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Turchia, l'assedio e la protesta

La Turchia preme per nuovi raid su Kobane, tuona che è necessario inviare truppe di terra in Siria ma deve fare i conti con le proteste in casa, che lasciano almeno 12 morti e decine di feriti sul campo. Le mobilitazioni "per Kobane" sono andate in scena a Istanbul e Ankara ma anche in altre città, da Parigi a Milano.


La rabbia dei manifestanti in Turchia

AFP PHOTO/ADEM ALTAN
Lanci di sassi contro la polizia durante le manifestazioni anti Isis a Istanbul

La rabbia dei manifestanti in Turchia

AFP PHOTO/ADEM ALTAN
Lanci di sassi contro la polizia durante le manifestazioni anti Isis a Istanbul

La rabbia dei manifestanti in Turchia

AFP PHOTO/ADEM ALTAN
Polizia e manifestanti durante le proteste anti Isis a Istanbul

La rabbia dei manifestanti in Turchia

AFP PHOTO/ADEM ALTAN
Gas lacrimogeni contro i manifestanti anti Isis a Istanbul

La rabbia dei manifestanti in Turchia

OZAN KOSE/AFP/Getty Images
Un autobus bruciato dai manifestanti nel quartiere di Gaziosmanpasa a Istanbul durante le manifestazioni contro l'Isis

La rabbia dei manifestanti in Turchia

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7 ottobre 2014, manifestazioni di protesta contro Isis a Ankara

La rabbia dei manifestanti in Turchia

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7 ottobre 2014, manifestazioni di protesta contro Isis a Ankara

La rabbia dei manifestanti in Turchia

AFP PHOTO/ADEM ALTAN
7 ottobre 2014, manifestazioni di protesta contro Isis a Ankara

La rabbia dei manifestanti in Turchia

AFP PHOTO/ADEM ALTAN
Istanbul, manifestazioni anti Isis

La rabbia dei manifestanti in Turchia

Protesters throw stones at a police vehicle on October 7, 2014 in Ankara during a demonstration against attacks launched by Islamic State insurgents targeting the Syrian city of Kobane and lack of action by the government. Fresh air strikes by the US-led coalition hit positions held by Islamic State jihadists in the southwest of the key Syrian border town of Ain al-Arab (Kobane), according to an AFP journalist just across the border in Turkey. The strikes came a day after the extremists pushed into Kobane, seizing three districts in the city's east after fierce street battles with its Kurdish defenders. AFP PHOTO/ADEM ALTAN

La rabbia dei manifestanti in Turchia

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Manifestazioni contro l'Isis nella città turca di Diyarbakir

La rabbia dei manifestanti in Turchia

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Manifestazioni contro l'Isis nella città turca di Diyarbakir

La rabbia dei manifestanti in Turchia

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Manifestazioni contro l'Isis nella città turca di Diyarbakir

Sulla carta si voleva condannare il ''lassismo'' turco, con i tank di Ankara posizionati al confine che assistono alla caduta di Kobane senza muovere un dito. Anche se che negli ambienti curdi un eventuale intervento turco non sarebbe ben visto. Poi gli scontri, almeno due i dimostranti uccisi dai proiettili della polizia, secondo quello che scrive l'agenzia di Stato Anadolu.

Nel resto del Paese è il caos: a Diyarbakir, la più grande città a maggioranza curda della Turchia, il bilancio più drammatico con cinque persone uccise. Ma qui e nel resto del Paese la dinamica delle uccisioni è incerta: alcuni media accusano gruppi armati legati al partito di governo, altri gruppi filo-Pkk, altri ancora formazioni "dello Stato islamico".

Tutti concordano che non sono state le forze di sicurezza a sparare. La tensione è salita negli ultimi giorni, con l'Isis che ha issato le bandiere nere in alcune zone della città, stremata da settimane di assedio, mentre decine di carri armati da combattimento turchi stazionano al confine, 800 metri più avanti.

Il governo di Ankara ha fatto pressing su Washington per intensificare i raid, visto che Kobane sta per cadere nelle mani dei jihadisti. Il presidente Recep Tayyp Erdogan ha fatto appello per un cambio della strategia americana e invitato all'intervento di terra, "i raid non bastano".

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