Under Armour: l'ex marchio di nicchia oggi firma dei campioni

Era il 1996 quando un ex giocatore (capitano) della squadra di football dell’Università del Maryland creava la prima t-shirt che permetteva a lui e i suoi colleghi di non cambiare tre maglie ad allenamento perché zuppe di sudore. Oggi il marchio Under Armour – letteralmente ‘sotto l’armatura’ – è la firma indossata dai numeri uno del football americano - Tom Brady, il quarterback dei New England Patriots, quattro volte trionfatore al Super Bowl, ma anche Cam Newton dei Carolina Panthers, Mvp della stagione 2015 - e non solo.

E se è abbastanza facile spiegare la partnership con i grandi nomi dell’Nfl– il placement in due film di fine anni ‘90 come ‘Ogni maledetta domenica’ e ‘Le riserve’ ha contribuito ad affiancare il marchio al mondo del football – difficilmente il fondatore Kevin Plank poteva pensare che il suo abbigliamento sportivo, che oggi include anche divise da gioco e scarpe, sarebbe stato indossato dalla numero dello sci mondiale Lindsey Vonn, dal numero due del tennis Andy Murray e dal nuovo fenomeno dell’Nba Stephen Curry.


Gli atleti sponsorizzati da Under Armour

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Lindsey Vonn, sciatrice statunitense medaglia d'oro olimpica e 4 volte campionessa del mondo.

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Andy Murray, numero 2 del tennis mondiale.

Gli atleti sponsorizzati da Under Armour

Cam Newton, quarterback dei Carolina Panthers e Mvp dell'Nfl nel 2015.

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Carey Price, giocatore di hockey e portiere dei Monreal Canadiens, 4 volte all star.

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Chase Elliot, pilota di Nascar, secondo nel campionato 2015.

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Jordan Spieth, vincitore di due Major del golf nel 2015.

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Tom Brady, quarterback dei New England Patriots e tre volte Mvp del Super Bowl (con due vittorie).

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Bryce Harper, esterno dei Washington Nationals e Mvp del MLB nel 2015.

La storia dell’accordo con il numero 30 dei Golden State Warriors è a dir poco curiosa. Stando ai rumors sembra che nel 2013 Nike avesse l’opportunità di firmare il futuro Mvp e dominatore della lega ma l’accordo non andò in porto perché l’azienda di Beaverton non aveva gradito la richiesta di Curry di scrivere versi biblici sulle sue scarpe. A quel punto subentrò Under Armour che mise sotto contratto il giocatore per poco più di 4 milioni di dollari all’anno - un vero affare. L’accordo è stato rinnovato lo scorso anno per una cifra (non dichiarata) che dovrebbe aggirarsi intorno ai 200 milioni per i prossimi 10 anni -.

E’ solo questione di fortuna, quindi? Come ha dichiarato qualche settimana fa il vicepresidente dell’azienda di Baltimora Adrienne Lofton‘ci sono specifiche caratteristiche fisiche e tecniche che accomunano gli atleti Under Armour’. Prima di tutto vengono scelti sportivi in ascesa e con un ‘Dna’ particolarmente adatto all’evoluzione della loro disciplina. ‘La velocità è il talento chiave dei nostri sportivi' dice la Lofton, e in effetti ognuno di loro interpreta i gesti tecnici del proprio sport a un livello di rapidità bern superiore a quello dei colleghi: Curry nel rilascio del suo tiro, Murray negli spostamenti in difesa, Brady nel lancio dell’ovale..

Così l’ex marchio di nicchia ha lanciato la sua sfida a Nike, colosso dell’apparel sportivo, per la verità ancora parecchio davanti in termini di ricavi provenienti dalle sponsorizzazioni - 27,8 milioni di dollari annuali per il marchio della swoosh contro i 3 milioni di Under Armour -. Ma i dirigenti di Baltimora amano la competizione, tanto che nella sala pesi del loro campus hanno apposto la seguente scritta (nella foto): ‘A Beaverton (sede di Nike, ndr) stanno ancora dormendo'.

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