Stagflazione, questa volta ce la stiamo immaginando. Almeno per ora

Stagnazione + inflazione = stagflazione! È lo spauracchio degli spauracchi! Ci risiamo? Forse no, ma meglio attrezzarsi. Anche psicologicamente! Perché a quanto pare la nostra mente è capace di battere anche le previsioni più cupe. Esagerando al cubo (e forse più) le informazioni che recepisce.

Un esempio? Se ci viene detto che l’inflazione è pari al 3% annuo (3,3%, per l’esattezza nel corso del 2011 stando ai dati Istat), noi aggiungiamo spontaneamente 3 punti “virtuali” per ogni anno a venire ipotizzando una crescita esponenziale di prezzi & Co che in realtà è solo frutto della nostra percezione. Non è reale.

È quello che gli economisti (e forse gli psicologi!) chiamano “tasso composto”, diverso da quello “semplice” proprio perché drogato da una accelerazione che è solo immaginaria. Detto questo, la situazione potrebbe peggiorare davvero. È ovvio. Ma potrebbe anche migliorare.

In altre parole: per tutti (o quasi) il classico “bicchiere” è sempre mezzo vuoto (mai mezzo pieno!). Risultato: ci si chiude nella tana. Arrivederci e grazie. Con consumi ridotti all’osso. Spese superflue azzerate ecc ecc. La cura? Potrebbe essere una prescrizione a tappeto di Prozac o surrogati vari, certo (!!). Ma forse sarebbe più utile tornare seri e concentrarsi su quanto succede davvero.

Togliendosi di dosso la maglietta del “pessimista a tutti i costi”. Perché la stagflazione vera c’è stata. Eccome. Ed è stata roba tosta. Porta la firma del presidente Usa Richard Nixon. Correvano i primi anni ’70 e l’inquilino della Casa Bianca decise di sganciare il dollaro dall’andamento dell’oro (fissato a 35 dollari per oncia). L’effetto fu sconvolgente soprattutto Oltreoceano dove di inflazione non avevano praticamente memoria.

Ma anche il Vecchio Continente ne fu vittima. L’Italia in primis, che all’epoca se la doveva vedere pure con il Terrorismo con la T maiuscola. E ora? La situazione è quella che è. Non c’è stagnazione, c’è recessione, quella che gli americani simboleggiano con una “double dip”. Ed è peggio.

Ma la corsa dei prezzi almeno per ora è sotto controllo. E l’ultimo bollettino Eurostat (che parla di inflazione stabile al 2,7% a inizio anno nella area euro rispetto alla fine del 2011) conferma. Come dire: rimboccarsi le maniche si, ma piangersi addosso no. Chiaro?

P.s. Nel frattempo, per riderci un po’ su, vi regalo uno dei tormentoni firmato “Prozac+”. Questi sì che spopolano. E non in farmacia.

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