Subprime 2.0, se negli Usa riparte il ballo del mattone (con mutui concessi a raffica)

“Blu le mille bolle, blu blu le vedo intorno a me… che volano e volano…”. Era il 1961 quando Mina si esibì a Sanremo con questo pezzo cult mai andato in soffitta. Che c’entra? C’entra. Perché di bolle si parlava allora e di bolle si torna a parlare ora. A cominciare da quella del mattone Usa. Perché sebbene le quotazioni degli immobili Oltreoceano siano ancora lontane dai massimi pre-crisi, l’accelerazione dei prezzi mese su mese ha sfondato la soglia psicologica della doppia cifra: +11,8% nel solo mese di marzo. E si tratta del balzo percentuale più elevato dal 2005. Ma sono venti mesi di fila che il valore sale. Venti mesi!

Risultato: chi ha una o più case a meno che non sia alla canna del gas non vende. Aspetta. E se deve proprio cambiare alloggio opta per l’affitto. Sperando in guadagni succulenti di prossima scadenza. E così lo stock di case disponibili sul mercato intero è precipitato ai livelli di 12 anni fa: 1,9 milioni di unità disponibili. Punto e stop! Con gli agenti immobiliari delle megalopoli, New York in testa, costretti a giocare a mosca cieca tra i condomini più o meni chic sparpagliando volantini qua e là con scritte tipo: “abbiamo una fila di pretendenti per il vostro appartamento”. Ma sono in pochi ad abboccare. Appunto.

Il prezzo mediano ossia quello a metà strada in una ipotetica classifica di tutte le transazioni fatte negli Stati Uniti si aggira ora sui 184.300 dollari contro il picco dei 230 mila dollari toccati a fine 2006 a ridosso dello scoppio della grande recessione. E pure l’edilizia sta ripartendo. Con l’opzione “lotteria” adottata da diversi costruttori per assegnare a caso tra gli aspiranti acquirenti gli immobili appena costruiti. In perfetto stile Usa. Visto che quello è anche l’unico Paese al mondo ad assegnare le carte di soggiorno permanenti per stranieri (“green card”) proprio con una lotteria!

E il subprime 2.0? C’entra pure quello dal momento che febbre è e febbre dev’essere. Senza esclusioni di colpi. Così i requisiti per la concessione dei mutui si stanno allentando e c’è chi parla persino di “manovra di Stato” con la stessa amministrazione centrale in prima linea per scardinare i paletti più rigidi con alcune direttive specifiche. Destinatari delle missive: le famigerate Fannie Mac e Freddie Mac, i colossi nati negli anni ’30 per garantire i fondi per il mercato immobiliare Usa, e salvati dalla bancarotta nel 2008 con una operazione di iniezione di denaro pubblico senza precedenti per gli Usa da 188 miliardi di dollari!!!

Ma se i requisiti si allentano che succede? Si torna al “vizietto” pre-crisi con loan ossia mutui concessi a raffica anche a chi non ha un reddito fisso o ha alle spalle una storia creditizia costellata di “buchi” di ogni tipo o nell’ipotesi migliore ha una situazione finanziaria non chiara. E la ruota ricomincia a girare. Saremo punto e a capo?

Ultima considerazione: in Italia il mattone batte la fiacca. Alla grande. E continuerà a farlo per tutto il 2013. Ma secondo i signori di Tecnocasa la contrazione dei prezzi resterà nella forbice 4-6%. Ergo: andrà meglio dell’anno scorso, quando si è viaggiato su un ribasso fisso a doppia cifra. Che sia di buon auspicio?

YOU MAY ALSO LIKE