Vantaggi e svantaggi del turismo medico in Asia

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Servizi di qualità e fiducia nei confronti di strutture e personale medico, costi e liste di attesa più che ragionevoli, assistenza amministrativa e post-operatoria di primo livello: sono questi i punti di forza che hanno trasformato il turismo medico in uno dei settori di punta dell'Asia. A sentire l'Associazione del Turismo Medico questo mercato ha già un valore di cento miliardi di dollari, ed è destinato a continuare a crescere molto rapidamente.


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In un mondo in cui da un lato la privatizzazione delle strutture sanitarie ha fatto crescere in maniera esponenziale il costo di numerosi interventi, e dall'altro ha visto moltiplicarsi la quantità di pazienti che preferiscono affidarsi a strutture private anziché ai tradizionali ospedali pubblici per un numero sempre maggiore di prestazioni, creando una fortissima domanda di turismo medico di cui l'Asia è riuscita ad approfittare per prima.


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Tutto è cominciato alla fine degli anni '90, quando per riprendersi dalla crisi finanziaria asiatica la Thailandia decise di puntare su settori nuovi scegliendo, tra gli altri, quello della chirurgia estetica. Una valutazione perfetta, che permise al paese di soddisfare la domanda esplosiva occidentale, dove gli interventi di bellezza erano diventati una mania e molte donne che non potevano permettersi di operarsi in patria furono ben contente di coronare il loro sogno in Estremo Oriente a prezzi più abbordabili.


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A fine anni '90, poi, anche le donne asiatiche iniziarono a sviluppare un forte interesse per i ritocchi fisici: viso, ventre, gambe, tutto andava modificato per aumentare la somiglianza con l'ideale di bellezza europeo. Per farlo, perché non scegliere un paese che si era specializzato proprio in "chirurgia plastica all'occidentale"?


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Il successo della Thailandia spinse molte altre nazioni asiatiche a buttarsi in questo business, iniziando a creare il mito del turismo medico, vale a dire della vacanza (da sogno in un paese tropicale) che si associa a un intervento di altissima qualità e seguito da un recupero post-operatorio che, di nuovo, assomiglia spesso a un periodo di villeggiatura a cinque stelle che a una lungodegenza.


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La seconda scelta vincente fatta dai paesi dell'Asia attivi in questo mercato è stata quella di specializzarsi in settori diversi, in maniera da trasformare la regione in un centro medico di eccellenza senza farsi concorrenza tra loro. E così l'India si è trasformata in un centro cardiaco e ortopedico di prima qualità, mentre la Thailandia ha affiancato alla chirurgia estetica numerosi centri specializzati nella cura degli occhi e dei denti.


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La Corea del Sud si è specializzata in rinoplastia (del resto, gli interventi più richiesti dalle coreane sono quelli per trasformare il loro naso a patata in un grazioso naso alla francese, che stona con il loro viso ma questo alle ragazze che sognano di essere "più europee" non interessa) e chirurgia estetica delle palpebre, oltre che per i check-up tradizionali, come la Malesia. Infine, Singapore è rinomata per trapianti, trattamenti per i tumori, cardiochirurgia e trattamenti per la fertilità.


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Purtroppo i livelli di eccellenza raggiunti in tutti questi campi non implicano che l'Asia disponga oggi di un servizio sanitario di buon livello accessibile a tutti. Le strutture che sfruttano il turismo medico sono alla portata degli stranieri e dei ricchi della regione, ma la maggior parte della popolazione continua ad affidarsi ad ospedali fatiscenti serviti da operatori sanitari che, per formazione e strumenti a disposizione, operano in condizioni pessime. C'è chi dice che i profitti del turismo medico dovrebbero essere reinvestiti nelle strutture pubbliche, ma naturalmente c'è anche chi non è d'accordo.


I profitti del turismo medico in Asia hanno superato da tempo i cento milioni di dollari di valore, e il settore continua a crescere, sia sul piano dei rendimenti sia su quello dell'attrattività, a ritmi del 20 per cento l'anno. L'Asia è in grado di offrire prestazioni eccellenti a tariffe ridotte, e le liste di attesa non sono ancora esagerate, soprattutto grazie alla scelta dei singoli paesi di specializzarsi solo su alcune patologie. 

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