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Ucraina, le nuove sanzioni a Mosca complicano la tregua

Guerra in Ucraina

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Esercitazioni dell'esercito ucraino a Desna, 90 km da Kiev

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Un militare ucraino in addestramento a Desna, 90 km da Kiev

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Un militare ucraino osserva da un tank nei pressi della base militare a Peski, nella regione di Donetsk, 16 febbraio 2015. L'esercito ucraino ha dichiarato di non aver intenzione di ritirare gli armamenti pesanti dalla linea del fronte entro lunedì sera, come sarebbe invece previsto dagli accordi di tregua firmati a Minsk la scorsa settimana. La causa della decisione sarebbero i continui attacchi da parte dei ribelli pro russia.

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Un uomo piange sul corpo del nonno, ucciso durante gli attacchi a Donetsk - 14 febbraio 2015

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Separatisti filo-russi vicino al corpo di un miltare ucciso durante una sparatoria a Donetsk - Ucraina - 14 Febbraio 2015

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Due donne piangono vicino al corpo di un loro aprente ucciso a Donetsk, Ukraina - 14 February 2015

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Un militare ucraino su un blindato vicino a Donetsk, 13 febbraio 2015

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Militari vicino a Donetsk, 13 febbraio 2015

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Due persone passano davanti ai ritratti dei soldati ucraini morti in Ucraina orientale, in una via del centro di Kiev, 12 febbraio 2015

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La cerimonia funebre di Kirill Heinz, 28 anni, cittadino russo ma volontario nel battaglione "Santa Maria", ucciso nel conflitto nell'Ucraina orientale.

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Due donne si abbracciano prima della partenza di una di loro da Donetsk verso la Russia, 13 febbraio 2015

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La foto di Sergei Ilnitsky (Russia) della European Pressphoto Agency (EPA), vincitrice del 1° premio nella categoria General News Singles. Scattata a Donetsk, in Ucraina, il 26 agosto 2014, ritrae una cucina sottosopra dopo degli scontri a fuoco.

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EPA/JEROME SESSINI / MAGNUM PHOTOS FOR DE STANDAARD
La foto di Jerome Sessini (Francia) di Magnum Photos per De Standaard, vincitrice del 2° premio nella categoria Spot News Stories, che ritrae un prete ortodosso mentre benedice dei manifestanti antigovernativi tra le barricate il 20 febbraio 2014, nel giorno in cui 70 partecipanti alle proteste sono stato uccisi in via Instituska a Kiev, in Ucraina.

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Un ordigno inesploso nella cittadina di Kramatorsk, nell'Ucraina orientale

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Militari ucraini durante un'operazione nei pressi della città di Mariupol, nel sud dell'Ucraina, 6 febbraio, 2015

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PETRO ZADOROZHNYY/AFP/Getty Images
Militari ucraini durante un'operazione nei pressi della città di Mariupol, nel sud dell'Ucraina, 6 febbraio, 2015

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Un militare ucraino su un blindato nel villaggio di Horlivka, nella regione di Donetsk, 4 febbraio 2015

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Un uomo passa accanto al un autobus distrutto a Donetsk, Ucraina. Almeno quattro persone sono morte nella città controllata dai separatisti pro-Russia in seguito ad attacchi con razzi esplosivi, 11 febbraio 2015

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Un uomo passa accanto a un autobus distrutto a Donetsk, Ucraina. Almeno quattro persone sono morte nella città controllata dai separatisti pro-Russia in seguito ad attacchi con razzi esplosivi, 11 febbraio 2015

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Almeno 10 persone uccise e oltre 60 ferite nell'attacco con missili da parte dei filorussi nella città di Kramatorsk, nella regione di Donetsk, in Ucraina orientale. , 10 febbraio 2015

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Almeno 10 persone uccise e oltre 60 ferite nell'attacco con missili da parte dei filorussi nella città di Kramatorsk, nella regione di Donetsk, in Ucraina orientale, 10 febbraio 2015

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Volontari del battaglione Azov durante le esercitazioni militari vicino Mariupol nell'area di Donetsk in Ukraina - 6 Febbraio 2015

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Almeno 10 persone uccise e oltre 60 ferite nell'attacco con missili da parte dei filorussi nella città di Kramatorsk, nella regione di Donetsk, in Ucraina orientale. , 10 febbraio 2015

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I volontari del battaglione ucraino Azov salutati dai cittadini Mariupol, dopo la battaglia

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29 gennaio 2015. Un civile e un soldato separatista osservano il cadavere di uno dei due uomini uccisi da una granata in una zona residenziale del quartiere Kyibishevskydi a Donetsk, in Ucraina. Il presidente ucraino Petro Poroshenko ha chiesto colloqui urgenti con i ribelli filo-russi per arrivare a una tregua.

