Tasi, ecco chi non dovrà pagarla

Così come puntualmente ci ritroviamo a pagare ogni anno una tassa nuova, che per questo 2014 porta il nome di Tasi, così, con la stessa puntualità, tocca fare i conti con le tante, a volte forse troppe esenzioni, che l’introduzione di una nuova imposta porta con sé. Nel caso specifico il nuovo tributo che, come noto, andrà a sostituire la vecchia Imu sulle abitazioni principali, prevede una serie decisamente nutrita di soggetti che saranno esclusi, buon per loro, dal versamento. Una lista che certamente non farà gioire i tanti contribuenti che invece sanno fin d’ora che saranno chiamati a pagare la nuova tassa.

TASI, ECCO QUANTO PAGHEREMO

Ma vediamo nel dettaglio, in tema di esenzioni dalla Tasi, cosa ha previsto il governo  che ha emanato sull’argomento uno specifico decreto. Innanzitutto, così come già accadeva per l’Imu, la Chiesa non pagherà la Tasi su tutti quegli immobili destinati esclusivamente all’esercizio del culto. Una esenzione che vale anche per tutte le società no profit, non aventi per oggetto esclusivo o principale l’esercizio commerciale, e che svolgono attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive. In tutti questi casi però è bene sottolineare che ai fini dell’esenzione, gli immobili devono essere utilizzati per lo svolgimento delle attività con modalità appunto non commerciali.

IMPOSTE LOCALI, IN ARRIVO UN SALASSO

Nel caso di locali ad utilizzazione mista, l’esenzione è riconosciuta solo sulla porzione di immobile che soddisfa tale condizione e non su quella complementare, che deve essere autonomamente iscritta al catasto per poter pagare il tributo. In alternativa, dove non sia possibile lo scorporo, l’esenzione è riconosciuta in proporzione allo svolgimento dell’attività non profit sulla base di apposita dichiarazione. Insomma si dovrà chiarire ufficialmente quale porzione (il 50%, 30%, ecc.) di immobile viene utilizzato per scopi commerciali e su di esso si dovrà comunque pagare la Tasi. Saranno poi esenti dalla nuova imposta tutti gli immobili posseduti dallo Stato, nonché  le strutture di proprietà delle Regioni, delle Province, dei Comuni e delle comunità montane. Niente Tasi poi anche per i fabbricati destinati ad usi culturali come musei, biblioteche, e archivi, e per gli immobili classificati nelle categorie catastali da E/1 a E/9, ovvero fari, porti, aeroporti e simili.

SE LA SECONDA CASA DIVENTA UN LUSSO

In questo elenco di fortunati, sono finiti poi ovviamente anche gli immobili di proprietà del Vaticano e quelli di pertinenza di Stati stranieri e di organizzazioni estere per i quali esistono specifici accordi internazionali che ne garantiscono l’esenzione fiscale. Infine, la Tasi non sarà dovuta neanche per i terreni agricoli. In realtà in questo caso non si tratta tecnicamente di un’esenzione, dato che già in fase di definizione della nuova Tasi erano state poste condizioni tali da escludere i terreni adibiti ad attività agricola. Un’ultima notazione riguarda infine le modalità di pagamento della nuova Tasi: il decreto del governo ha infatti escluso la possibilità di utilizzare servizi elettronici di incasso o pagamenti interbancari e postali. Dunque le uniche soluzioni per effettuare i versamenti saranno quelle del modello F24 e del bollettino postale.

2014, PRONTA UNA PIOGGIA DI NUOVE TASSE

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