Under the skin: Scarlett Johansson seducente aliena a Venezia

In una Scozia dalle tonalità ferrigne si muove una Scarlett Johansson dai capelli corvini e dalle labbra carnose e rosse. Aliena sotto pelle umana, è sin troppo facile per lei sedurre uomini per strada, a bordo di un furgone, chiedendo informazioni stradali e mostrando un'affabilità generosa. Per poi rapirli.

Protagonista assoluta di Under the skin, film in concorso del britannico Jonathan Glazer, alla Mostra del cinema di Venezia la diva hollywoodiana è invece arrivata in tutto il suo biondo splendore. Complice però un basso gradimento della pellicola (pochi applausi e qualche fischio), Scarlett non ha avuto dalla stampa l'accoglienza calorosa avuta nei giorni scorsi da Judi Dench. Sì certo, per l'attrice di Philomena è stato un vero e proprio tripudio, tributato anche a una lunga e immensa carriera.

Tratto dal romanzo omonimo di Michel Faber, Under the skin ha lunghi silenzi e non si piega a svolte didascaliche creando un'atmosfera di mistero. L'aliena sotto mentite spoglie attira uomini a sé, informandosi prima accuratamente che siano soli cosicché nessuno possa denunciarne la scomparsa, quindi li fa sparire. Ma quando avrà a che fare con un ragazzo sfigurato, di fragilità tremenda, guardandosi allo specchio qualcosa cambierà in lei. E cercherà di capire cosa si prova a essere umani, a mangiare il cibo umano, a osservare luoghi umani, a baciare labbra umane... Annotazione: nel suo breve percorso di avvicinamento all'umanità avrà a che fare solo con uomini, gentili o abietti, ma nessuna donna viene messa in relazione con lei; sarebbe stato interessante invece vedere un simile confronto.

"Mi ha intrigato la storia del libro, di vedere il nostro mondo attraverso gli occhi un alieno", affarma Glazer.

"Non è un film simile ai miei precedenti lavori", dice Scarlett, in elegante canottiera a V a righe dorate e nere e pantalone scuro. "Non credo sia un film di fantascienza, anche se si presta a questa interpretazione. Non si adatta a un genere, non è un giallo, né un horror, né ha una moralità particolare".

Se Under the skin poco aggiunge all'immaginario del mondo extraterrestre e si limita a lanciare suggestioni senza dare spiegazioni, la sua realizzazione visiva è elegante e interessante, giocata su tonalità spente, come una giornata di pioggia scozzese. Intrigante è la modalità con cui gli uomini caduti nella rete di Scarlett vengono intrappolati: lei si spoglia (comparirà completamente nuda), un capo d'abbigliamento alla volta, lentamente, camminando su un pavimento nero a specchio; lui la segue e la imita, e mentre cammina i suoi passi vengono lentamente risucchiati verso il basso, che sembra una palude di petrolio, mentre la musica di Mica Levi si insinua e scandisce.

A parte Scarlett, il resto del cast è composto per lo più da attori non professionisti. L'intento di Glazer era filmare in maniera naturalistica.

"Abbiamo realizzato appositamente otto piccole cineprese così da poterle nascondere e avere otto angolazioni diverse" spiega il regista, già autore dell'inquietante Birth - Io sono Sean con Nicole Kidman. "Volevamo osservare le persone mentre Scarlett andava a disturbare il mondo. Gli individui che incontra sono reali, il suo personaggio è l'unica bugia".

In una scena l'aliena Scarlett inciampa e cade in terra sul marciapiede, in mezzo alla gente: presa alla sprovvista, è un momento di rottura nella sua routine di rapimenti.

"Ero terrorizzata, non perché cadevo, ma perché avevo paura della reazione della gente" racconta l'attrice. "Abbiamo fatto cinque o sei ciak ed è stato interessante vedere come alcuni passanti fossero indifferenti, altri riprendevano col cellulare, altri erano davvero preoccupati. Ho dovuto abbandonare l'istinto umano di proteggermi ed essere molto presente. È stata una sorta di terapia".

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