Toto: la recensione di "XIV"

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Steve Lukather
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Joseph Williams
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Bobby Kimball e Steve Lukather (a sinistra)
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I Toto. Da sinistra: Mike Porcaro, Steve Lukather, Greg Philinganes, Bobby Kimball e Simon Phillips.

Di super gruppi così ne nasce uno ogni 50 anni. Basti dire che i componenti dei Toto, presi singolarmente, hanno suonato in più di cinquemila album. Uno su tutti: Thriller di Michael Jackson.

Toto XIV è il primo album in studio dal 2006 e sarà accampagnato da un tour mondiale di passaggio anche in Italia (il 3 luglio a Milano, il 5 a Roma, il 19 a Taormina).

- Le canzoni:. Running out of time è la quintessenza del Toto sound: potenza rock, tecnica eccezionale e melodia vincente. Burn, invece, si inserisce nel filone d'oro delle ballad che la band sforna da 38 anni. Piano voce e tante chitarre nel refrain.

Da anni i Toto non si riappropriavano in maniera così convinta del loro suono, un mix unico che da sempre tiene insieme rock and roll, pop, funky, prog rock e incursioni nel jazz. Non sono moderni o antiquati sono semplicemente loro stessi, un ensemble di musicisti fuoriclasse che non ha perso il gusto di far sentire la differenza tra un album vero e uno prodotto in casa con un pc. Suonano cone nessun altro Steve Lukather e soci, ma non lo fanno pesare con intermezzi strumentali o virtuosismi stucchevoli. Vi consiglio Holy War, a questo proposito.

C'è anche il blues in questo album, un 21st century blues per la precisione. Attitudine pop e chitarra roboante in Orphan, une delle highlights del disco, insieme a Chinatown e alla conclusiva Great Expectations.


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