Maduro in un seggio di Caracas.
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16 luglio 2017. Una manifestazione contro Maduro organizzata a Caracas, in Venezuela, nel giorno del referendum informale sulle politiche del contestato presidente.
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16 luglio 2017. Le operazioni di voto sul referendum informale riguardante le politiche del contestato presidente Maduro, in un seggio allestito a Caracas, in Venezuela.
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16 luglio 2017. Un venezuelano residente a Bogotà, in Colombia, vota sul referendum informale riguardante le politiche del contestato presidente Maduro. Venezuelan authorities have refused to greenlight the vote that has been presented as an act of civil disobedience and supporters of Maduro are boycotting it. Protests against Maduro since April 1 have brought thousands to the streets demanding elections, but has also left 95 people dead, according to an official toll. / AFP PHOTO / LUIS ROBAYO (Photo credit should read
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27 giugno 2017. Un gruppo di civili osserva una nube di fumo dopo il lancio di piccoli razzi contro la sede dell'Assemblea nazionale di Caracas, in Venezuela.
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16 luglio 2017. Una macchia di sangue fuori da un seggio allestito per il referendum informale sulle politiche di Maduro a Caracas, in Venezuela, dopo degli scontri tra gli oppositori del presidente e dei gruppi di paramilitari armati.
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16 luglio 2017. Venezuelani residenti a Madrid, in Spagna, votano sul referendum informale riguardante le politiche del contestato presidente Maduro.
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16 luglio 2017. Un gruppo di persone aiuta una donna durante degli scontri con dei paramilitari armati fuori da un seggio allestito per il referendum informale sulle politiche di Maduro a Caracas, in Venezuela.
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30 maggio 2017. Una donna partecipa a una protesta contro il presidente Nicolas Maduro a Caracas, in Venezuela.

Il presidente venezuelano userà come scusa il numero di votanti "minore delle previsioni" per ignorare un risultato eclatante. L'obiettivo di questa iniziativa politica era, infatti, cercare di mobilitare al voto il maggior numero di venezuelani possibile, in modo da mandare un forte messaggio di protesta nei confronti del governo e delle riforma costituzionale promossa.

I numeri sono però scesi rispetto alle elezioni del 2015, durante le quali furono 8 milioni i venezuelani che coi loro voti portarono le opposizioni ad avere la maggioranza in parlamento. Se il leader venezuelano ha persino ignorato il bombardamento dell’ assemblea costituente, perché dovrebbe tenere conto di un referendum consultivo di questa portata?

La crisi del chavismo

Maduro non bada ai bisogni del proprio popolo da quando ha perso le elezioni del 2015, pensando solo a mantenere il potere. Il suo governo è stato affondato da due elementi su tutti: il crollo del prezzo del petrolio e il suo stesso stampo chavista. Hugo Chavez, usando i soldi derivanti dalle sterminate risorse petrolifere venezuelane, intraprese ad inizio anni 2000 una serie di politiche sociali con lo scopo di migliorare la vita dei suoi concittadini più poveri. Mostrando poca lungimiranza, non investì un centesimo nello sviluppo industriale e, con i proventi dalla vendita del petrolio in picchiata, alla morte di Chavez il suo successore Maduro non ha saputo adattare le politiche a questa situazione di crisi economica. Ha invece istigato una serie di azioni di violenza verso le opposizioni e dato la colpa di tutti i mali agli Stati Uniti ed al capitalismo in generale.

L'isolamento progressivo

I ripetuti gesti di efferata violenza stanno però minando i pochi rapporti internazionali rimasti  al Venezuela. Dopo i richiami contro i membri del governo da parte degli Stati Uniti e il fermo dell'esportazione di materiale bellico dal Brasile, persino un fidato alleato di Maduro come il governo cubano di Raul Castro sta ritirando il suo appoggio. Il successore di Fidel si è incontrato recentemente col presidente colombiano Juan Manuel Santos, il quale gli ha fatto pressioni per convincere Maduro a rinunciare al progetto della costituente. L'approvazione della riforma costituzionale, col referendum del 30 luglio, porterebbe alla fine di ogni parvenza di democrazia nel paese sudamericano, togliendo il potere legislativo ai partiti antigovernativi ed impedendo qualsiasi genere di opposizione al regime chavista, con risultati devastanti per il Venezuela.

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