Tobin Tax europea, i dubbi di chi investe

Un accordo dai contenuti ancora molto vaghi e che porta dietro di sé un lungo strascico di polemiche. È quello raggiunto ieri a Bruxelles per l'introduzione della Tobin Tax europea, una nuova imposta sulle transazioni finanziarie, che verrà applicata nei paesi della cosiddetta cooperazione rafforzata. Si tratta di 11 nazioni dell'Eurozona (Germania, Francia, Belgio, Spagna, Austria, Portogallo, Slovacchia, Grecia, Estonia e Italia, a cui dovrebbe aggiungersi anche la Slovenia).

Non è ancora chiaro come sarà strutturata la nuova imposta, ma si sa già cheentrerà in vigore in maniera graduale, a partire dalla fine dell'anno e che andrà a regime entro il 1°gennaio 2016. Verranno colpite soltanto le negoziazioni di titoli azionari e di prodotti derivati e resteranno invece esclusi i bond e i buoni del Tesoro, come chiedeva da tempo l'Italia, che di obbligazioni è un grande emittente, avendo uno dei debiti pubblici più alti al mondo.

TOBIN TAX: LA TEGOLA SUL RISPARMIO

L'introduzione della Tobin Tax, almeno a sentire Michael Spindelegger, il ministro delle finanze austriaco che ne ha dato l'annuncio, sembra dunque ormai cosa certa. Non manca però un nutrito fronte di oppositori, esterni e interni all'Eurozona, che dell'imposta sulle transazioni finanziarie non vogliono proprio sentir parlare. Tra questi, c'è per esempio Business Europe, l'organizzazione che riunisce le Confindustrie europee, la quale ritiene che la Tobin Tax farà crescere il costo della raccolta di capitali e considera il nuovo prelievo un “passo indietro” nei tentativi del Vecchio Continente di ritrovare la strada della crescita economica. Sulle stesse posizioni si trova anche Assosim, l'organizzazione di categoria italiana delle società di intermediazione mobiliare, che sottolinea come la nuova tassa andrà a colpire “il risparmio delle famiglie e la produzione”.

Non vanno poi dimenticate le critiche che l'imposta sulle transazioni finanziarie si è già attirata dagli stati al di fuori dell'Eurozona come la Svezia, la Danimarca, la Gran Bretagna e da organismi internazionali come la Banca Europea degli Investimenti (Bei). In particolare, il governo di Londra ha fatto sapere che non esiterà a trascinare la Tobin Tax di fronte alla Corte di Giustizia europea se, a causa di una sua eventuale applicazione extra-territoriale, si rivelerà dannosa per gli interessi del Regno Unito e degli operatori finanziari britannici (che sono il volano dell'economia d'Oltremanica).

LA TOBIN TAX ITALIANA

La nuova tassa sui mercati finanziari, insomma, non piace a tanti. Come se non bastasse, va ricordato che in Italia (come anche in Francia), la Tobin Tax è già in vigore, seppur in una versione diversa e tutta nazionale, rispetto a quella che verrà applicata su scala europea. A poco più di un anno dalla nascita, l'imposta italiana ha già provocato un bel po' di malcontento e c'è chi la considera un fiasco a tutti gli effetti. Secondo le stime di Borsa Italiana e degli analisti, infatti, dopo l'arrivo della Tobin Tax i volumi di scambio a Piazza Affari si sono ridotti di almeno il 15-20% mentre il gettito dell'imposta è assai più modesto del previsto. Il governo Monti che l'ha introdotta, infatti, stimava di incassare più di un miliardo di euro ma le entrate annue, a essere ottimisti, saranno nell'ordine di appena 300 milioni.

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