Tares, la nuova tassa sui rifiuti

Se il 2012 che si chiude sarà ricordato come l’anno delle tasse , il 2013 che sta per aprirsi non inizia sotto auspici migliori. Tra le novità fiscali delle quali gli italiani avrebbero certamente fatto a meno c’è infatti la Tares, la nuova tassa sui rifiuti che, insieme all’Imu, per la quale ci sono alle viste alcune modifiche, sarà certamente l’imposta che più di tutte graverà sui bilanci delle famiglie. È dunque il caso di prendere subito dimestichezza con questo nuovo salasso che, secondo stime condotte dalla Uil, peserà in media per circa 350 euro a famiglia, con un aggravio di 80 euro rispetto all’anno scorso.

Cosa si paga
La nuova Tares non servirà più ai Comuni per coprire solo le spese per la gestione dei rifiuti. Non a caso infatti l’acronimo sta per Tassa per rifiuti e servizi. Oltre all’immondizia dunque, i sindaci da questa imposta dovranno trarre i fondi per la gestione dell’illuminazione pubblica, delle strade e di tutta una serie di altri servizi. La conseguenza più immediata è che, come detto, il valore della Tares sarà superiore a quanto pagato finora per la Tarsu e la Tia, le due imposte che nei Comuni servivano appunto a coprire fino a oggi i costi per lo smaltimento dell’immondizia. Si stimano aumenti medi del 14-15%, con punte massime, calcolate sempre dalla Uil, a Matera +39,5%, Bari +30% e Milano +20%.

Perché si paga di più
Ma le ragioni che porteranno le amministrazioni comunali ad aumentare i valori della Tares rispetto alle vecchie Tarsu e Tia discendono da un altro motivo fondamentale. D’ora in poi infatti i Comuni saranno tenuti a coprire in maniera integrale le spese sostenute per la gestione dei rifiuti. Sembrerebbe un’ovvietà, ma in realtà nell’80% dei Comuni ciò finora non avveniva. E gli sforamenti di gestione ricadevano sulle spalle del bilancio statale. Ora questo non sarà più possibile, e tutti i sindaci dovranno ricavare dalla Tares le risorse per il corretto smaltimento dei rifiuti.

MA QUANTE TASSE PAGANO GLI ITALIANI?

Come si calcolerà la Tares
Il procedimento fa riferimento in linea di massima a quanto avveniva già per Tarsu e Tia. Ossia si adotteranno valori medi di produzione dei rifiuti, calcolati con criteri diversi ovviamente per famiglie e imprese, e saranno rapportati alla superficie degli immobili in cui le famiglie vivono, o in cui le aziende svolgono la propria attività. I coefficienti determinati si applicheranno all’80% della superficie totale, andando a determinare il valore finale dell’imposta. Da notare che i Comuni potranno poi applicare una sovrattassa da 30 a 40 centesimi per metro quadro, un valore che naturalmente le singole amministrazioni calcoleranno in base alle proprie esigenze, come sopra rilevate. Nella determinazione delle superfici degli immobili da tassare si farà riferimento ai valori finora utilizzati per Tarsu e Tia, in attesa che il catasto aggiorni i propri valori e li comunichi in via ufficiale ai vari Comuni.

Quando si paga
Una volta che la tassa andrà a regime sarà possibile pagarla in quattro rate: a gennaio, aprile, luglio e dicembre. Per il 2013 in via eccezionale, è stato annullato il primo versamento e quindi si inizierà a pagare da aprile. Tra l’altro sempre per l’anno prossimo in attesa che i singoli Comuni decidano le proprie tariffe di maggiorazione, ci si dovrà comportare come per le aliquote dell’Imu: si pagheranno gli acconti sulla base delle tariffe base, mentre a dicembre ci sarà il saldo riferito alle decisioni adottate dalle singole amministrazioni. Infine, per gli anni a venire, i sindaci potranno anche variare le scadenze dei pagamenti e sarà consentito a chi lo vorrà di pagare il tutto in un’unica soluzione a giugno.

Novità per l’Imu
In riferimento infine alla tassa sulla casa, l’imposta più odiata dagli italiani, sono state introdotte due novità per l’anno prossimo, la seconda delle quali per una volta a favore dei contribuenti. Il gettito complessivo dell’Imu 2013 infatti andrà interamente ai Comuni. Le amministrazioni locali però, nella definizione delle aliquote sulla seconda casa, non potranno superare il tetto massimo dello 0,96%, ossia un risparmio per i cittadini di uno 0,1% rispetto all’anno in corso, quando si poteva arrivare infatti fino a 1,06%. Si tratta di certo di un’inezia, ma di questi tempi non si può che rallegrarsene.

COME PAGARE L'IMU IN RITARDO

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