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Sparatoria al tribunale di Milano: le testimonianze

Ecco alcune testimonianze della strage avvenuta nel Tribunale di Milano questa mattina.

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"Sono entrato nell'aula della seconda sezione penale non appena ho sentito gli spari e ho visto il mio collega, l'avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani, riverso a terra con la camicia sporca di sangue. L'ho toccato ed era già freddo e non respirava più".

Questa la drammatica testimonianza dell'avvocato Vaghi, che aveva udienza nell'aula accanto ed è stato fra i primi a soccorrere i feriti bella sparatoria a palazzo di Giustizia di Milano in cui sono morti l'avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani, il giudice Ferdinando Ciampi, Girogio Erba e una quarta persona ancora non identificata.

"A quel punto - prosegue l'avvocato Vaghi- ho visto che c'erano altre due persone ferite. Mi sono avvicinato alla gabbia degli imputati e lì ho visto che Davide Limoncelli, un 40enne con due figli piccoli, era ferito di striscio, ma sotto choc. Continuava a chiedermi dello zio Giorgio Erba, un 60enne che era ferito ai suoi piedi e rantolava. Ho cercato di rianimarlo e ho visto che piano piano si è ripreso. Dopo di che sono arrivati i soccorsi".

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Un ambulanza all'esterno del tribunale di Milano subito dopo la sparatoria a Milano, 9 aprile 2015.
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Una persona soccorsa all'esterno di Palazzo di Giustzia a Milano, 9 marzo 2015
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Il Tribunale di Milano, luogo della strage ordita da Claudio Giardiello
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Il giudice Fernando Ciampi in un fermo immagine
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Una persona soccorsa all'esterno di Palazzo di Giustzia a Milano, 9 marzo 2015
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Agenti della Polizia davanti all'entrata di via Freguglia a Palazzo di Giustizia, 9 marzo 2015
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Personale e avvocati vengono fatti uscire da Palazzo di Giustizia, 9 marzo 2015
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Un agente di polizia armato all'esterno di Palazzo di Giustzia di Milano
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Il giudice Fernando Ciampi in un fermo immagine
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Una persona soccorsa all'esterno di Palazzo di Giustzia a Milano, 9 marzo 2015

Un altro avvocato, Luca Viganò che questa mattina si trovava nel tribunale di Milano mentre avveniva la strage ha raccontato di aver sentito delle urla "arrivare dall'atrio della Corte d'Appello dove eravamo, poi alcuni poliziotti in borghese ci hanno detto di uscire in corridoio dove siamo rimasti per un'ora e mezza prima di poter uscire dal palazzo... I giudici erano in camera di consiglio al termine delle discussioni quando un collega è entrato nell'aula dicendo che c'erano stati degli spari. A quel punto sono arrivati dei poliziotti in borghese con le pistole in mano dicendoci di restare nel corridoio della Corte d'Appello. Eravamo una ventina, ci siamo spaventati e ci sono stati momenti di panico ma per fortuna tutto è andato bene per noi. Gli agenti hanno bonificato l'area e abbiamo potuto lasciare il tribunale".

"Non c'è sicurezza in questo Palazzo, o è del tutto inadeguata. Le entrate laterali dove si accede a piedi o in bici sono prive di copertura'' è il commento della presidente della Decima Sezione Giovanna Gentile che porta la sua testimonianza all'ANSA dicendo anche che l'uomo che oggi ha sparato èstato accompagnato in tribunale dal suo avvocato. ''Io sono al sesto piano il fatto è avvenuto fra il secondo, il terzo e il quarto. Ci è arrivato l'ordine di chiuderci nelle stanze per motivi di sicurezza, un ordine urgentissimo. Avevo una riunione con la Camera di Commercio - spiega il magistrato - e il dottor Claudio Castelli (presidente aggiunto Ufficio GIP). Lui èandato ma noi ci siamo chiusi qua dentro. Dopo circa mezz'ora sono arrivati gli uomini della DDA che ci hanno scortati fino ai locali della Direzione distrettuale antimafia e lì ci hanno tenuto fino a quando l'assassino non è stato preso"

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