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Slov'yans'k, Ucraina.

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Donesk, Ucraina

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Dimitrov, Ucraina

Per Lookout news

Nonostante l’entrata in vigore di un nuovo cessate il fuoco allo scoccare della mezzanotte tra il 14 e 15 febbraio, nell’est dell’Ucraina si è continuato a combattere. È accaduto soprattutto a Debaltseve, snodo ferroviario strategico dove nelle ultime settimane si sono registrati ripetuti scontri tra l’esercito di Kiev e le milizie dei ribelli filorussi, ma anche a Raihorodka, Donetsk, Lugansk e a Shirokyne, vicino il porto di Mariuopol. L’esercito di Kiev sostiene di aver perso 5 uomini e di aver risposto ad oltre 100 attacchi dall’inizio della tregua. Dal canto loro, i separatisti segnalano invece di aver subito bombardamenti nelle loro roccaforti.

 Al momento gli osservatori dell’OSCE, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, non sono riusciti ad accedere nelle zone in questione poiché l’acceso gli è stato negato dai filorussi. In linea di massima, nel resto dell’est dell’Ucraina il cessate il fuoco ha invece retto. Per l’OSCE l’obiettivo della giornata di oggi, lunedì 16 febbraio, è creare le condizioni affinché vi possa essere un monitoraggio completo delle aree in conflitto.

 Secondo l’accordo raggiunto la scorsa settimana a Minsk, in Bielorussia, dai leader di Russia, Ucraina, Francia e Germania, al rispetto unilaterale del cessate il fuoco dovranno seguire due fasi: l’inizio del ritiro delle armi pesanti da parte di entrambi gli schieramenti e la creazione di due zone cuscinetto demilitarizzate. Alla luce dei fallimento delle tregue concordate nei mesi scorsi, gli analisti sostengono che saranno decisive le prossime 48 ore per capire se effettivamente questo accordo sarà in grado di reggere nel tempo.


La guerra delle sanzioni
Intanto in parallelo al conflitto militare non si arresta la guerra delle sanzioni tra l’Unione Europea e la Russia. Sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE è stata pubblicata oggi la lista contenente i nomi di altre 19 personalità russe e ucraine che verranno sottoposte a sanzioni, vale a dire al congelamento dei beni posseduti nei Paesi dell’Unione e al divieto di viaggiare negli Stati membri. In totale sono 151 i cittadini russi e delle autoproclamate repubbliche dell’est dell’Ucraina finiti nella black list di Bruxelles, oltre a 37 società.

 Tra le new entry compaiono tre alti ufficiali militari (il viceministro della Difesa russo Anatoly Antonov, il primo viceministro della Difesa russo Arkady Bakhin e il capo del primo reparto dello Stato Maggiore della Difesa Andrey Kartapolov), due deputati della Duma, la camera bassa del parlamento russo (Iosif Kobzon e Valery Rashkin, quest’ultimo alla guida della sezione moscovita del Partito Comunista russo) e funzionari delle repubbliche autoproclamate dell’Ucraina orientale.

 I leader europei hanno avvertito che se la Russia non si impegnerà a far rispettare l’accordo per il cessate il fuoco, presto sarà soggetta a nuove sanzioni. Il Cremlino non è però intenzionato a incassare senza reagire. Il suo rappresentante presso l’UE, Vladimir Chizhov, ha affermato che l’ulteriore estensione delle sanzioni non favorirà il processo di pace. Mosca avrebbe già pronta una black list contenente un proprio piano di sanzioni.

 I segnali di dialogo registrati a fatica a Minsk sembrano dunque essere già stati archiviati. E a lasciar intendere che aria tira tra Mosca e Bruxelles c’è l’avvertimento di Igor Sechin, amministratore delegato del colosso energetico russo Rosneft. “Alla distanza – ha affermato in un’intervista pubblicata ieri sul Financial Times – le sanzioni contro la Russia metteranno in pericolo la sicurezza delle forniture energetiche dell’Europa”.

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