Tag Heuer Connected, lusso formato smartwatch

Prima della presentazione ufficiale nella Grande Mela lo ha indossato per settimane e nessuno, nemmeno i suoi familiari, si è accorto che al polso aveva uno smartwatch: «Lo abbiamo pensato per chi non desidera un gadget, ma un oggetto bello e di qualità; uno status symbol ricco di funzioni innovative in grado, comunque, di trasmettere emozioni». Così Jean-Claude Biver, ceo di Tag Heuer, racconta a Panorama ispirazione e spirito del «Connected», l’orologio evoluto nato dalla collaborazione tra la casa svizzera e i colossi della tecnologia Google e Intel.

Tag Heuer Connected, le foto

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Il design esprime un know-how scolpito in 155 anni di storia e di gusto per il lusso della maison: cassa e fondello sono in titanio per esaltare leggerezza e resistenza; il cinturino è in caucciù, di base nero ma con sei colori disponibili a parte per armonizzarlo al proprio stile; il display, in zaffiro, è davvero definito e mantiene lancette e indici sempre visibili, come avviene in un qualsiasi orologio tradizionale.

Comodo da portare, quasi inavvertibile sul braccio e non ingombrante (il diametro è di 46 millimetri), nasconde prodigi hi-tech che, quando sollecitati, rispondono a dovere: il processore Atom di Intel lo rende fluido e veloce, mentre la piattaforma Android Wear, compatibile anche con gli iPhone, oltre a essere parecchio intuitiva permette di personalizzarlo con migliaia di applicazioni, alcune esclusive, gestibili da tre piccoli contatori interattivi sul quadrante: ecco un’alternativa discreta e chic alle notifiche invasive che lampeggiano sullo schermo e inceneriscono ogni velleità di grazia negli smartwatch.  

Accolto con grande favore all’estero e disponibile in Italia a inizio 2016 a 1.350 euro, il «Tag Heuer Connected» propone anche un antidoto alla corsa del tempo che rende la tecnologia vecchia e scaduta: trascorsi i due anni di garanzia, è possibile scambiarlo con un modello meccanico Swiss Made Carrera realizzato ad hoc. Basta aggiungere ancora 1.350 euro, mentre un classico orologio della collezione Carrera costerebbe dai 3 mila in su: «Abbiamo inventato un modo» commenta Biver «per trasformare un oggetto che diventa obsoleto in qualcosa che rimane per sempre. Che si connette all’eternità».

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