Balletto alla Scala di Milano: da Nijinskij a Cavalleria Rusticana, arte senza confini

Sotto la direzione di Makhar Vaziev, la stagione di balletto del Teatro alla Scala riesce a offrire spunti e serate innovative pur partendo da una base molto classica.

Si può parlare di “fushion” anche per la danza? Proviamoci.

Possiamo partire citando il Romeo e Juliette di due anni fa con i ballerini a piedi nudi, lo spettacolo ispirato a Vasco Rossi e nel 2014 cominciamo da Serata Ratmansky, che dopo il fortunato debutto di dicembre prosegue dall'11 gennaio sino al 16 con nuovi cast, per continuare il discorso con perfetta logica con lo spettacolo del 12 gennaio prossimo: una serata che mischia l’opera lirica con balletti che hanno fatto storia  (repliche sino al 9 febbraio). In scena ci sono Le spectre de la rose, coregrafia di Michail Fokine che ci riporta alle innovazioni e alla storia dei Ballet Russes di Diaghilev, La rose malade, musica di Mahler su cui Béjart ha costruito movimenti per Maya Plisetskaya e infine Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni. E la novità non sta soltanto nella contaminazione tra opera e balletto, ma nella scelta delle coreografie in cartellone e dalla direzione musicale, affidata al giovane e virtuoso Daniel Harding.

Tentiamo di spiegare meglio tale contaminazione.
Esistono alcune immagini che sintetizzano e rappresentano la storia del balletto: due di queste ritraggono la stella dei Ballet Russes Vaslav Nijinskij, ne l’Après midi d’un faune e la seconda proprio ne Le spectre de la rose, balletto che celebrò la sua mitica abilità nel salto. Nella scelta di portare in scena “Lo spettro della rosa” c’è quindi un riferimento non solo alla storia del balletto, ma a un momento storico che ne segnò proprio con Diaghilev (ricordiamo la sua collaborazione con musicisti innovatori come Stravinskij, Satie, Prokoviev e costumisti come Picasso o Matisse) una forte spinta in avanti.

La rose malade poi, mette insieme Mahler (musicista di transizione), un genio della coreografia come Béjart e la sua celebrazione per un’artista, la Plisetskaya, che negli anni Cinquanta cambiò il mondo del balletto per sempre alzando  lo standard delle ballerine ovunque ballò, sia in termini di brillantezza tecnica che in termini di presenza drammatica. E tutti questi riferimenti all'innovazione, trovano interessante epilogo nella scelta di chiudere la serata con il bel canto e le passioni forti di Cavalleria Rusticana, creando atmosfere insolite.

Ovviamente, è interessante assistere a tali sperimentazioni di programma e di coreografia, perché rappresentano il tentativo di svecchiare, aprire a un pubblico nuovo e di far dialogare i più esperti di balletto con spettatori magari meno colti ma più istintivi. E fa piacere vedere che la Scala persegue questo obiettivo con determinazione.

Anche Serata Ratmansky infatti, va letta in questo senso. Il balletto (che ha debuttato in dicembre aprendo la stagione e che adesso è in replica) ha portato in scena “atmosfere” e sperimentazioni del 45enne coreografo russo, i suoi viaggi spesso arditi di colorata fantasia ma che sempre partono da una solida conoscenza del repertorio e della base classica.

Alexei Ratmansky , artista in forza all’American Ballet Theater, molto richiesto a San Francisco e ormai da tempo vicino alla Scala, ha creato proprio per il teatro milanese “Opera”: un viaggio onirico tra cultura barocca e presente, filtrato dalle sue sensazioni musicali e artistiche. Lo ha portato in scena insieme con due coreografie già note: Concerto Dsch e Russian Seasons, che nel complesso dimostrano il suo eclettismo e la curiosità culturale.
Tra gli interpreti della serata mista segnaliamo nel ruolo che fu di Nijinskij Ivan Vasiliev e Leonid Sarafanov, mentre nel ruolo nato per Maya Plissetskaya danzerà Maria Eichwald, prima ballerina dello Stuttgarter Ballett e già sensibile protagonista femminile di Onegin alla Scala.

Per il cast completo, informazioni e prenotazioni
www.teatroallascala.org

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