Terremoto e maltempo in Centro Italia: "Dopo la neve, le valli andranno in crisi"

ANSA / CRISTINA MORBIDUCCI
Terremoto e neve ad Acquasanta Terme, 18 gennaio 2017.
ANSA/ UFFICIO STAMPA PROTEZIONE CIVILE
La colonna mobile del Corpo permanente dei Vigili del Fuoco di Bolzano in azione a Montemonaco (Ascoli Piceno), 18 Gennaio 2017
ANSA/EMILIANO GRILLOTTI
Il campanile di Sant'Agostino colpito dal terremoto e dalla neve - 18 gennaio 2017
ANSA/EMILIANO GRILLOTTI
Il campanile della chiesa di Sant'Agostino crollato a seguito del terremoto del 18 gennaio 2017 ad Amatrice
ANSA/ DONATO DE SANTIS
Una veduta panoramica di Montereale, comune della provincia dell'Aquila epicentro delle scosse di terremoto di questa mattina. "Ci sono state tre scosse violentissime - ha riferito all'ANSA uno degli abitanti, Donato De Santis - paragonabili a quelle del terremoto dell'Aquila e di Amatrice". Montereale (L'Aquila), 18 gennaio 2017
Vigili dell fuoco all'opera in Abruzzo. Nelle zone al confine tra Lazio, Marche e Abruzzo interessate dalle scosse di questa mattina stanno operando già 750 vigili che erano presenti in zona per gli interventi di messa in sicurezza dopo i terremotidi agosto e novembre. L'Aquila, 18 gennaio 2017
ANSA/ UFFICIO STAMPA VIGILI DEL FUOCO

"Il fiume Nera è passato da una portata di 3 metri cubi al secondo a ben 7 metri cubi. Alcune sorgenti che avevano un gettito di 40 litri al secondo si sono addirittura completamente asciugate.

Dopo i terremoti, l'energia che si libera crea conseguenze nella dinamica in superficie. Dunque sono raddoppiate le portate di fiumi".

Lo afferma Gilberto Pambianchi, presidente dell'Associazione italiana di geomorfologia e docente dell'Università di Camerino. "Ora - dice Pambianchi - sarà necessario controllare le sorgenti, i versanti, soprattutto quelli dove insistono gli acquedotti, e controllare i fiumi.

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Quando la neve si scioglierà le portate dei fiumi aumenteranno ulteriormente e le valli potrebbero entrare in crisi".

Pambianchi fa parte del gruppo di ricercatori che sta studiando i cambiamenti del territorio dell' Appennino in seguito agli ultimi terremoti. "E' probabile che il mutamento causato dal terremoto - continua - possa manifestarsi con la destabilizzazione dei versanti. A tutto questo potrà aggiungersi un altro fattore non secondario in quanto le falde acquifere potrebbero depauperarsi con conseguenze anche sulla ricostruzione, che sicuramente sarà lunga.

Il depauperamento delle falde acquifere può portare ad assenza di acqua, dunque a una crisi idrica".

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